Tre. Il numero perfetto. Il numero della Trinità, delle tre nature di Dio. Padre, Figlio e Spirito Santo. La croce torna prepontente in questa 4×02 di Mr Robot. Occupa uno spazio centrale, prendendosi quasi ininterrottamente l’ultimo quarto di episodio. È là, sullo sfondo mentre Elliot parla al telefono. Mentre Darlene soffre e si confessa.
È là quando la rivelazione avviene.
Quando la terza natura viene annunciata. Dio, nell’interiorità della nostra psiche, non è altri che noi stessi. Siamo noi, scissi, eppure riuniti in un unico Essere. Padre, Figlio e Spirito Santo come Io, Es e Super-Io. La croce è la morte del Figlio, di Elliot. Ma è anche l’anticipazione della sua resurrezione. Di quel ritorno alla vita a cui abbiamo assistito nel finale della scorsa puntata.
In Elliot la natura di Dio, la natura dell’Uomo, ha subìto una scissione violenta. Il paradiso terrestre si è infranto in un tempo passato ormai nebuloso. Da allora il Figlio ha vissuto separato dal Padre mentre lo Spirito si allontanava da lui. Mr Robot è rimasto sopito, per molto tempo. Incontrollata ma latente potenza che ha atteso il tempo della croce per manifestarsi.
Elliot si è fatto, volente o nolente, strumento del Padre, di Mr Robot. Di quell’essere che aveva come missione finale la salvezza dell’Uomo, la salvezza di Elliot tutto. “Era compito tuo controllarlo“, diceva la Madre rivolgendosi al Padre nella 4×01. Mr Robot ha provato a farlo: come Dio di sé stesso si è incarnato in Elliot, lo ha posseduto. Non era quello, però, il suo posto. Neanche Dio può imporsi sul Figlio.
Eppure la ricomposizione è avvenuta, seppur parzialmente.
Il Figlio è tornato al Padre, ha ripreso possesso della sua memoria, della sua croce, con tutti i traumi e i dolori che questo ha comportato. Elliot ha ricordato: la sua infanzia, il dolore per la perdita del suo Dio, di quel padre apparso d’improvviso impotente di fronte alla morte. Dio era morto due volte, ucciso, la seconda, da Elliot che lo ha trasfigurato dentro di sé in qualcosa di altro: l’Es, la sua rabbia repressa, il suo bisogno di potenza e di controllo sul mondo. Ora lo sa.
Ma Elliot, quel mondo, non può controllarlo. Non può farlo neanche avendo accanto il Padre. Tutto illanguidisce attorno a lui. La morte si allunga inesorabile non risparmiando indistintamente chi gli è caro e chi no. La sua risposta, ancora una volta, è l’apatia esteriore. Il rifugio più tranquillo all’indecifrabile, in-hackerabile complessità della vita. Anche se, come abbiamo visto già nella scorsa stagione, Elliot ora ha iniziato a “sentire” e a piangere.
Dentro di lui, invece, tutto si agita. C’è un intera metropoli con edifici in costruzione. Grattacieli svettanti che si radicano nella psiche. È in uno di essi che la Madre recupera il Figlio, come Maria con Gesù bambino, perso e ritrovato, dopo tre giorni, al tempio.
In Mr Robot il tempio di Elliot è la sua mente.
Il suo “Io” bambino è nient’altro che la sua fanciullezza, la spensieratezza che non ha mai realmente provato. Il desiderio di quella semplicità e immediatezza alla vita che ora gli è irrimediabilmente preclusa. Così la Madre è il desiderio d’affetto, quel calore materno che la vera madre gli ha sempre negato nella sua disfunzionalità.
Elliot ha creato i suoi stessi dèi: non sono altro che istanze della sua mente, desideri repressi, feticci. Mr Robot-Padre: la volontà di potenza, il controllo sul mondo laddove il vero padre si era inchinato ai più forti, impotente di fronte alla malattia. Elliot-Bambino: il desiderio di infanzia e purezza. La Madre: il bisogno d’amore. In questo presepe interiore manca però qualcosa.
Manca la stella, il soffio invisibile, lo Spirito.
Padre, Figlio e Spirito. Se i primi due agiscono e interagiscono, lo Spirito è qualcosa di meno fisico. È un vento leggero che permea tutto e che talvolta finisce per manifestarsi in un turbinio potente. Non è ancora giunta la biblica “pienezza dei tempi”. Come rivela la madre: “Non sono ancora pronti“. Il percorso di Elliot non è ancora giunto al compimento.
Bisogna attendere la discesa dello Spirito. Se Elliot è l’Io, Mr Robot l’Es, allora lo Spirito sarà il Super-Io. Sarà un censore, un controllore silenzioso che funge da stella polare della morale interiore. Da qui proviene il senso di colpa, la tensione costante e insuperabile verso un modello di perfezione irragiungibile.
Nelle scorse stagioni Krista, la psicologa di Elliot si era fatta carico, in maniera incerta, di questo ruolo. Non sappiamo se sarà lei la guida morale di Elliot o se la sua psiche ne avrà scelta una diversa, legata, forse, come tutte le altre sue istanze interiori, all’infanzia, al momento, cioè, in cui in lui avviene la frammentazione dell’inconscio.
Elliot deve ancora prendere consapevolezza di sé, di tutto sé stesso.
Solo quando questo accadrà potrà portare a termine la sua missione di salvezza. Una salvezza umana ma soprattutto personale. In quel momento salirà sulla croce, accoglierà il suo ruolo e diventerà realmente Dio di sé stesso, per la propria salvezza interiore. Per rimediare ai propri errori e iniziare a vivere, ad amare, davvero.