Nell’ottobre 2017, precisamente l’undici di quel mese, è uscita la terza stagione di una delle Serie Tv più viste e più acclamate degli ultimi anni. Stiamo parlando di Mr. Robot. Il prodotto nato dalla mente di Sam Esmail si riconferma uno dei cardini della serialità su piccolo schermo. Un misto di azione dinamica, thriller ansiolitico, drammaticità psicologica e filosofia che ha fatto innamorare milioni di spettatori.
Un capitalismo cannibale
In questa terza stagione i personaggi hanno le idee più chiare riguardo a ciò che è successo intorno a loro. Questa presa di coscienza però scatena un effetto devastante nella loro psiche (in questo articolo abbiamo analizzato l’importanza della musica nella serie). Grazie ad alcuni flashback riusciamo a ricostruire tutti i passaggi che hanno caratterizzato le prime due parti e il piano generale diventa più chiaro. Ci troviamo di fronte alle conseguenze dell’attacco hacker lanciato da Elliot il 9 maggio.
Siamo in un mondo buio e cupo. Ci troviamo di fronte a una società che non è cambiata di una virgola. Il capitalismo tanto contestato e combattuto è riuscito a riconvertire l’attacco in un prodotto del capitalismo stesso, lo ha reso parte di sé, lo ha reso parte di quel mondo. Basti pensare che le maschere di Mr. Robot vengono vendute nei negozi. La società prende una deriva totalitaria, quasi Orwelliana, che porta all’isolamento del diverso e del controcorrente (qui cerchiamo di trovare tutti i riferimenti cinematografici della serie). Insomma, il potere e gli individui che lo gestiscono come White Rose sono riusciti a strumentalizzare la rivoluzione per trarne vantaggio.
Mr. Robot e Elliot, Io e Non-Io
In questo mondo caotico e dinamico si svolgono le vicende che vedono Elliot – il sempre bravo Rami Malek che meriterebbe ore di applausi per la sua interpretazione – cercare di rimediare alle sue azioni. Nel corso delle dieci puntate proverà a combattere contro questa “restaurazione” messa in atto dai poteri forti. Dovrà soprattutto combattere contro se stesso, contro quel Mr. Robot che prende l’immagine di suo padre, contro il demone dostoevskijano interiore che ha dentro. Contro l’idea che divora l’uomo.
L’accavallamento dei due è sempre più forte e crudo, una lotta intestina tra Io e Non-Io, per dirla con le parole di Nietzsche. Elliot vive la sua vita per arginare le azioni del suo alter-ego Mr. Robot. Questa faida psicologica sembra coinvolgere anche personaggi come la sorella Darleene, White Rose e Angela (altra menzione alla bravura di Portia Doubleday) che in alcuni casi si dimostra senza scrupoli e in altri fragile e indugiante.
Il Tempo
Un altro personaggio importantissimo che non appare sotto forma di attore è il tempo:lo scorrere dei secondi, il giusto tempo, il presente. L’unico tempo ancora possibile.
Un presente che fugge da un passato nostalgico e più volte ricordato dai protagonisti. Un passato in cui Elliot vorrebbe tornare, prima di quel fatidico 9 Maggio, prima ancora della morte dei genitori. Un passato che però tormenta il giovane hacker sotto forma di Mr. Robot, che sembra avere in mano un futuro non possibile, senza speranza. Un futuro cupo, in cui White Rose e i suoi seguaci la fanno da padroni.
In questo buio e in questa oscurità presente appare sempre più chiaro agli spettatori e al protagonista che la Dark Army è solo l’altro lato della medaglia del potere visibile. Questo è un potere occulto che persegue gli stessi fini sotto mentite spoglie. Scatenare l’attacco hacker è stata solo una parte del disegno, si tratta di una rivoluzione studiata a tavolino, un cambiamento messo in atto per garantire che tutto rimanga come già è. Agli occhi di Elliot anche la famigerata E-Corp viene rivalutata e disegnata come male necessario per far sì che vi sia il bene.
Una speranza chiamata umanità
Nonostante niente vada per il verso giusto vi è però una speranza, una flebile fiammella che rimane accesa. Una possibilità millesimale di cambiamento: l’uomo. Colui che raggiunge la maturità intellettuale e capisce che gli errori non si possono cancellare, o bruciare nel caso di Elliot e della giacca di Mr. Robot. Dagli errori si può trarre le basi per ripartire, dalle macerie si può ricostruire per ricominciare a sperare e combattere per un mondo migliore.
Un mondo in cui il ragazzo riesce ad annullare l’attacco del 9 maggio, un mondo in cui si riconcilia con il padre o per meglio dire con l’immagine paterna. La creazione mentale di Mr. Robot è stata solamente una proiezione di come l’hacker avrebbe voluto fosse stato il genitore. Una risposta alla debolezza del padre, all’incapacità di combattere e mostrarsi forte nella malattia. Quella flebile fiammella ora è tornata a bruciare prepotentemente e a portare luce in quel mondo così buio che grazie ad Elliot e agli altri è un po’ più illuminato.