Questo articolo contiene spoiler su MODOK.
Da ormai più di un anno è nata una nuova epoca nel mondo del piccolo schermo. Certo, le serie televisive supereroistiche non sono nulla di nuovo e, tra prodotti animati e realistici, ne abbiamo viste veramente di tutti i colori. Partendo dalle vecchissime e lungimiranti Smallville e Spider-Man – L’Uomo Ragno del 1994 che hanno reso il genere ancora più diffuso nel mondo della televisione. Siamo arrivati anche a perle autoriali come Daredevil, in grado di rivoluzionare i preconcetti di qualità che potessero essere raggiunti da questi prodotti.
Dall’arrivo del Marvel Cinematic Universe nel mondo, questa diffusione è aumentata oltre ogni limite. Anche per questo, dopo ben undici anni di prodotti da maxischermo, il colossale universo Marvel si è espanso anche al piccolo schermo su Disney+. Il 2021 è stato l’anno delle serie tv del MCU nel bene e nel male: WandaVision, The Falcon and The Winter Soldier, Loki, What If…? e Hawkeye. Alcuni di questi prodotti hanno rubato tutte le luci della ribalta, altri sono passati più sottotono. Alcuni hanno portato a schermo una gran realizzazione, altri sono rimasti un’interessantissima idea che purtroppo non è emersa del tutto. Quel che è certo è che ogni show di questi aveva un’idea ben precisa della fetta di pubblico da voler attirare, adeguando dialoghi e concetti trattati ad essa.
MODOK aveva tutte le possibilità per avere successo
Diciamocelo: siamo tutti un po’ più innamorati e interessati a quel lato oscuro delle storie. Anche per questo i supereroi sono interessanti, ma i supercattivi ci intrigano sempre. Hanno quel ruolo essenziale per fornire una visione diversa, seppur molte volte erronea, del racconto e – sotto sotto – le vite dei cattivi sono più interessanti grazie al fatto che vengono mostrate molto di meno. Certo, vi farebbe strano leggere “Una sitcom familiare con protagonista MODOK” però anche il progetto WandaVision portava avanti un’idea simile, sfruttandola in modo molto interessante.
Purtroppo non possiamo dire lo stesso in questo caso, perché invidiamo il grande cervellone di MODOK che ci sarebbe utile a comprendere certe scelte dietro questo prodotto. La serie è animata con la tecnica dello stop-motion, di per sé una scelta interessante, ma non in grado di essere apprezzata universalmente. La trama racconta di questo dualismo di vite di MODOK: quella lavorativa a capo dell’AIM e quella privata con la moglie e i due figli. Il tutto in una serie che si destreggia tra viaggi nel tempo, riferimenti molto noti alla cultura fumettistica e situazioni che portano a gag comiche abbastanza prevedibili.
Una critica che di certo non potremmo fare a questa serie è proprio la mancanza di idee. Anzi, è probabilmente uno dei prodotti che ne ha portate di più a schermo, fino ad arrivare ad essere troppe. Il problema principale di MODOK è che non sa in che modo vivere o di che morte morire. Vuole essere un miscuglio di cose che cozzano tra di loro. La tipica scena inizia con una situazione comica come il protagonista che, enorme, cerca di nascondersi dietro un oggetto senza successo. Poi viene seguita da un’allusione sessuale con la moglie o da un raggio laser che trancia il braccio ad un soldato in modo quasi splatter (anche se in questo caso abbiamo veramente apprezzato la messa in scena di queste situazioni). Infine vediamo qualche stereotipo molto generico e non troppo ricercato o di critica, concludendosi con una rottura della quarta parete per trasmettere in messaggio ai fan. Decisamente troppa carne messa al fuoco.
È un problema diventare stantii, soprattutto se accade durante la prima stagione
Man mano che si prosegue con la serie l’idea di base del prodotto appare sempre più come caotica e confusa. Gli episodi sembrano non finire mai e al contempo trascinarsi avanti da soli. Non è di per sé un prodotto brutto, ma più la si vede, più ci si accorge che manca una narrazione in grado di interessare.
La storia del matrimonio e del rapporto familiare vorrebbe essere romantica e profonda, ma non regge il confronto di fronte a tante trasposizioni a schermo della stessa idea, anche recenti. I personaggi principali sono inscatolati in preconcetti dai quali non riescono mai a sfuggire, quasi come se lo stop-motion fosse più un’indicazione data dalla sceneggiatura piuttosto che la tecnica di animazione. Già dal primo episodio possiamo ben comprendere quali sono i percorsi che intraprenderanno i vari personaggi e il tutto appare fin troppo didascalico, quasi adatto ad un pubblico fanciullesco.
Ed è qui che esce il grande problema di MODOK: non sa a che pubblico rivolgersi. In quella che voleva essere una strategia per arrivare ad interessare la maggior parte di fan possibili, il prodotto appare discontinuo e per niente consequenziale nelle sue scelte. Un’introduzione dei personaggi così chiara e didascalica non può essere voluta per un pubblico più piccolo quando vediamo braccia esplodere e sentiamo in continuazione riferimenti sessuali. D’altra parte, un prodotto che si diverte a giocare coi fan come nelle scene di rottura della quarta parete, ha vita breve se basa gran parte delle sue gag comiche su stereotipi mal trasposti e per niente raffinati o risvolti di trama così ovvi e per niente stimolanti.
C’è una soluzione ai problemi di MODOK?
Sinceramente non lo sappiamo. Come detto dal titolo, un prodotto come questo è unico nel suo genere (anche perché in un genere vero e proprio non vi rientra) e non sarete mai in grado di ritrovarlo da nessun’altra parte. È proprio la mancanza di paragoni a lasciarci interdetti su quelle che potrebbero essere le soluzioni affinché la serie tv splenda di luce propria e non solo grazie al logo “Marvel” nella sigla. Probabilmente la scelta più sensata sarebbe fare frutto di questa prima stagione per comprendere quale fetta di pubblico abbia meglio apprezzato il prodotto.
Una volta fatto questo, gli sceneggiatori dovrebbero alleggerire il tutto, lasciando in ballo soltanto le idee adatte al pubblico già fruitore in positivo della serie. Perché l’idea di base non è né brutta, né tantomeno sprecata e se il prodotto volesse continuare i fan darebbero il beneficio del dubbio. Però in un mercato saturo come quello attuale, anche e soprattutto nel genere supereroistico, serve uno sprint diverso per fare colpo sul grande pubblico o anche solo venir apprezzata per l’innovazione portata a schermo. Magari anche in vista di un confronto con la futura trasposizione a schermo di MODOK che il Marvel Cinematic Universe sembra pronta a portare.
Sarebbe interessante arrivare ad assistere a due scritture diverse dietro allo stesso personaggio, entrambe contemporanee e stimolanti per i fan e soprattutto l’una per l’altra. Inoltre, grazie al potere economico e monetario della Disney, idee del genere potrebbero essere il futuro del servizio di streaming per quanto riguarda il paragone dei vari prodotti “solo” Marvel con quelli annessi al MCU. Anche perché alla fine si sa: il pubblico non è che disdegni così tanto vedere diverse versioni dello stesso personaggio a confronto, anzi.