In Mosaic, la nuova Serie Tv targata Sky Atlantic, Sharon Stone interpreta la bella Olivia Lake, filantropa, artista e donna sola.
Sola fin dalle primissime scene: a una festa di beneficienza, anche in mezzo a una stanza piena di gente, col telefono in mano, persa con lo sguardo fisso sullo schermo.
E non è sola per il semplice e banalissimo motivo che non è sposata e non ha figli, ma perché se, in apparenza, dimostra di sapere quello che vuole e come ottenerlo, in realtà ha perennemente l’aria sfinita di una donna che ha visto tanto, forse troppo, nella vita e che ora riesce a guardarla con disincantato realismo.
Nelle scene iniziali di Mosaic, è alla sua festa, tutti sono lì per merito suo, pronti a spendere soldi per finanziare il progetto di cui è madrina, ma la sua attenzione viene attratta dall’aitante barista Joel, un aspirante fumettista che le rivela di essere un suo ammiratore da tempo. E Olivia, d’impulso, lo invita a stare da lei. Come tuttofare, ovviamente.
Olivia è una donna non solo bella, di classe e raffinata, ma è anche intelligente e spiritosa e ha quel fascino stanco di una persona che cerca con tutte le proprie forze di tenere sotto controllo gli inevitabili dubbi e frastornamenti derivati dall’età che avanza e dalla consapevolezza, che, ormai, non è più al centro dell’attenzione maschile.
Si invaghisce di Joel, forse prova qualcosa di più che una semplice attrazione, ma Joel appartiene a un’altra e lei non la prende bene: tra le nevi dello Utah sembra una regina di ghiaccio che, vestita quasi sempre di bianco o di colori chiarissimi, paradossalmente dentro cova un fuoco inarrestabile.
Perché Olivia è due facce della stessa medaglia: forte e insicura, indipendente ma alla disperata ricerca dell’amore, sola e sempre circondata di persone.
Compare ben presto un altro uomo nella vita di Olivia: Eric Neill, che sembra sedurla con una missione ben precisa. Ma Olivia non capisce, non se ne accorge, ancora non sa, ma quando lo scopre, sono grida, pianti e accuse taglienti: Hell hath no fury like a woman scorned.
In questo complicato intreccio di sentimenti, c’è un grosso problema: oltre a essere bellissima, volitiva, di classe, elegante e raffinata, Olivia Lake è anche morta e lo sappiamo fin dalla primissima scena.
È stata uccisa in modo violento.
Chi l’ha uccisa? La trama sfalsata su diversi punti di vista, in tempi diversi non ci lascia, per il momento, molti indizi.
Olivia, via via sempre più complessa e piena di sfaccettature, è una donna tormentata, insicura, piena di domande senza risposte, che sembra avere solo un unico vero amico, che continua a interrogarsi sulla propria carriera e sui propri successi. E insuccessi.
Sharon Stone la interpreta con una naturalezza genuina, è quasi sempre struccata, rivela una fragilità che intenerisce e davanti alla facciata di fredda donna d’affari di successo, c’è una donna piena di contraddizioni e controsensi, timida e insicura come un’adolescente di fronte all’amore.
Che si fa prendere in giro, per amore.
D’altro canto, lei, sex symbol per una generazione (o forse due, o forse tre), superstite da due matrimoni, un aneurisma, un infarto, dichiaratasi bisessuale, è una delle poche attrici della sua età che ancora riesce a strappare ruoli interessanti.
Perché, a Hollywood, a quasi sessant’anni non sei vecchia, sei decrepita.
Eppure lei è ancora lì, bellissima come quando accavallava le gambe nell’interrogatorio cinematografico che l’ha resa una vera diva.
Probabilmente, ha messo molto di sé, nel personaggio controverso, a volte sgradevole, altre tenero di Olivia Lake.
Una frase rimane in testa alla fine dell’episodio incentrato sul passare del tempo: L’infanzia è l’ultimo momento in cui diciamo la verità, afferma Olivia durante un appuntamento con Eric.