Non è facile trovare dei veri e propri prodotti sperimentali, è sempre bello quindi riuscire a scovare, indagando a fondo i meandri delle nostre piattaforme streaming di fiducia, qualcosa che possa davvero definirsi unico nel proprio genere (anche se remake americano della britannica Murder in Successville). Perché questo è ciò che rappresenta Murderville, produzione Netflix basata su un concept davvero innovativo e che mischia gli stilemi di una serie tv crime a stampo comico con il sempre affascinante ramo dell’improvvisazione. Creata da Krister Johnson (autore di Wet Hot American Summer e di Medical Police) e prodotta e distribuita da Netflix, Murderville segue le divertenti indagini del Detective Terry Seattle, interpretato da un grandioso Will Arnett (Arrested Development, BoJack Horseman) e dei suoi vari assistenti che si alternano di episodio in episodio.
L’uomo è stato privato infatti della storica partner Lori, uccisa in servizio in circostanze misteriose che continuano a tormentalo anche ad anni e anni di distanza e necessita di qualcuno che possa assisterlo nelle sue indagini.
Ma dove sta il fattore di originalità in Murderville?
Esso risiede nel fatto che, se anche prevede un canovaccio di base in cui i suoi vari interpreti vanno effettivamente a rivestire un ruolo e a pronunciare le proprie battute, la serie inserisce al suo interno anche una guest star a episodio completamente ignara di quel che la attende e si ritrova a dover improvvisare ogni sua singola parola, mentre viene calata in esilaranti scenari che mettono a dura prova tutta la sua serietà. Tra gli ospiti, d’altra parte, troviamo nomi di un certo spessore che vanno dal presentatore Conan O’Brian alla diva Sharon Stone, passando per i buffissimi Kumail Nanjani e Ken Jeong.
“Lui è Terry Seattle, divisione omicidi. Per Terry un nuovo giorno significa un nuovo caso di omicidio e un nuovo ospite famoso come partner. Ma c’è un colpo di scena. All’ospite non è stato dato un copione. Non ha idea di cosa succederà. Lui e Terry dovranno improvvisare per tutta la durata delle indagini. Ma sarà solo l’ospite a decidere chi p l’assassino. Unitevi a loro in questo viaggio di sola andata… Per Murderville.“
L’introduzione della serie Murderville di Netflix
Murderville: ossia quando l’improvvisazione fa da motore
Sei puntate e uno speciale natalizio che, seppur passati un po’ in sordina, vale davvero la pena di recuperare non solo per farsi una risata, ma per vedere con i propri occhi un esperimento che col tempo potrebbe vedere degli emuli o degli interessanti eredi. Perché sì, questa particolare produzione Netflix ha parecchi assi nella propria manica! Innanzitutto, non manca di certo l’aspetto umoristico: nata come parodia dell’abusatissimo genere poliziesco procedural, Murderville ci presenta un protagonista davvero esilarante, stereotipo della classica idea di poliziotto d’altri tempo, baffuto, solo e con un passato che ritorna a galla che funge anche da divertente narratore. Il contrasto tra le assurde e paradossali situazioni in cui l’uomo si ritrova contrastano perfettamente con la sua professata serietà, cosa che crea un fantastico effetto comico che sorprende non solo lo spettatore, ma anche le stesse guest che si ritrovano a interagire con lui.
Tra puntate più riuscite e altre meno, ciò che spicca maggiormente all’interno di questa produzione Netflix è, infatti, proprio la presenza di questi particolari ospiti/nuovi assistenti del nostro Terry Seattle. In base alla prontezza di spirito, alla voglia di divertirsi e di lasciarsi andare di ognuno di loro possiamo infatti ottenere episodi più o meno interessanti e divertenti. Tutto si basa, infatti, oltre che sulla chimica da loro instaurata con il mitico Will Arnett e con gli altri membri del ristretto cast della serie, alla prontezza del saper improvvisare e stare al gioco, un’arte dal grande fascino e che riesce spesso a suscitare grandi soddisfazioni. Immaginatevi di ritrovarvi a essere l’unica persona a non avere bene idea di cosa stia effettivamente succedendo, di non avere la minima idea di cosa potrebbe attenderlo: l’unica soluzione è riuscire ad adattarsi agli altri e vedere come le cose possano andare, in un contesto in cui il confine tra ciò che viene stabilito dal copione, dai sospettati e i vari agenti di polizia e ciò che viene improvvisato sul momento si fanno sempre meno nitidi.
A metà tra questi due mondi, spicca proprio la figura di Will Arnett, vero e proprio capitano della nave che si pone da intermediario tra fiction e realtà, tra sceneggiatura e inventiva, andando a coinvolgere nel migliore dei modi l’ospite con le indagini e a rapportarsi con i “personaggi non giocanti” della storia (se volessimo usare il lessico specifico dei videogiochi) non solo per la risoluzione dei casi, ma anche per portare avanti le divertenti trame orizzontali che caratterizzano la serie, come il tormentato rapporto con l’ex Rhonda e il tanto famigerato omicidio della collega Lori.
Il risultato è una storia divertente che gioca con il demenziale, il nonsense e la capacità del cast di mantenere una certa serietà anche nei momenti più parodistici e di fronte ai personaggi più caricaturali, una sorta di “cena col delitto” dove però a farla da padrona su tutto è il grado di comicità ottenuto.
A suscitare le risate nel pubblico sono tanto le battute del canovaccio seguito dal cast quanto le buffe pensate che il personaggio di Terry e i suoi ospiti riescono a mettere in scena cercando allo stesso tempo di rimanere in parte. Tuttavia, non possiamo nemmeno evitare di citare anche i momenti in cui il gioco dell’improvvisazione crolla, per forza di cose, su se stesso e le guest, sopraffatte dalla comicità della situazione, non possono per primi fare a meno lasciarsi andare a grasse risate, che cercano inutilmente di nascondere. E come dare loro torto, d’altra parte? Gli attori calati tra gli scenari di Murdeville sono al contempo spettatori e attori e faticano a reggere il peso delle demenziali indagini in cui sono calati e alle quali sono invitati a partecipare in prima persona perché proprio a loro spetta la risoluzione finale.
Stare attenti, prendere nota senza farsi troppo distrarre dalle battute e dai personaggi con cui si trovano a interagire, prestare attenzione a indizi e dettagli utili alla risoluzione del caso, che spetterà loro dimostrare. Uno show interattivo che, se anche non prevede la partecipazione effettiva del pubblico, può presentare esiti diversi a seconda dell’ospite di turno che va a decretare il colpevole e che può tanto indovinare quanto sbagliare la risoluzione del caso. Insomma, un prodotto ibrido la cui formula potrebbe essere facilmente esportata ad altri generi e tipi di produzione ma che cela in sè un altissimo potenziale da tenere assolutamente d’occhio e su cui, a parer nostro, Netflix dovrebbe proprio investire.