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Morte e altri dettagli e l’etichetta ingombrante: la “nuova Only Murders in the Building” non ce l’ha fatta

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Morte e altri dettagli

Se c’è un genere che negli ultimi anni sta letteralmente spopolando, questo è sicuramente il murder mistery. La passione morbosa per i misteri, specialmente quanto più intricati e avvincenti, ha favorito la sovrapproduzione di documentari, serie tv e film che affondano le radici nei misteri e soprattutto nelle relative indagini. Questo genere permette allo spettatore di essere protagonista in prima persona, coadiuvando il detective di turno nel suo lavoro investigativo. Negli ultimi tempi l’attenzione verso questa narrazione è stata, dunque, molto alta. Il panorama seriale ha così risposto con prontezza, regalando una grande varietà di prodotti. Tra i titoli di questo tipo (qui potete trovarne una lista molto interessante) che di recente hanno segnato la scena c’è sicuramente Morte e altri dettagli, interessante produzione distribuita da Hulu (e da noi visibile su Disney+), che però si è dovuta scontrare con un’etichetta davvero troppo ingombrante, che ne ha pregiudicato il successo.

Al centro del racconto in Morte e altri dettagli c’è la vicenda di Imogene Scott. La giovane ha assistito da piccola alla morte di sua madre, rimasta irrisolta, ed è cresciuta con la ricca famiglia presso cui sua madre lavorava. Diciotto anni dopo, Imogene si ritrova in una lussuosa crociera con la sua famiglia adottiva e altri ricchi avventori e proprio qui una serie di omicidi riaccendono la luce sui misteri del passato, portando Imogene a indagare su ciò che sta succedendo e su ciò che diciotto anni prima è accaduto a sua madre. Un plot davvero interessante, ma a conti fatti qualcosa non è andato nella serie tv presente sul catalogo di Disney+.

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Violett Beane nei panni di Imogene Scott, protagonista assoluta di Morte e altri dettagli

Un paragone scomodo

Come detto, Morte e altri dettagli ha dovuto fare i conti con un’etichetta davvero troppo scomoda. Abbiamo parlato della pervadenza, ormai totale, del murder mistery nel campo seriale. Se c’è una serie che, a sua volta, ha saputo catalizzare l’attenzione in questo panorama, quella è senza ombra di dubbio Only Murders in the Building, che tornerà molto presto con una nuova stagione. La produzione con Selena Gomez, Martin Short e Steve Martin ha raggiunto un successo tale da imporsi come modello assoluto per questo particolare tipo di narrazione, che tanta fortuna sta riscuotendo anche al cinema con esempi come la saga di Knives Out. È evidente, infatti, che Morte e altri dettagli recuperi parecchi elementi di Only Murders in the Building.

Il primo grande punto di contatto è chiaramente l’adesione convinta al genere murder mistery, anima entusiastica in entrambe le serie. Andando più a fondo, però, troviamo altre affinità strutturali. La presenza di detective improvvisati, con un talento naturale: il trio da una parte, Imogene dall’altra. L’ambiente chiuso della nave, che in fondo ricorda quello dell’Arconia in Only Murders in the Building. Infine parlavamo di aspetti esterni, e il più evidente fattore in comune è la distribuzione di Hulu per entrambi i titoli, che ha chiaramente favorito il paragone. Raccogliendo tutti questi elementi, dunque, e a alla luce del contesto generale, comprendiamo facilmente perché a Morte e altri dettagli sia stata affibbiata la scomoda etichetta di “nuova Only Murders in the Building”.

Morte e altri dettagli andava, però, valutata in altro modo

Per quanto fisiologico, questo paragone è tuttavia ingiusto per Morte e altri dettagli. Only Murders in the Building è infatti, oggi, un modello assoluto e insuperato, davanti al quale tutti gli altri termini di paragone sono caduti. E Morte e altri dettagli non fa eccezione. Tuttavia, la serie tv presente sul catalogo di Disney+ andrebbe valutata in un altro modo. Liberandola di questo paragone, ci accorgiamo di quanti pregi abbia questa narrazione, che sicuramente non raggiunge i livelli del suo più illustre riferimento, ma riesce a muoversi molto dignitosamente nel panorama seriale.

Morte e altri dettagli offre, infatti, allo spettatore un mistero articolato. La trama si dipana tra passato e presente, riuscendo a costruire un quadro complessivo interessante e tutto sommato coerente. Il punto di forza della serie è sicuramente racchiuso nelle modalità d’indagine adottate. La tecnica immersiva utilizzata da Imogene per i suoi ragionamenti è estremamente intrigante e permette un’immedesimazione che è sempre stimolante per il pubblico amante del genere. Molto convincente, poi, l’attrice protagonista, Violett Beane, che riesce a reggere il peso del ruolo centrale della serie. Non mancano chiaramente le debolezze, rappresentate da un complesso di personaggi ausiliari non troppo performante e da alcune incertezze sul ritmo narrativo, ma tutto sommato Morte e altri dettagli è un prodotto godibilissimo, che non eccelle, ma fa il suo dovere.

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L’amatissimo e iconico trio di protagonisti di Only Murders in the Building

Delle etichette, però, è complicato liberarsi

Sarebbe sicuramente più giusto valutare Morte e altri dettagli in maniera asettica, come abbiamo fatto nel precedente paragrafo. Tuttavia, è anche vero che delle etichette, soprattutto di alcune particolarmente calzanti, è davvero complicato liberarsi. I paragoni sono il più delle volte antipatici, ma sono un preziosissimo strumento di valutazione. Per quanto ingiusti, danno dei riferimenti, e allora vanno tenuti in considerazione. Se liberiamo Morte e altri dettagli dell’ingombrante etichetta che le è stata affibbiata, emergono tutti i suoi pregi. D’altra parte, però, proprio questa etichetta permette di comprendere come questa serie tv si piazzi nel più ampio contesto di genere.

Sotto questa luce, Morte e altri dettagli non ce l’ha fatta. In un contesto dominato da un gigante come Only Murders in the Building, essere un prodotto godibilissimo che non eccelle ma fa il suo dovere non basta. E in quest’ottica si leggono alcuni giudizi fin troppo negativi sulla serie, fino alla cancellazione dopo appena una stagione. Una scelta che rischia di generare rimpianti, perché le potenzialità per un secondo capitolo c’erano tutte.

Su Morte e altri dettagli, dunque, ha pesato un paragone tanto ingiusto quanto fisiologico. Tanto scomodo quanto naturale. A conti fatti, la “nuova Only Murders in the Building” non ce l’ha fatta, ma vi assicuriamo che merita comunque una chance, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione. Rimane una serie molto godibile, di cui magari non si parlerà in futuro, ma in grado sicuramente di intrattenere e appassionare, rendendo omaggio a un genere che il pubblico sta dimostrando di amare visceralmente.