Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di My Lady Jane
My Lady Jane (qui la nostra recensione) parte da un assunto particolare: la regina Jane, realmente esistita nel 1553 (se vi va di approfondire la vera storia), non morirà e dimostrerà, invece, la sua caparbietà. Già da questo possiamo intuire che il tipo di narrazione che stiamo per vedere sarà quantomeno ironica. Un po’ alla Bastardi senza Gloria, My Lady Jane riscrive la storia. E non contenta lo fa con stile, ironia e un pizzico di irriverenza. Si fa per dire, in realtà è molto irriverente. È inglese. Ma soprattutto lo fa, neanche troppo velatamente, con un occhio su Bridgerton e su quelle storie che del romanticismo fanno il loro fulcro. Jane Grey, infatti, non è la donzella da salvare e non sarebbe nemmeno quella da sposare. Jane Grey è la primogenita di una madre incredibilmente insopportabile, legata solo alla posizione sociale, a discapito di tutto. Letteralmente. Jane, invece, è una donna di sani princìpi, che non si rassegna a essere data in moglie a uno sconosciuto. Spoiler: fino a che non scopre che è bellissimo e super ribelle anche lui. A quel punto si rassegna più facilmente. La storia di Jane parte dalla sua inclinazione alla ribellione, dalla sua voglia di essere indipendente, a differenza delle figure femminili che la circondano. E quindi, riscrive la storia. Che invece di vederla decapitata, la vedrà scaltra e agguerrita, ma anche felice e contenta. Come ogni favola che si rispetti. Un po’ come Bridgerton, quindi, alla fine.
1. “Lady Jane Grey: intellettuale, ribelle. Discreta rompiballe”. Potrebbe essere la sua bio su Tinder
Quante volte abbiamo desistito dall’iscriverci a Tinder solo perché volevamo che la nostra bio fosse divertente e brillante ma non ci veniva in mente niente? Chi non si ritrova in questa situazione, sta mentendo. A noi e a se stessa, o se stesso. E invece Jane Grey, che vive nel 1500 e che si deve accontentare di quello che passa il convento (anche se va detto che il suo convento è stato piuttosto magnanimo ad affibbiarle qualcuno) ci insegna una cosa facile: basta essere oneste, limpide, chiare. Siamo intellettuali? No. Intellettualoidi semmai ma l’importate è l’attitudine. Siamo ribelli? Certo, se per ribelle si intende sorridere quando la vecchietta alle poste si accorge che tu hai prenotato online e quindi le passi avanti. Siamo rompiballe? Bhè questo forse sì, ma per una giusta causa. La nostra, chiaramente. E allora Jane Grey, che d’altronde ci insegna a perorare una causa in cui si crede con tutte le forze che si hanno in corpo, ci insegna anche a vivere meglio coi nostri difetti. Anzi, meglio ancora, a renderli una virtù. Poi se con questa bio ci dovesse capitare anche qualcuno simile a Guildford, diciamo che non sarebbe male.
2. L’irriverente voice over è sicuramente un riferimento (per niente sottile) a Bridgerton, ma ricorda la voce di Dio in Good Omens. Soprattutto perché fa molto più ridere
Il riferimento a Bridgerton è palese in My Lady Jane, è dichiarato in un certo senso e accompagna la serie tv in tutta la sua interezza. Con le dovute differenze, chiaramente. La serie si propone come una sorta di lato oscuro di Bridgerton, come una storia che ti racconta davvero che succede quando fai la ribelle, quando odi tua madre e quando sembri essere l’unica con un po’ di sale in zucca. Per questo ultimo punto mi sento di garantire per Jane, per le ragazze di Bridgerton meno. Uno dei riferimenti più chiari a Bridgerton è l’utilizzo del voice over, che ci racconta la vera storia, quella dei Tudor e poi la storia di Jane, quella riscritta solo per noi. Ma anche solo vedendo la prima puntata, nonostante sia chiaro il rimando, il voice over di My Lady Jane ci ricorda più quella di Good Omens. Certo, in Good Omens il voice over era quello di Dio, donna per giunta. E che donna, su Frances McDormand non si discute. Ma altrettanto irriverente, altrettanto inglese, la voce fuori campo di My Lady Jane è divertente, non ha filtri, è coerente con la sua protagonista. Quella roba melensa di Bridgerton ce la lasciamo alle spalle. Insieme a tutti quei vestiti pomposi e alle sdolcinate storie d’amore patinato e prevedibile. E soprattutto ci lasciamo alle spalle quei corsetti mangia voglia di vivere, e ci concentriamo di più sui cavalli, sulla fuga e su un sacco di altre cose strane ma molto interessanti.
3. Jane dà della mercenaria alla madre dopo nemmeno dieci minuti. Se lo avessero fatto i figli di Lady Bridgerton al minuto uno ci saremmo risparmiati gran parte della sofferenza
Per il virgolettato in questione, vi suggeriamo di andare a recuperare My Lady Jane. Fidatevi, ne vale la pena. Anche solo per esorcizzare quel malessere che tutte le mamme di Bridgerton ci hanno lasciato addosso. Jane Grey, invece, comprende subito quale sia la radice di tutti i suoi problemi e, lungi dall’incappare in un complesso edipico noioso e già visto, si emancipa da tutto questo in mezzo secondo. E pensare che molte di noi ancora non ce l’hanno fatta. Jane Grey, invece, ci da una bella lezione di indipendenza e anche di maturità. Del tipo che andrebbe fatta vedere nelle scuole. Alle medie. Se Daphne Bridgerton avesse avuto la stessa lungimiranza di Jane Grey, molte delle nostre pene sarebbero state quantomeno più lievi. O almeno ci saremmo risparmiati gran parte dei piagnistei. Il bello di My Lady Jane è che la protagonista non si piange addosso e questo si intuisce già dalla prima puntata, dai primi quindici minuti. Sua madre la forza a fare qualcosa? Bene, lei prende baracca e burattini e se ne va per conto suo dove le pare, mandandola anche sonoramente a quel paese. Siamo d’accordo che, tra tutte, è la lezione di vita migliore della serie?
4. Susanna è un falco, un’etiana. In altre parole, una strega. È già tutto molto più interessante di Bridgerton
Una premessa che va fatta su My Lady Jane è che ha del fantasy al suo interno. E la cosa pazzesca è che ci sta. Ci piace. È fatto veramente bene. Anche qui, ogni riferimento non è puramente casuale. Non il nostro, quello di My Lady Jane. Comunque, nell’universo parallelo in cui si muove la serie esistono i “veritiani”, persone comuni, noiose e per niente fantasiose, e gli “etiani”, uomini e donne con l’abilità di trasformarsi in un animale guida ogni volta che vogliono. Persone davvero ribelli, molto più interessanti. Praticamente delle streghe e dei maghi. Adesso diteci se in Bridgerton ci sta qualcosa che ci esalti così tanto. La risposta è no. Susanna, nello specifico, è la domestica di Jane, che è anche la sua migliore amica. Quest’ultima nasconde alla padrona di essere un’etiana, e quindi di trasformarsi in falco ogniqualvolta ne abbia voglia o bisogno. Chi non vorrebbe farlo? Che facciamo a Ferragosto? Un battito di ali e via! Tutto ciò rende molto più interessante l’intera storia di My Lady Jane che si tinge, quindi, di una tinta più fantasy. Come se gli intrighi di corte non fossero già abbastanza fantasy. Ed è così che ci scordiamo dei Tudor e ci ricordiamo di Camelot, di Artù e soprattutto di Morgana.
5. Un misto tra Jane e Lady Marion? Irrilevante, non serve né Tarzan né Robin Hood. Jane è Morgana. Guilford è un accessorio. Finalmente
In realtà Jane non è Morgana, o almeno non nel senso letterale del termine. Da quel che si può evincere dalla prima puntata, Jane Grey è una veritiana, senza alcun potere di trasformazione. Lo intuiamo dallo sbigottimento alla vista dell’amica Susanna che si tramuta in falco per volare via e lasciarla in mezzo ai guai. Forse è per quello che è sbigottita. Ma questo c’entra poco. Jane Grey non sa trasformarsi, è un’umana qualunque. Nonostante questo, ha i suoi modi per essere Morgana. Per essere, cioè, fiera della sua femminilità, ribelle fino al midollo, incapace di fare qualsiasi cosa che non le sia congeniale. Jane Grey è Morgana perchè è una rompiscatole ma che ha ragione di esserlo. Artù, come da tradizione d’altronde, diventa un accessorio poco importante. Alla stregua di quel paio di occhiali da sole che hai ereditato da tua nonna che tieni solo perché sono di marca, ma in realtà ti fanno schifo. Per Jane si chiama Guildford, ma il concetto è il medesimo. Poi c’è da dire che probabilmente, andando avanti, la sua repulsione nei confronti di Guildford svanirà. Più che altro perché il tipo è seducente e molto misterioso. Non so perché ma il sentore di plot twist amoroso ce l’ho avuto (se è per questo, avevo anche ragione, qui per approfondire). Ma comunque Jane Grey ci ricorda molto una Morgana stufa delle pressioni sociali, che ha sempre pronto il cavallo per scappare e soprattutto che – a differenza di molte damigelle in Bridgerton – lotta prima di tutto per se stessa. E per conquistarsi una bio di Tinder da paura.