Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su My Lady Jane.
C’era una volta, una principessa in pericolo che aspettava nella torre più alta di un castello che il principe abbattesse il drago e la salvasse. Ma, dato che la salvezza tardava ad arrivare, la principessa decise che avrebbe fatto meglio a prendere in mano la situazione. Così, parlò con il drago e risolse tutto diplomaticamente (per quanto si possa parlare di diplomazia con un drago). E, infine, lasciò la torre per correre verso il suo “per sempre felice e contenta“. Ora, in My Lady Jane (qui trovate la nostra recensione) la storia non va proprio così, ma sicuramente la Serie TV disponibile su Prime Video è una prova di come le principesse siano perfettamente in grado di salvarsi da sole.
Ispirata alla storia vera della regina Jane Grey, la Serie Tv è un What If fantasy, in cui a regnare è l’unico figlio maschio di Enrico VIII, Edward Tudor. In questo universo, l’Inghilterra è una terra divisa tra i Veritiani e gli Ethiani, esseri umani dotati della capacità di tramutarsi in animali.
Questa particolare caratteristica li ha resi vittime di pregiudizi e di leggi discriminatorie, condannandoli a vivere in esilio e in povertà.
Protagonista di questa storia è la giovane Lady Jane Grey (Emily Bader), figlia primogenita di Frances Grey e amata cugina di Edward. Intelligente, diretta e per nulla interessata al matrimonio, Jane vuole pubblicare il primo libro di piante officinali e del loro uso. Il suo sogno, tuttavia, si infrange contro le ambizioni politiche di sua madre. Infatti, per salvare la famiglia dal collasso economico, Jane è promessa in sposa all’odioso Guildford Dudley (Edward Bluemel). I due si detestano a prima vista (rendendo la loro storia un delizioso e inaspettato slow burn di enemies to lovers), nonostante una certa attrazione fisica e mentale li spinga l’uno verso l’altra.
La situazione cambia quando Jane scopre per caso che Guildford è un Ethiano. Tuttavia non è incapace di controllare il suo potere e ogni mattino si trasforma in cavallo, ritornando umano solo al calar del sole. Guidlford ha scelto di sposare Jane perché sa che solo lei, con la sua intelligenza e conoscenza, è davvero in grado di trovare una soluzione alla sua condizione. La coppia decide perciò di stringere un patto: Jane aiuterà Guildford e lui in cambio le concederà il divorzio. Peccato che nel loro piano geniale si intromettano una corona, intrighi politici e l’amore…
In My Lady Jane la principessa decide di non comportarsi come le hanno sempre detto di fare
Di Jane Grey, protagonista di My Lady Jane, viene evidenziata una caratteristica fin dalla prima volta che appare sullo schermo. Jane è intelligente, ama leggere e studiare e non sogna il matrimonio, ma solo la libertà. Di poter pubblicare il suo primo libro sulle proprietà benefiche di piante officinali e di viaggiare per il mondo. Senza nessun marito che le dica cosa fare.
Questo perché, persino nell’Inghilterra ucronico-fantasy ideata da Gemma Burgess e tratta dal romanzo di Jodi Meadows, le donne non sono che proprietà degli uomini al pari di un cavallo o di una casa. Nessuna donna, in quell’epoca, è in grado di essere indipendente. Non può possedere qualcosa a suo nome, né godere della libertà, a meno che non gliela conceda il marito. Persino, il suo corpo non le appartiene ed è solo un mezzo per assicurarsi un erede e perpetrare così la linea di sangue del consorte.
Ben consapevole di questa situazione, Jane decide di rispondervi con un sonoro “Ma che c****” .
La ragazza preferisce perciò coltivare i suoi studi e la sua intelligenza, piuttosto che diventare la moglie trofeo di qualche nobile e perdere la sua libertà. E, infatti, l’intelligenza e astuzia di Jane, così come la sua profonda empatia e compassione, sono le caratteristiche che le permettono di sopravvivere in un mondo che nega alle donne di poter dire ciò che pensano e provare anche solo a cambiare lo status quo delle cose.
Questo emerge anche nel suo matrimonio con Guildford. Jane non riesce ad adeguarsi e a essere la moglie sottomessa che le viene richiesto di essere. Vuole essere trattata da pari e non tollera l’atteggiamento di Guidlford, finché non ne scopre le motivazioni. E anche lì fa esattamente il contrario di ciò che ci si sarebbe aspettato da lei. Non lo denuncia per liberarsi di lui, ma sceglie di aiutarlo proponendo uno scambio equo.
La sua intelligenza e compassione emergono anche quando Jane viene nominata regina. Mentre i lord del regno sperano che con pugno fermo lei schiacci definitivamente gli Ethiani, Jane invece desidera spezzare il ciclo di violenze e soprusi e propone l’integrazione. Ancora una volta, sfida le leggi e lo status quo delle cose, perché convinta che ci sia un altro modo, un modo migliore per risolvere la situazione.
My Lady Jane: la principessa che si è salvata da sola (e nel frattempo salva anche il principe)
Se nelle favole è il principe che deve salvare la principessa e quest’ultima è inerme è priva di possibilità di salvarsi da sola, in My Lady Jane avviene il contrario. Tra Jane e Guildford è quest’ultimo che ha bisogno dell’aiuto della principessa. E non si tratta di un aiuto in senso fisico, Guildford ha bisogno dell’intelligenza di Jane per essere salvato. Non c’è un drago da stanare, ma un mistero da risolvere e sentimenti da accettare ed elaborare. Anche nella scelta del conflitto da sciogliere che sta alla base della serie, My Lady Jane compie una piccola rivoluzione. Il pericolo non è rappresentato da qualcosa di fisico – se escludiamo Mary Tudor e le sue sanguinose aspirazioni a regnare – ma dal conoscere e accettare sé stessi, in maniera totale e completa.
Jane non ha bisogno di impugnare una spada per salvare Guildford, anche se maneggia alla grande i pugnali.
Le bastano conoscenza, intellingenza ed empatia. Le stesse qualità che fanno poi innamorare l’affascinante principe della principessa. Sfruttando anche al suo ruolo di regina – che la mette in posizione di superiorità rispetto a Guildford – Jane può proteggerlo e nascondere il suo segreto. E, nel frattempo, lo aiuta ad accettare quella parte di sé che Guidlford pensava fosse una maledizione e che lo avrebbe relegato alla solitudine per sempre. Insomma, in My Lady Jane, la principessa salva il principe e non il contrario.
Ma Jane Grey fa anche di più. Quando Mary l’accusa di aver ucciso Edward e di cospirare contro i Verithiani, Jane non aspetta che Guildford la salvi. Ma studia i testi giuridici per elaborare una strategia di difesa e vincere sfruttando il suo sapere. Non ha bisogno che arrivi il cavaliere sul bianco destriero, né che venga sparso del sangue. Jane si salva sfruttando armi che sono in contrasto con quelle maneggiate dagli uomini. Alla violenza preferisce la diplomazia, alla forza bruta il dialogo e l’empatia. All’odio contrappone la pace e l’accettazione dell’altro. Insomma, come la principessa sui generis che è, Jane alla fine ci insegna che tutte le principesse possono salvarsi da sole, senza alcun bisogno del principe di turno.