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Innamorato pazzo di Mr.Robot

Mr.Robot
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Sofferente e sentimentale. Molto più di quel che rivela la sua apparente natura da calcolatore. Quando non è sballato, ovvio. Elliot Alderson è decisamente uno dei personaggi più pieni di contenuti della nuova epoca seriale. Talmente geniale, talmente fuori dagli schemi, da ritrovarsi solo con se stesso per la maggior parte del suo tempo. Non è una scelta la sua, è l’unica via possibile. Perchè Elliot Alderson, il personaggio più altruista che io abbia mai incontrato nella mia ‘vita seriale’, è uno che deve nutrirsi di solitudine per fare del bene agli altri. Un altruista che per fare del bene deve stare da solo, e che nella solitudine ci sguazza. Paradosso dei paradossi. 

Ma si sa, la solitudine, mentale ancor prima che ‘fisica’, ti porta alla follia. E se poi hai tendenze autodistruttive, è peggio ancora. Elliot non è un solitario per scelta, è un solitario perchè quasi non ha scelta. Il suo visionario piano di salvataggio dell’umanità non può prescindere da uno stato di pressochè totale isolamento. Salvo poi presentarsi davanti al suo gruppo di hacker, sfoderare tutto lo straordinario carisma che il più delle volte lascia dormire beato, e (tele)comandare la rivoluzione. Perchè Elliot Alderson è un rivoluzionario, prima di tutto.

Un rivoluzionario vero. Ma soprattutto un uomo consapevole. Consapevole dei propri limiti, che prova faticosamente a gestire, molto spesso allontanando chiunque lo circondi. Il vero leader è soprattutto una persona che sa che il bene del gruppo viene prima del suo, e sa mettere in pratica questo dettame. Elliot sa farlo. Sarà un pazzoide, sarà sociopatico e sarà tutto quello che vogliamo, ma questo non glielo si può negare in nessun modo.

Ed Elliot, di fatto, rimane un rivoluzionario sul piano sentimentale prima ancora che su quello pratico. Se un’infinità di persone nel mondo ha amato Mr.Robot, è anche e soprattutto grazie all’empatia provata nei confronti di questo personaggio. Personaggio che di base è completamente anti-empatico, e siamo al secondo paradosso della serie .

Nonostante il suo caratteraccio, Elliot è amato perchè viene riconosciuto dal pubblico come un’anima pura. Mi ricorda un po’ Dr.House, sebbene i caratteri dei due personaggi presentino un’infinità di sfumature diverse: leader eccentrico ed autodistruttivo, animo purissimo, geniale, alla continua ricerca della giustizia e della verità.

Elliot Alderson è semplicemente ‘troppo’ per questa società, ed il troppo, si sa, stroppia. Dietro alla sua natura apparentemente ‘robotica’, c’è un’infinità di mondi che quasi hanno paura a voler uscir fuori. Nessuno sta al passo di Elliot: Elliot lo sa, e per questo Elliot si isola. Perdendosi nei meandri della sua mente, facendolo apparire a tratti debole, lui che di debole non ha proprio nulla.

Where is my mind, recita la canzone dei Pixies, sontuosa colonna sonora del finale della 1×09, probabilmente il più bel finale di puntata della serie. Nel confronto faccia a faccia con quell’altro squilibrato genialoide di Tyrell, Elliot si lascia andare. E con uno sguardo perso nel vuoto, ma mai come in quel momento tremendamente consapevole della direzione che sta prendendo la sua vita e di quelli che sono i suoi obiettivi, spara fuori un tanto semplice quanto incisivo: “I wanted to save the world”. Che segue alla domanda curiosa, irriverente ma allo stesso tempo estremamente reverenziale (ennesimo paradosso) di Tyrell “Why did you do it?”. Nello sguardo al solito cupo di Elliot, si accende una piccola, ma intensissima luce.

L’altruismo di Elliot è sicuramente misto ad un evidentissimo narcisismo, anch’esso abbastanza celato in superficie. Perchè diciamocelo chiaramente: Elliot Alderson sta dedicando la sua vita ad una missione, quella di definire le sorti dell’umanità. Elliot, muovendo pedine di ogni genere e scombinando i piani dei capitalisti, si sente una sorta di Dio sceso in terra. Non ha la pretesa di essere riconosciuto come tale, anzi se qualcuno gli fa notare le sue immense qualità quasi mostra fastidio, perchè ha interesse a tenersele per se. Ma quando è da solo, tra se e se, ha sicuramente dei momenti in cui regala se stesso all’autocompiacimento più spinto. Del resto, nessuno è perfetto.

Ci siamo innamorati di Mr.Robot non tanto per la trama, non tanto perchè in modi forse esagerati prova a raccontarci una parte della realtà a noi  tendenzialmente oscura, non tanto perchè è davvero un prodotto rivoluzionario nell’attuale panorama seriale. Ci siamo innamorati di Mr.Robot soprattutto per merito suo. Per merito di Elliot Alderson. Un personaggio che forse non saprà dove è la sua mente, ma di certo sa dov’è il suo cuore. Che batte in maniera forte ed intensa, con un piano meravigliosamente visionario: salvare l’umanità, anche se questo dovesse comportare il sacrificio di se stesso. Hai detto poco. 

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