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Mr. Robot e i Daft Punk: resistere per trovare la risposta

Mr Robot
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Siamo nel 2021, Mr Robot si è concluso più di un anno fa, stiamo vivendo una pandemia globale che sembra non avere fine e i Daft Punk si sono appena sciolti. Lo hanno fatto a modo loro, l’unico modo che hanno sempre conosciuto: quello un po’ autistico, dissociato ma incredibilmente significativo di un video dei loro alter ego (tratto dal film del 2006 Daft Punk’s Electroma). La sequenza, sette minuti e cinquatasette secondi eterni, si intitola Epilogue, lo sfondo è il deserto già tratteggiato nel music video di Veridis Quo, loro immenso capolavoro, e i protagonisti sono sempre loro. Così come la scena, con quel timer sulla schiena che anticipa l’esplosione. Solo che stavolta l’immagine non si riavvolge.

Mr. Robot

I Daft Punk, dopo il countdown, non tornano a camminare insieme come in Veridis Quo. Stavolta la domanda alterata, Quo vadis?, Dove vai?, non riavvolge il tempo ma lo porta al suo compimento, al momento in cui il disco non gira più. Per quasi un trentennio i Daft Punk ci avevano mostrato come si potesse saltare nel tempo, come fosse possibile passare, grazie a una memoria ad accesso casuale, dalla dance, alla house, al funk, al rock. Saltavano nei generi e saltavano nelle epoche. E in noi riemergeva il ricordo di qualcosa che non avevamo neanche vissuto, una memoria di infanzia che il tempo ci diceva fosse un anacronismo senza senso.

E invece un senso lo aveva.

Erano le loro di memorie che vincevano lo spazio e il tempo e in maniera randomica si catapultavano fino a noi, al presente, mostrandoci in un mix inebriante di suoni i brandelli, samples, di altre epoche, i ricordi di altre anime. Il video di Veridis Quo ci aveva mostrato il futuro, ora Epilogue ci ricorda che quel futuro è arrivato. E stavolta il tempo non si riavvolge più. Quo vadis? Andiamo (siamo) alla fine. I Daft Punk esplodono.

Daft Punk

Dalle immagini di quell’esplosione, al minuto 5.04 di Epilogue parte Touch, il brano nato già per essere il loro testamento, l’ultimo comandamento prima dell’epilogo. Solo che di quella fine ci parlavano otto anni fa, ancora una volta saltando casualmente nel tempo e proiettandoci al futuro, a quel futuro che ora è il nostro presente. Sam Esmail, creatore e regista di Mr Robot, l’aveva capito. Inserisce Touch nel primo episodio della terza stagione. New York in questa puntata è in preda al caos, la rivoluzione di Elliot Alderson ha portato solo povertà, arrivismo e una pericolosa militarizzazione degli Stati Uniti.

Un blackout fa sprofondare nel buio la città: l’immagine fisica dell’oscurità e dell’oscurantismo che domina il mondo post Five/Nine Hack. Oggi la pandemia ci fa sentire allo stesso modo: barricati in casa, dietro maschere e mascherine, mentre là fuori imperversa il morbo. Il mondo trema, incerto e aggrappato a qualche speranza, Mr Robot non ci parla più e i Daft Punk si sono sciolti. Ma Mr Robot, Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo ci hanno lasciato un testamento. Sam Esmail, visionario saltatore randomico del tempo, sceglie i Daft Punk, sceglie Touch nel finale dell’episodio mentre Angela è intenta in un monologo.

La ragazza, l’unico, profondo amore di Elliot in Mr Robot, è stata plagiata da Whiterose.

Crede che tutto possa essere riavvolto, che un salto nel tempo sia possibile. Passare dall’ultima, drammatica traccia del cd della sua vita, della vita di ognuno, a quella iniziale, o giù di lì, quando tutto andava ancora bene. Quando i suoi genitori erano ancora vivi. Quando il mondo respirava alla luce del sole. E se chiudiamo gli occhi e facciamo click sulla settima track di Random Access Memories, saltando la precedenti e anticipando le successive, per un attimo anche noi crediamo che sia possibile. Che questo mondo possa tornare a due, tre anni fa. Quando le cose forse andavano male, ma andavano meglio di ora.

Angela Mr. Robot

Angela è sopraffatta dalla rabbia, dalla volontà di vendetta, dall’ideale utopistico che tutto tornerà come prima. Nella 3×07 ormai in preda a un delirio psicotico farà con il telecomando il rewind delle immagini televisive dei palazzi della E-Corp distrutti, affermando con sguardo folle che “Andrà tutto bene“. Ma quel salto randomico all’indietro non è possibile. Non possiamo riavvolgere il tempo, non materialmente. E allora rispettivamente Sam Esmail con Mr Robot e i Daft Punk con Touch ci mostrano la via.

Proprio mentre Angela sproloquia parte il brano. Touch, I remember touch //
Pictures came with touch // A painter in my mind. Non la vendetta che vuole Angela ma il tocco, sweet touch. New York torna illuminata. Il tocco è ciò che dà umanità, ciò che salva. Il tocco è quello che la pandemia ci ha tolto, il contatto con l’altro che è preambolo e presupposto dell’amore. Nel video di Veridis Quo i Daft Punk frantumano il casco, quasi a renderlo simbolo negativo della loro disumanizzazione. Ma sotto quel casco, le loro facce sono ancora fatte di circuiti. E allora ecco Epilogue, l’unica fine possibile: distruggere i propri alter ego per tornare umani.

I Daft Punk esplodono e rimangono solo due uomini, finalmente liberi.

Ma la risposta, allora, la risposta qual è? È tutta in quel tocco, nel tocco di Darlene che in Mr Robot salverà Elliot, nell’incontro delle nostre mani che torneranno a stringersi, a sentire il calore della pelle, la bellezza profonda di riscoprirsi umani. Torneremo ad amare, a baciarci. Kiss, suddenly alive // Happiness arrive. La risposta è tutta qui. Resistere e persistere come farà Elliot senza mai perdere la sua umanità.

Mr. Robot

Sam Esmail dopo due anni ci parla ancora, così fanno i Daft Punk riemergendo dal tempo, dal 2013, quando già indicavano, senza essere capiti, la via. Resistere. Hold on, If love is the answer you hold // Hold on,
If love is the answer you hold
. Tieni duro, amico, ci urla Elliot in Mr Robot. Anche se il tempo non si può riavvolgere, anche se non si può tornare indietro, costruiremo di nuovo la nostra umanità. Resistere.

Siamo nel 2021, Mr Robot si è concluso più di un anno fa, stiamo vivendo una pandemia globale che sembra non avere fine e i Daft Punk si sono appena sciolti. Ma noi resistiamo, convinti che la risposta l’abbiamo sempre avuta con noi. Convinti ostinatamente che la risposta sia l’amore.

Grazie Sam Esmail, grazie Daft Punk
Hold on, my friend

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