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Nana, il commovente anime simbolo di una generazione

Nana
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Quando nel 2019 abbiamo visto apparire Nana su Netflix, è stato un colpo al cuore. La maggior parte di voi, me compresa, avrà sicuramente visto i 47 episodi di Nana su MTV – una rete che ha fatto la storia – quando ancora si chiamava così, nel lontano 2007.

Che voi in quell’anno abbiate visto questa serie da preadolescenti, teenager o adulti, sicuramente avrà lasciato un solco nella vostra memoria e nei vostri sentimenti. Pochi anime, prima di Nana, hanno avuto un tale successo e una simile carica emotiva.

Dalla partenza forse un po’ lenta e con gli escamotage narrativi tipici del genere, Nana si rivela, oltre l’apparenza, un prodotto per nulla scontato e molto profondo.

Nana
Nana (640×360)

Nato nel 2006 dalla mente e dalla penna di Ai Yazawa, questo anime prende ispirazione dall’omonimo manga che vede la luce con la sua prima edizione nel 2000.

La serializzazione del manga, come la continuazione dell’anime, ha subito brusche interruzioni causate dai problemi di salute della sua creatrice che ancora oggi ha lasciato l’opera incompiuta.

Ma di cosa parla Nana? Ve lo ricordate? Facciamo un breve ripasso.

Tutto nasce da una semplice coincidenza: un lungo viaggio in treno verso Tokyo che cambierà per sempre il destino delle due omonime protagoniste.

Due giovani ragazze, con uguali aspirazioni di libertà, si ritrovano a condividere un viaggio in treno verso la capitale nipponica. Durante la lunga tratta le due protagoniste faranno amicizia e si piaceranno fin da subito, peccato poi salutarsi una volta giunte in stazione.

Caso però vuole che le due omonime, rispettivamente Nana Komatsu e Nana Osaki, si ritroveranno nuovamente insieme durante la visita dello stesso appartamento che entrambe hanno intenzione di affittare.

Decideranno allora di diventare coinquiline, dando così vita a un sodalizio che ci farà emozionare sin dal primo momento.

Nana netflix

Nonostante le due personalità così diverse e un differente vissuto, le due Nana si piaceranno da subito e diventeranno ben presto due amiche inseparabili.

Nana Osaki, infatti, viene da un passato e da una famiglia complicata, dai quali è riemersa grazie all’aiuto della sua band, i Black Stones, di cui è la cantante. Il suo desiderio di vivere a Tokyo è dettato dal fatto di volersi lasciare il passato alle spalle nella speranza di poter avere successo nel mondo della musica.

In un’altalenante quanto tormentata relazione con Ren, Nana troverà conforto al suo dolore nelle braccia dell’amica che ha sempre desiderato avere al fianco: Nana ‘Hachi‘.

‘Hachi’, da Hachiko, il famosissimo fedele cane giapponese, è infatti il nomignolo di Nana Komatstu.

Contrariamente a Osaki, il passato di Nana Komatsu è sicuramente meno drammatico ma non per questo esente da sofferenze, soprattutto amorose.

anime netflix

Nana e Hachi, così le chiameremo d’ora in avanti per non fare confusione, ricreeranno nella loro piccola casa un microcosmo perfetto fatto di amicizia e spensieratezza.

Nella sapiente alternanza tra momenti leggeri e momenti drammatici che danno a questo anime un tocco più profondo ed emozionale.

Non meno importante sarà la ricerca stilistica adottata dalla sua creatrice, Ai Yazawa, nel delineare alla perfezione il background di cui si avvale Nana. Dalla moda alla musica, ogni dettaglio è minuziosamente studiato per darci una quanto più veritiera caratterizzazione dei suoi personaggi.

I dialoghi stessi sono emblematici della dualità sempre presente in questo anime. Seppur in molti casi si presentino come leggeri, in moltissimi altri risultano duri e intensi.

Nana Osaki

La conclusione, già di per sé amara, si fa amarissima dal momento in cui ancora oggi il manga e l’anime sono rimasti incompleti.

Ciò a cui possiamo aggrapparci è un finale aperto, un epilogo per certi versi doloroso che purtroppo lascia ancora troppe cose in sospeso, troppi punti interrogativi che non si sa se mai avranno una risposta.

Ciò però non toglie, e questo è sicuramente un segno molto indicativo della potenza narrativa di Nana, che quello che ci viene mostrato in ultima battuta, seppur accennato, sia il frutto di alcune scelte ben calibrate, che hanno la capacità di far trovare allo spettatore una sorta di equilibrio nell’incompletezza stessa dell’opera.

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