Mr. Robot, cyber-drama trasmesso da USA Network, deve molto del proprio successo sicuramente ai due attori protagonisti, Rami Malek e Christian Slater, ma non solo.
Cominciando da loro due, definiamo quali sono i punti di forza di Mr. Robot, una serie che parla del mondo attuale con meravigliosa lucidità e quasi profetizzando quello che potrebbe accadere da un giorno all’altro.
1) Rami Malek
L’attore che interpreta il protagonista Elliot Alderson – poco conosciuto in Italia prima di Mr. Robot, se non per alcune parti in film come Una notte al museo o la miniserie The Pacific – è perfetto nella parte dell’hacker informatico con disturbi psichiatrici. Il volto scavato e il sapersi confrontare con un personaggio dalle mille sfaccettature e capace di crearsi trame e sottotrame per diverse puntate (come la prima parte della seconda stagione) fanno del trentacinquenne – sì, trentacinquenne nonostante ne dimostri molti meno – attore statunitense di origine egiziana il migliore interprete per il paranoico Elliot, tanto da fargli avere un Emmy come migliore attore nel 2016 e una candidatura per la stessa categoria ai Golden Globe di quest’anno.
2) Christian Slater
Identico discorso va fatto per co-protagonista della serie, il “fantasma” del padre di Elliot e una delle sue personalità multiple nate dalla sua mente disturbata, Mr. Robot, interpretato magistralmente da Christian Slater. Quello che riesce soprattutto all’attore newyorkese, e che lo rende insostituibile nell’economia della serie, è riuscire a creare un feeling particolare con Rami Malek, così da creare una coppia (che in realtà è sempre la stessa persona, giusto per ricordare) capace di creare il più grande attacco cyber-terroristico della storia.
Slater, a differenza di Malek, non è riuscito (finora) a vincere un Emmy per la sua parte in Mr. Robot, ma è stato premiato nel 2016 come migliore attore non protagonista.