2) Tra realtà e finzione
Un altro punto a favore di Narcos è che sia, per certi versi, documentaristico.
Prendendo le mosse dalla realtà, infatti, Narcos è sì la versione romanzata della vita del più grande narcotrafficante di sempre (nonché criminale più ricco che sia mai esistito sulla Terra) , ma sono parecchi i dati storici e i materiali di repertorio utilizzati. Non sto di certo venendo a dirvi che una storia “vera” ha più valore di una inventata di sana pianta. Io sono una fan dell’immaginazione, ragazzi. Tuttavia ritengo che quando quella che viene narrata è una storia reale, questo possa divenire un valore aggiunto, se si sa sfruttare. Sapere che quello cui si sta assistendo ha avuto un luogo e un tempo suoi, una dimensione propria nella Vita del mondo, conferisce forza alla visione. Chi fruisce lo spettacolo, infatti, sa che “Oddio, quella cosa lì è successa davvero“, che non si tratta della folle fantasia di uno sceneggiatore ubriaco e allora, forse, si è portati a riflettere maggiormente perché, se è successo, è possibile e questo dovrebbe meravigliarci o spaventarci, a seconda dei casi. Ecco, l’incredibile storia di Pablo Escobar è una storia vera. Meravigliosa, sotto un certi punti di vista, terribile sotto altri.