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Il posto più freddo è qui proprio dentro me, proprio nella mia testa

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Come abbiamo raccontato in questo articolo, Mr Robot ha affidato alla colonna sonora un ruolo di fondamentale importanza. Essa non fa da semplice sfondo agli eventi, ma contribuisce a connotarli, enfatizzandone la valenza attraverso note e parole. La musica in Mr Robot funge a tutti gli effetti da elemento narrativo: comunica qualcosa in merito alla storia, o ai personaggi, oppure agli snodi che l’una e gli altri si ritrovano ad affrontare. Alla luce di ciò riteniamo che Il posto più freddo del mondo avrebbe potuto affiancarsi alle canzoni che abbiamo sentito risuonare nell’opera di Sam Esmail senza risultare minimamente fuori posto.

Il posto più freddo del mondo, brano rilasciato da I Cani il 4 dicembre del 2015, ha uno stile intimistico totalmente affine a quello della narrativa di Mr. Robot.

Il pezzo è un vero e proprio manifesto della parabola esistenziale di Elliot Alderson, l’hacker schizofrenico e sociofobico protagonista della serie.

Mr Robot

Perché adesso la notte è finita e la luce è accesa e mi sveglio in un posto qualunque alle sette di sera e gengive, la serotonina, tornare a casa nel silenzio del bagno la luce tremenda e impietosa perché adesso la notte è finita e la droga è scesa ecco a voi la creatura più sola su questo pianeta e i brividi vengono su dalle gambe al petto il posto più freddo è qui proprio dentro al mio letto ti prego rimani con me ancora un momento ti prego rimani con me fino a che mi addormento ti prego rimani con me ti prego rimani con me ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego

La solitudine, il senso di abbandono, la droga come anestetizzante: sono questi i temi di cui è intriso il testo, gli stessi che segnano lo scorrere della vita di Elliot. È un testo estremamente icastico, quello di Niccolò Contessa. Ascoltarlo è come vedere materializzarsi davanti ai propri occhi lo scenario da esso descritto, scenario di cui è protagonista una persona segregata in casa, senza la voglia né la forza di uscire, immersa “nel silenzio del bagno” e colpita da “la luce tremenda e impietosa” che la punta dall’alto, simile a un indice accusatore. Uno scenario che ci riporta ad Elliot e a quei momenti di crisi vissuti nel suo appartamento, rannicchiato per terra, a fissare il vuoto con occhi vacui e riempiti di lacrime. Momenti in cui il mostro acquattato dentro di lui prende il sopravvento.

Le sostanze stupefacenti sono spesso utilizzate come strumento per rappresentare la condizione alienata dell’individuo. È ciò che accade in Mr Robot. Per Elliot farne uso è un modo per dissociarsi, per staccarsi da quella realtà a cui si sente estraneo e, soprattutto, da se stesso e da tutto ciò che esserlo comporta.

Provo questa sensazione: non so se lottare o scappare, costantemente. Dovrei scegliere una delle due opzioni. Io, Elliot Alderson, sono fuga, sono paura, sono ansia, terrore, panico.

Mr Robot, 1×06, “br4ve-trave1er.asf”

Ma la morfina è un palliativo e non una soluzione. Puntuale come il rintocco di un orologio, arriva il momento in cui “la droga scende” ed Elliot torna ad essere sopraffatto dalla sua condizione, schiacciato dal peso dei suoi stessi demoni. È in questi momenti che avverte con una spietata lucidità – la stessa che l’assuefazione riusciva nell’intento di offuscare – la siderale distanza posta tra sé e gli altri, quella voragine che lo squarcia dall’interno e lo porta a sentirsi “la creatura più sola su questo pianeta”.

Detesto quando non riesco a tenere a bada la mia solitudine

Mr Robot, 1×01, eps1.0_hellofriend.mov
Mr Robot

Quella raccontata da I Cani è la storia di un amore giunto al capolinea. Tra i versi della canzone ce ne sono alcuni che si rivolgono direttamente alla persona perduta e amata, una persona che si palesa tra le righe tramite la sua assenza e la sequela di preghiere e invocazioni che le sono rivolte. Nostalgia, desiderio, rimpianto; sono questi i sentimenti che traspaiono dai vari “Perché non passi qui”, “Rimani con me” e da quel “Ti prego” ribadito insistentemente in chiusura. Assumendo l’ottica di Elliot, a questa figura si potrebbe attribuire il volto di diversi personaggi di Mr Robot: Shayla, la prima da cui si sia mostrato emotivamente coinvolto; Angela, l’amica di sempre e un amore mai realizzato; Olivia, la sconosciuta con la quale si sviluppa un’inaspettata connessione. È lecita l’associazione con ognuna di loro, ma forse l’interpretazione più azzeccata è quella che si svincola da un piano prettamente e unicamente romantico per abbracciare il più generale bisogno di contatto umano nutrito da Elliot.

L’isolamento non è frutto di una scelta che Elliot compie, ma che subisce, un limite insito al suo stato interiore.

L’amicizia è l’opposto della solitudine. Non è un caso che Elliot assegni alle sue elucubrazioni un destinatario immaginario al quale si rivolge proprio usando il termine “amico.” Il ponte che la narrazione getta verso il pubblico con questo espediente è specchio di quello che Elliot desidera costruire per raggiungere l’altro. Nel corso di Mr Robot lo vediamo inseguire una serie di obiettivi: la distruzione della ECorp, l’abbattimento del sistema, la creazione di un mondo più giusto ed equo, poi lo smantellamento della Dark Army e la sconfitta di Whiterose. Un’agenda che innesca un moto centrifugo, indirizzando le energie di Elliot all’esterno, verso battaglie che si tengono al di fuori di lui, su un campo pubblico e non privato. Perché per quanto la realtà possa essere difficile da vivere, il posto più freddo del mondo è proprio dentro di lui, proprio dentro la sua testa, e ogni pretesto può diventare un salvacondotto con cui uscirne.

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