Angela Moss è fondamentalmente una persona “normale” in Mr Robot, il personaggio con cui tutti in un certo senso ci possiamo relazionare. Insomma non è una hacker provetta, né ha personalità multiple e si trova ad affrontare preoccupazioni e problemi quotidiani. Come Elliot la sua vita è stata sconvolta dalla morte di un genitore. Aveva solo sei o sette anni quando Emily se n’è andata, un’età in cui abbiamo ancora bisogno della guida e del supporto della mamma. Perché siamo ancora troppo giovani e a malapena capiamo come funziona il mondo. Perdere quella guida è semplicemente traumatizzante. Angela l’amava così tanto che la sua morte la terrorizzava al punto da non volerle più parlare. E quando l’ha persa in Mr Robot, è come se una parte di sé fosse morta con lei.
Il dolore e la perdita sono incredibilmente potenti e ci fanno fare cose che di solito non faremmo. Quel dolore ha imprigionato Angela e non l’ha più lasciata andare, facendole perdere costantemente fiducia in sé e nel mondo.
La vediamo ascoltare audiolibri o appendere poster motivazionali dovunque. L’universo di Mr Robot, infatti, la sottovaluta costantemente, soprattutto all’inizio. Alla Allsafe nessuno la prende sul serio e il suo lavoro non viene quasi mai riconosciuto. Viene addirittura congedata da Terry Colby dopo l’attacco della Fsociety. Il motivo? Non è abbastanza esperta di tecnologia. Peccato che quello tecnicamente non è il suo lavoro dato che si occupa di relazioni tra le aziende.
Ollie, poi, le dà un’altra coltellata. Essere traditi è un’enorme violazione della fiducia e ci può confondere. Ci porta a chiedere perché è successo e se è stata colpa nostra. In più i fratelli Alderson la escludono dal loro progetto della Fsociety e, anche se lo fanno per proteggerla, è come se quasi considerassero Angela non abbastanza intelligente per partecipare.
La scoperta del coinvolgimento di Colby nello scandalo della morte di sua madre risveglia in lei qualcosa, che la porta a trovare le motivazioni per riaprire il caso. Mentre Elliot si rifugia nel mondo online per chiedere giustizia, Angela si getta in quello reale, determinata a ottenere delle risposte e pronta a tutto per averle, fino a compiere errori discutibili e prendere decisioni non del tutto sagge. La scelta di mentire in cambio della confessione di Colby è avventata ed egoistica. Metterebbe nei guai la Allsafe, perderebbe il lavoro, manderebbe sul lastrico una persona che considera un amico. Per lei, però, questa è l’opportunità per ottenere quel controllo e quella chiusura che non è mai stata in grado di raggiungere quando il caso fu archiviato anni fa.
Diventa il sacrificio necessario per raggiungere la sua agognata vendetta.
Lo stesso sacrificio che sarà disposta a compiere per Whiterose in Mr Robot.
La leader della Dark Army interviene in prima persona per fermarla. Angela era entrata alla E Corp per scoprire altri scandali che avrebbero rafforzato la sua causa. Sola contro il mondo, come Davide contro Golia, avrebbe schiacciato il nemico. Una mission che diventava sempre meno impossible proprio perché la sua determinazione e il suo coraggio l’avevano portata così lontano e voleva vedere quanto ancora distante potesse andare. Ma la sua sicurezza e la sua speranza vengono schiacciate da Whiterose: quest’ultima mette fine a tutti i tentativi di Angela di smascherare l’azienda, logorando la fiducia appena ottenuta da quando la ragazza ha iniziato a lavorare lì. La rende esausta, completamente indifesa e senza speranza. Perché niente di quello che fa in Mr Robot sembra fare la differenza.
Ventotto minuti trascorre con Whiterose (una vera e propria vedova bianca), che le espone alcune perplessità riguardo la sua ricerca di giustizia. Non allevierà il suo dolore, Whiterose lo sa perché c’è passata con il suicidio del suo amante. Sente in Angela il senso di perdita, l’impotenza, la stessa disperazione che provava una volta. E li sfrutta, piomba su di lei con la speranza che sì, può realizzare qualcosa se solo ci crede veramente. Così come i poster e gli audiolibri motivazionali le dicevano. Sebbene Angela abbia sperimentato che alcuni avversari sono troppo potenti per abbatterli semplicemente con la forza di volontà. Del resto, la prova vivente è di fronte a lei.
Whiterose la convince che Emily è morta per una causa più grande, la recluta come una nuova fervente credente. Angela sostiene pienamente la Fase Due, inganna e manipola Elliot, diventa la villain che non ci saremmo mai aspettati di vedere. Ma crolla davanti ai nostri occhi quando migliaia di persone muoiono per le sue azioni. E quell’andrà tutto bene che usava come scudo in Mr Robot si schianta al suolo, frantumandosi in migliaia di piccoli e infiniti pezzi.
Angela si rifiuta di credere che sia responsabile della morte di così tante persone, non accetta che Whiterose l’abbia ingannata facendo leva sulla sua vulnerabilità più grande: il desiderio di rivedere sua madre. Pur sapendo e ammettendo che la leader della Dark Army l’ha manipolata, non vuole pensare che quello che ha fatto sia stato completamente inutile.
A questo punto credere nel piano di Whiterose è tutto ciò che le rimane in Mr Robot, anche se questa stessa convinzione le provoca un enorme disagio mentale.
Nei suoi ultimi momenti di vita (qui le ultime parole dei protagonisti dello show) rivediamo un po’ della vecchia Angela. Esporre il piano di Whiterose è tutto ciò che desidera. Pensa pure di poterle prendere la macchina e usarla liberamente, in questo modo nessuno deve più morire o essere ingannato per crederci. Quella determinazione ostinata e cieca però la porta alla morte perché niente può mettersi tra Whiterose e il suo obiettivo. Anche di fronte all’inevitabile, Angela rimane sempre fedele ai suoi principi. Lei, ragazza coraggiosa dal destino già segnato da quella speranza mai abbandonata, tutt’altro che debole perché si è avventurata là dove osano le aquile, spingerà Elliot e Price a fare ciò che ha iniziato: abbattere l’unica cosa che ha portato via Emily. Ed ecco che giustizia è fatta e il suo Golia è così sconfitto.