Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla terza stagione di Mr. Robot
Uno che sapeva scrivere molto bene sosteneva che ognuno di noi fosse fatto della stessa sostanza dei sogni. Forse aveva ragione, forse no, ma una cosa è certa: nel momento in cui non si pensa all’essenza della nostra anima e si concentra l’attenzione sul meraviglioso delirio che Mr. Robot sta portando avanti da tre stagioni, ogni sogno si trasforma in un incubo. Spesso le rivoluzioni si rivelano essere fini a sé, e non portano in dote alcun risultato concreto, se non il terribile peso della disillusione. Quel che è peggio è che non detto manco che al sonno corrisponda un risveglio. Eppure non tutto è perduto: l’incubo peggiore che aleggia sulla testa di molti fan da almeno un anno potrebbe diventare presto realtà, e sarebbe il viatico di una svolta sci-fi sempre più incombente. Un rischio enorme, per una serie tv come Mr. Robot. Ma anche una grandissima opportunità. Per noi che la guardiamo e per i personaggi che la vivono in prima persona. Dove vogliamo andare a parare? Scopriamolo insieme. E prendete qualcosa per il mal di testa che vi verrà.
Come avevamo sottolineato qualche settimana fa a proposito dell’ipotesi sull’introduzione degli universi paralleli (se volete dargli un’occhiata, la trovate qui), qualcosa di grosso bolle in pentola. Non sappiamo cosa succederà, non sappiamo quando, ma gli indizi si stanno moltiplicando. E le teorie in gioco diventano più credibili. Una, più di tutte, aggiornata periodicamente da svariati fan di mezzo mondo, ha attirato la nostra curiosità, e assocerebbe la trama di Mr. Robot a quella di Matrix. Il nocciolo della questione (a differenza di tutto il resto) è semplice: il mondo dentro il quale si svolgono gli eventi non sarebbe reale, bensì una simulazione messa in atto da uomini o intelligenze artificiali del futuro. Pochi conoscerebbero la triste verità, e sarebbero stati informati dal misterioso Whiterose, intenzionato ad hackerare dall’interno il codice sorgente del sistema per trarre vantaggio dalla particolare condizione (non) esistenziale.
Perché si è arrivati a elaborare questa ipotesi? I primi indizi sono presenti fin dalla 2×11 di Mr. Robot, nella quale ci fu un dialogo molto criptico tra Angela e Whiterose. Scoprire il senso di quelle parole senza conoscere davvero il contesto è impresa molto ardua, ma se vogliamo davvero credere alla presenza di una realtà simulata, tutto diventa più chiaro. Dalla presunta programmazione della morte della Moss, non sopraggiunta perché lei “salta sempre fuori come una monetina”, ai continui riferimenti al valore del tempo (ininfluente nel caso della ragazza, vitale se si parla del leader della Dark Army), all’inesistenza del caso e alla necessità della fede, fino ad arrivare ai “sacrifici necessari” del padre di Elliot e la madre di Angela in nome del progresso umano, al potere della volontà che può tutto e, soprattutto, alla ridefinizione della “realtà“. Ognuna di queste parole può non voler dire niente a riguardo, ma la terza stagione sta alimentando la questione.
Dopo quell’incontro, infatti, gli atteggiamenti di Angela son diventati sempre più strani. L’obiettivo primario (vendicare la morte della madre) ha lasciato spazio ad un sogno apparentemente irrealizzabile (riabbracciarla), possibile grazie ad una “modifica degli eventi” più volte menzionata. La fede in Whiterose è diventata inscalfibile e granitica, portandola a fare quel che abbiamo vissuto nel meraviglioso piano sequenza della 3×05. A questo si aggiunge un timore reverenziale (naturale) nei confronti della morte che non esiste più (avete presente la rapina subita sulla metro nella 3×06?), tipico di tutti gli adepti della Dark Army, pronti a sacrificare la propria vita senza pensarci due volte. Come si potrebbe spiegare tutto questo? Con l’introduzione degli universi paralleli? Ne abbiamo già parlato, e molti degli indizi in gioco giustificherebbero anche l’esistenza di una realtà simulata. Whiterose è un Signore del Tempo e ci sarà la possibilità di viaggiare da un’epoca all’altra? Qualcuno ha valutato anche questa opzione, azzardando addirittura l’idea che Tyrell e Joanna possano essere il padre e la madre di Elliot e Darlene.
Qualunque direzione si voglia prendere, il rischio di sparare una cavolata è altissimo. Tuttavia, è innegabile che la presenza di una realtà simulata non precluderebbe la possibilità di viaggiare nel tempo o spostarsi tra gli universi paralleli. E farebbe luce su moltissimi misteri irrisolti in Mr. Robot, se non tutti. Darebbe un senso allo strano “macchinario” che abbiamo visto nella 3×01, situato in una centrale nucleare della ECorp. Potrebbe essere infatti un acceleratore di particelle che permetterebbe a Whiterose di verificare se la sua sia realmente una realtà simulata (oppure manipolarla per controllarla), e provocherebbe i frequenti sbalzi d’energia (o blackout) che abbiamo visto nell’arco di queste stagioni. Se questa teoria venisse confermata, Whiterose avrebbe manipolato Elliot per sostenerlo nell’eliminazione della ECorp e fare del bitcoin una valuta globale (l’unica) che arricchirebbe ulteriormente la Cina e gli permetterebbe di sviluppare il costosissimo esperimento con l’acceleratore di particelle, portato avanti anche grazie ai materiali grezzi provenienti dal Congo e, in precedenza, al “sacrificio” dei genitori di Elliot e Angela, morti di leucemia.
La svolta sci-fi di Mr. Robot, serie tv che fa del realismo una chiave fondamentale, prenderebbe così vita, con conseguenze difficili da prevedere. Eppure, così come abbiamo affermato a proposito degli universi paralleli, oggetto di ricerche approfondite negli ultimi anni, possiamo dire altrettanto della realtà simulata, la cui esistenza è sostenuta da svariati personaggi, più o meno autorevoli (senza scomodare Platone, Cartesio o Bostrom, Elon Musk è arrivato addirittura ad affermare che “esiste una possibilità su un miliardo che la nostra sia una semplice realtà”). E non possiamo non sottolineare che quasi tutti gli indizi che giustificherebbero la teoria andrebbero anche (se non più) in direzione degli universi paralleli. Se da una parte potremmo ritrovarci con un Elliot come unico bug del sistema virtuale (oltre che con l’“Effetto Mandela”, al quale la serie ha fatto riferimento a più riprese con il Progetto Berenstain e la ricerca del “film” Shazaam), dall’altra potremmo ipotizzare che Elliot non sia bipolare, ma subisca la presenza “reale” di Mr. Robot, suo omologo in un un altro universo parallelo.
Fermiamoci qui: quando una teoria entra nel campo della mera speculazione, non è più tale. Un po’ come la nostra realtà, non più reale se scoprissimo essere proprietà intellettuale di intelligenze artificiali o uomini del futuro. Ma questo è vero fino in fondo? Probabilmente no. D’altronde, la realtà che viviamo da anni con Elliot Alderson è relativa, figlia di una soggettività che prescinde dall’esistenza o meno di una riedizione a grande scala del vecchio The Sims ed è fondata invece sulla centralità delle percezioni. Vera o falsa che sia, questa teoria ci permetterebbe di vivere Mr. Robot da un altro punto di vista, nella quale la prospettiva interna, figlia di un’analisi raffinata della psicologia umana, troverebbe sbocco in un quadro maestoso e armonico. Rischiosissimo, ma potenzialmente affascinante. A quel punto, l’universo di Mr. Robot ricorderebbe da vicino l’acquario del pesce di Whiterose, portato alla morte dalla vanità di un Dio cinico e capriccioso che vive al di sopra di ogni cosa. In fondo sarebbe un incubo. Alla faccia di chi si domanda da una vita se il mondo in cui viviamo non sia altro che un sogno.
Antonio Casu
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