Mom non è una sitcom come le altre, perché ci catapulta all’interno di una famiglia estremamente reale, impegnata ad affrontare problemi quotidiani: dalla difficoltà di pagare l’affitto alla gravidanza indesiderata della figlia adolescente; dall’inaffidabile padre del figlio minore allo sgridare quest’ultimo per aver bevuto birra troppo presto, passando per il non riuscire a stabilire dei legami sentimentali duraturi e un lavoro per niente soddisfacente ma necessario. Questa è la vita di Christy Plunkett, che deve pure combattere il desiderio di non immergersi nuovamente in un mare di alcol, droga e gioco d’azzardo.
E non è l’unica in Mom.
Agli alcolisti anonimi incontra chi considera la causa di ogni male: sua madre Bonnie. Insieme, però, iniziano un viaggio che porterà entrambe alla salvezza. Se ne dicono di tutti i colori, litigano sempre, eppure ogni volta si riappacificano, rendendo le dimostrazioni d’affetto ancora più significative. Il loro percorso di guarigione è lungo, difficile, pieno di ostacoli e ricadute, con parecchi passi indietro e pochi in avanti. Perché così funziona il continuo processo per migliorare sé stessi. Fortunatamente le due vengono accompagnate da amiche fidate, con le quali condividono successi e cadute, supportandosi in ogni occasione. Anche se sbagliano, anche se sarebbe più facile mollare.
Piano piano diventano una famiglia, rispecchiando il senso più profondo di Mom: le seconde possibilità. Cosa che, in un certo senso, non è stata concessa alla serie stessa.
Ok, è andata in onda per otto stagioni e 170 episodi circa. Però la cancellazione inaspettata ha forzato i produttori a creare un finale che fosse soddisfacente per i personaggi principali.
E purtroppo non ha funzionato per tutti.
Succede per Wendy. Pur essendo parte del gruppo da anni, non è stata sviluppata a dovere e la sua vita privata è stata poco approfondita. Funzionava più che altro come una spalla che, ogni tanto, provava ad alzare la voce invano. E, come il suo passato (e presente), pure il suo futuro è un mistero. Tammy, invece, ha avuto più spazio pur essendo arrivata dopo. L’abbiamo vista fare ammenda, percorre la strada della verità e incontrare il giudice che l’ha condannata, per chiudere il cerchio della sua vita precedente. Ora possiede un’attività di successo e ha iniziato una storia con un nuovo ragazzo.
Jill aveva lottato per molto tempo con la sobrietà, le conseguenze del divorzio e il desiderio di avere figli. Nel finale di Mom ha finalmente raggiunto un equilibrio e si ricongiunse con Andy convolando a nozze. Prima ancora, i due scoprirono che Jill era incinta, un avvenimento che desiderava da sempre. È stato, così, un modo bello e sensato per concludere la sua storia, facendole ottenere quello che voleva prima che arrivassero i titoli di coda. Come per Marjorie. Quest’ultima ha ricostruito il rapporto con suo figlio e ciò le permette di crearne uno con sua nipote. Il tutto viene coronato nel finale dal premio che riceve; un momento che emoziona Bonnie, rivelando quanto sia grata a Marjorie per tutto quello che ha fatto per aiutarla nel corso degli anni. Perché, se c’è un problema con Adam, Christy o di qualsiasi tipo, è lei che chiama.
A proposito di Adam, nel finale riceve una brutta notizia. Gli viene diagnosticato il cancro, anche se sembra che l’abbiano preso in tempo. Forse, però, era un po’ troppo da introdurre nell’ultima puntata di Mom. C’erano 22 minuti per concludere otto anni di trame, quindi inserirne una nuova è stata una scelta strana, soprattutto perché l’unico scopo di questa era dimostrare la crescita di Bonnie, già ampiamente sottolineata nell’episodio con la storia di Shannon. Inoltre, Adam è stato presente nello spettacolo troppo a lungo perché la sua trama finale venisse utilizzata solo come mero espediente narrativo.
E arriviamo, dunque, a Bonnie, il personaggio che si è evoluto maggiormente in Mom. Con e per merito soprattutto di Christy e Adam.
Scoperta la malattia del marito, non si tuffa nell’alcol ma chiede aiuto e lo sostiene. Nel suo commovente discorso finale è racchiuso il senso della guarigione, perché finalmente ha compreso che cosa voglia dire essere “un’alcolista riconoscente”, amando sé stessa ed essendo felice della sua vita. E vuole aiutare gli altri ad arrivare dov’è lei, a superare la dipendenza e ad accettarsi. Inizia da Shannon, convincendola a dare una possibilità agli alcolisti anonimi e a ricucire quel rapporto con sua madre che assomiglia tanto a quello che lei aveva con Christy. Con questa storyline la serie ci vuole ricordare che, nonostante i nostri personaggi ne sono ormai fuori, ci sono molte altre persone alle prese con la dipendenza. Ed è questo il senso del finale, che più che una conclusione rappresenta un inizio, uno dei tanti tasselli posti sul percorso chiamato “la vita continua”.
Così i ruoli cambiano e si ribaltano. Perché, a pensarci bene, Bonnie il suo happy ending in Mom l’aveva già ricevuto. Con Adam e mandando sua figlia al college, dopo aver ricostruito il loro rapporto. Christy, però, non ha avuto un vero e proprio saluto conclusivo. Il suo lieto fine, ovvero quello di diventare avvocato, si è sviluppato fuori dallo schermo e, per quanto ne siamo felici, la delusione di non averlo potuto vedere è grande. Complice l’addio di Anna Faris e della pandemia, non è tornata per il finale di Mom, neppure per un cameo: solo una citazione e nemmeno esplicita.
In un certo senso, il suo percorso si è concluso in maniera incompleta.
L’intero spettacolo è incentrato su Bonnie e Christy che ricomponevano il loro legame dopo tutti gli errori compiuti dalla prima, arrivando al perdono da parte della seconda. Anche Christy non è stata da meno con i suoi figli e cerca di fare ammenda ma, con la cancellazione di Roscoe e Violet, le viene negato il perdono. Soprattutto della figlia che, seppur si fosse rifatta una vita, non era riuscita a superare le delusioni della sua infanzia, tagliando definitivamente i ponti con la madre. Quindi, quello che appare davanti ai nostri occhi è un’occasione sprecata per affrontare i temi principali di Mom da un altro punto di vista. Perché non mostrare la guarigione e la riconciliazione? Perché non usare Violet per illustrare che il ciclo di malattie e disfunzioni può essere interrotto?
È evidente che la mancanza di una nona stagione o comunque di un episodio finale di un’ora (o più) si faccia sentire, perché queste tematiche avrebbero potuto essere affrontate. O quantomeno, avrebbero potuto rimediare alla gravissima assenza di Christy, protagonista per intere stagioni dello show. Una laurea sarebbe stata l’ideale lungo la via dell’epilogo, oppure il trasferimento di Bonnie e Adam sulla costa orientale per il trattamento di lui, avvicinandoli dunque a dove vive la figlia. Qualcosa del genere avrebbe chiuso appropriatamente i loro capitoli, senza negare appunto il messaggio profondo di Mom: le sfide non finiscono, ma la vita va avanti.
Quindi, nonostante la cancellazione e sebbene l’episodio finale sia in linea con lo stile e il messaggio che vuole lanciare Mom, c’erano troppe cose rimaste irrisolte per poterci considerare davvero soddisfatti. La puntata è adorabile, funziona come chiusura della stagione, ma non della serie. Salviamo, però, il discorso di Bonnie, che lasciamo qui in caso a qualcuno, come a noi, sia venuta voglia di rivederlo.