ATTENZIONE! L’articolo potrebbe contenere SPOILERS della serie My Lady Jane.
Udite, udite, avvicinatevi per ascoltare la novella di My Lady Jane e di come questa fantasmagorica, entusiasmante e provocante serie tv abbia salvato la nostra estate seriale. Lo show, ispirato all’omonimo romanzo di Jodi Meadows (e disponibile sul catalogo Amazon Prime Video) racconta di quella sfortunata e poco conosciuta Lady Jane Grey, “la regina dei nove giorni”, che regnò in Inghilterra dopo la morte di Edward VI. Ah, allora si tratta di un dramma storico? No, perché per raccontare la storia delle malaugurate vicissitudini di Jane Grey e di quel periodo storico turbolento, la Meadows nel libro e Gemma Burgess nella serie optano per un‘ucronia fantasy. In questa versione alternativa della realtà, i Protestanti sono mutaforma in grado di trasformarsi in animali che vivono nascosti e braccati dai cattolici.
State bene in guardia però a dare per scontato di aver già capito tutto di questa serie tv. Perché la sensazionale My Lady Jane ha più di un asso nella manica e tutte le carte in regola per diventare il vostro nuovo guilty pleasure (qui la lista delle preferite dalla redazione di HOS). Troppe metafore sul gioco, sono d’accordo. Allora sentite un po’ qui.
Si dà il caso che re Edward VI sia un tipo parecchio simpatico, particolarmente affezionato a Jane Grey, sua cugina, ma circondato da persone che lo vorrebbero vedere morto. Succede quindi che venga avvelenato per lungo tempo, credendo così di essere ammalato di tubercolosi o di qualche altra di quelle malattie che andavano tanto di moda al tempo. Edward muore, no non per davvero ma tutti sono convinti di si. Testamento alla mano, esce fuori che il re ha nominato sua erede la cugina Jane, in barba a quella pazza furiosa di Mary Tudor.
Lady Jane Grey diventa quindi regina, con tutti gli occhi puntati addosso, un complotto in agguato e, come se non bastasse, si è appena sposata con il tenebroso Guildford Dudley. Terribilmente affascinante ma malauguratamente è anche un Ethian.
Jane vuole il divorzio, Guildford vuole una cura. I due stringono un accordo ma la ship frenemies to lovers è appena dietro l’angolo. Nel frattempo Jane si convince che gli Ethian non sono poi così malvagi e decide di abolire la Division Law, non tutti a corte sono così aperti mentalmente. E cosa succede quando in un regno, il sovrano non ha più l’appoggio generale? Un bel colpo di stato e tante decapitazioni. Mary Tudor imprigiona Jane e le ruba la corona e il trono, aiutata da Lord Norfolk e dal consigliere/schiavo sessuale Seymour. La situazione degenera quando la nuova dispotica sovrana scopre il segreto di Guildford imprigionandolo e condannandolo a morte insieme a Jane.
Ma la trama rimarrà legata alla tragica verità storica o sceglierà un lieto fine per i nostri beniamini? L’unico modo per scoprirlo è recuperare questa brillante serie tv.
Sarà l’estate, sarà la nostalgia canaglia, sarà la malinconia da millennials ma, nell’esatto momento in cui inizia la prima puntata di My Lady Jane, ti rendi conto di averne avuto un estremo bisogno. Perché la serie tv ha davvero tutto quelle serve per un ottimo guilty pleasure che si rispetti: il dramma, i costumi, personaggi secondari esilaranti, steamy scenes, un’eroina impavida e un protagonista da batticuore. Aggiungiamo anche una componente fantasy che rende il tutto ancora più frizzante e il gioco è fatto. Soprattutto quando la componente fantasy ti ricorda dannatamente da vicino un film che urla anni Ottanta (ma perché siamo così fissati?).
Partiamo per gradi, però, perché non sia mai che la gen Z che legge questo articolo pensi di non essere inclusa nella conversazione. Tranquilli, My Lady Jane ha pensato davvero a tutti. Non posso però ignorare il fatto che io, cresciuta a Fantaghirò e film del ciclo “Fantastica Avventura” la domenica pomeriggio, non mi sia sentita particolarmente chiamata in causa. Iniziamo allora proprio dal fantasy. Il caro buon vecchio genere che tanto unisce quanto divide, che si dirama peggio di un albero secolare con categorie e sottocategorie tali da riempire un libro intero.
Il fantasy di My Lady Jane è quanto di più lineare possa esistere. L’Inghilterra di epoca Tudor è totalmente rivisitata e divisa in due categorie: gli esseri umani e gli Ethians. Eppure, proprio nella sua semplicità troviamo la grande forza dello show. Gli Ethians rappresentano una metafora dei veri protestanti che sono stati perseguitati nella realtà storica. Soprattutto con la salita al trono di Bloody Mary. Un fantasy fresco e arguto che non perde, tuttavia, occasione di parlare di disuguaglianze, di confini e di paura del diverso.
Così My Lady Jane sarà pure un guilty pleasure ma un guilty pleasure con il cervello.
In questa corte fantastica entro cui si svolge l’azione, non mancano poi personaggi di tutti i tipi e relazioni totalmente diverse l’una dall’altra. La serie tv è effettivamente figlia del suo tempo, con una leggera strizzata d’occhio al politicamente corretto e la presenza della componente LGBTQ+. Senza mai stonare o eccedere ma semplicemente accompagnando i gusti di tutti. Ed ecco dunque che, oltre al fantasy, l’altro elemento mirabolante di questo show è la romance.
“She could have been the leader England needed. Instead, history remembers her as the ultimate damsel in distress. Fuck that.”
– Il narratore
Negli otto episodi di My Lady Jane succede davvero di tutto. La storia della povera “regina dei nove giorni” viene condensata prendendosi, allo stesso tempo, diverse libertà narrative. Che non guastano per nulla, anzi fanno la felicità delle nostre piccole anime trash. Mary Tudor, nota per l’indole sanguinaria, qui diventa una dominatrice con un serio problema di gestione della rabbia. Edward VI non muore ma ottiene la sua meritata rivincita sulla storia e capisce di essere attratto da affascinanti sconosciuti. La madre di Jane è una donna emancipata con una predilezione per i toy boy e nessuna ragazza è costretta ad andare a letto con vecchi bavosi, affetti dalla gotta.
Insomma, il dramma storico diventa più un teen drama che fa ridere, emozionare e sognare a occhi aperti in questo inizio d’estate.
A coronare il tutto ci pensano due protagonisti magnetici, Emily Bader ed Edward Bluemel, nei rispettivi panni di Jane Grey e Guildford Dudley. Sono loro, e la loro enemies to lovers (qui il nostro articolo a riguardo), il fiore all’occhiello di questa serie tv. Ultimi di una lunga e onorevole discendenza di “da nemici ad amanti” che conta tra i suoi più illustri membri le coppie Buffy-Spike (qui trovate il nostro focus), Elena-Damon, Mr.Darcy-Elizabeth Bennet e praticamente tutte, ma proprio tutte, le più grandi storie d’amore del cinema e delle serie tv. Sfidateci a dire il contrario.
Jane e Guildford si conoscono per caso, senza sapere di essere promessi. La scintilla scatta subito ma nessuno dei due è pronto a cedere. Troppo presi dai loro desideri e obiettivi individuali per rendersi conto che in coppia, tutto sommato, si lavora decisamente meglio. A rendere questa romance ancora più irresistibile ci pensa la fastidiosa metamorfosi alla quale Guildford non riesce a opporsi e che lo porta a trasformarsi ogni mattina in cavallo. Mi sa che qualcuno adora Ladyhawke quanto me. Nel 1985, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer erano protagonisti di questo fantasy meraviglioso e intramontabile. Ambientato in Francia, nel XIII secolo, raccontava di due innamorati, Isabella ed Etienne, colpiti dalla maledizione di un malvagio e viscido vescovo e costretti a non poter stare insieme. Infatti, di notte lui si trasforma in lupo mentre di giorno lei si trasforma in falco.
My Lady Jane riprende tanto di quel classico, anche se decisamente in maniera più appassionata e moderna.
Frizzante, divertente, sexy e intelligente. My Lady Jane è il rischio che Prime Video ha deciso di correre, trasformandolo in successo. Partendo da un libro poco noto e da un personaggio storico ancora meno noto, la serie tv creata da Emma Burgess arriva al momento giusto, pronta a cavalcare l’onda dell’estate. Perché la verità è che a volte il guilty pleasure è davvero l’unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno. Serve a prenderci e prendere questa vita meno sul serio, a fuggire un po’ dalla quotidianità e dai problemi. O più semplicemente a viaggiare con la fantasia in un mondo dove le persone possono trasformarsi in animali e le fanciulle non sono così in pericolo.