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5 momenti di Narcos che vorremmo cancellare dalla nostra memoria

Pasqua
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Se esiste una serie tanto epica quanto commovente sui trafficanti di droga, quella è senza ombra di dubbio Narcos. La scalata di Pablo Escobar al successo e la sua conseguente disfatta sono il tema delle prime due stagioni di questa strabiliante serie tv. Narcos è portata avanti da due punti di vista ben differenti, i buoni (la DEA e le organizzazioni governative) e i cattivi (Pablo e i membri del Cartello). All’inizio non è poi così difficile decidere da che parte stare, i narcos sono praticamente all’apice del loro successo e il popolo li acclama in quanto uomini generosi e vicini alla gente come il governo non è riuscito a fare.

Questo criminale spregiudicato ha la nostra empatia finché si comporta da Robin Hood, ma la rabbia e la violenza lo accecano e diventa impossibile accettare un uomo tanto crudele. In Narcos c’è un forte dualismo tra bene e male. Spesso si incrociano e si scambiano, lasciando agli spettatori una libera interpretazione personale. A prescindere dal lato da cui si è deciso di schierarsi, i momenti davvero emozionanti non mancano di certo. Mettiamo di non averla mai vista, siamo seduti sul divano con il telecomando in mano e dobbiamo scegliere qualcosa dal catalogo Netflix. Quell’amico ci aveva consigliato il film su Bridget Jones, ma stasera non ci va, proviamo a vedere una serie sulla droga. Il televisore si illumina: Narcos.

Vediamo 5 scene cruciali di Narcos che vorremmo poter cancellare dalla nostra memoria e vederle con gli stessi occhi della prima volta.

1) Plata o Plomo

Nel primo episodio abbiamo la presentazione ufficiale del protagonista di Narcos. Pablo Escobar attraversa un ponte con diversi camion pieni di merce di contrabbando, ma viene fermato dall’FBI colombiana per dei controlli. In questa scena c’è tutto ciò che dobbiamo sapere su Pablo. Si ferma al posto di blocco, con sangue freddo e si mostra disponibile con gli agenti. Lascia che aprano il camion e vedano la merce, senza giustificarsi o agitarsi, vuole che loro (e noi dall’altra parte dello schermo) abbiano subito ben chiaro di chi è che comanda. Per intimidire i poliziotti mostra di sapere tutto su di loro, i loro nomi innanzitutto, ma anche la loro vita familiare e ciò che fanno i parenti. Da quel momento sappiamo, come dice lui stesso, che a Medellìn i suoi occhi sono dappertutto e non può succedere nulla senza che lui lo venga a sapere.

Quando gli agenti cominciano ad ammutolirsi, si presenta ufficialmente e pronuncia quella frase che è diventata la frase iconica di Narcos.

Yo soy Pablo Emilio Escobar Gaviria

Plata o Plomo

2) Una cravatta che fa la differenza

Narcos

Pablo cerca di entrare al Congresso per coronare il suo sogno di diventare Presidente della Colombia. Tiene un discorso come candidato sostitutivo di un ex membro del Congresso e viene ascoltato e acclamato da tutta la gente accorsa per sentirlo. Ci sono striscioni e cartelli che incitano L’hombre del pueblo a farsi sentire e uomini che desiderano essere guidati da lui. Nonostante non sia proprio sconosciuto il motivo della sua ricchezza e fama, la gente preferisce che sia uno di loro a guidarli. Vengono anche distribuite diverse banconote agli elettori sotto la melodia di Pablo, Pablo, Pablo.

Dopo la vittoria di Ortega e la sua conseguente rinuncia, Pablo si avvia per il suo primo giorno al Congresso, con una cravatta rimediata all’ultimo e il sorriso raggiante che gli vedremo solo in questa occasione. Grazie all’aiuto di Murphy e Pena, il Ministro in aula affronta apertamente Escobar mostrandogli una foto segnaletica del suo arresto e pretendendo le sue dimissioni, “Questo non è il tuo posto”. Pablo ha gli occhi rossi e lucidi, si alza in piedi e strappa la cravatta. I suoi sogni sono appena andati in fumo e lui non sarà mai più quello di prima.

N.B. Il gesto della cravatta può sembrare marginale, ma è molto importante per capire il cambiamento di Pablo. Al suo arrivo nel Congresso viene informato dell’etichetta che prevede una cravatta per poter entrare. Lui non discute e non sfida tutti entrando senza per poter dimostrare la propria forza, si piega a questa regola frivola per un uomo di strada come lui, prendendo la cravatta del ragazzo che l’ha informato. Appena dopo l’affronto del ministro, si alza in piedi e la prima cosa che fa è proprio sfilarsi la cravatta, la toglie e resta ancora un po’ ad indugiare sulle facce degli altri membri. D’ora in poi, possiamo capire, non obbedirà a nessuna regola che non sia stata stipulata da lui stesso e così si aspetterà dovranno fare anche tutti gli altri.

3) Adiós Carrillo

Horacio Carrillo narcos

Horacio Carrillo è il colonnello richiamato in patria per aiutare la DEA a contrastare Pablo e i suoi crimini. Carrillo è l’unico uomo in Colombia ad avere una reale possibilità di spaventare Escobar e farlo fuori. I suoi metodi sono tutt’altro che tradizionali, si avvale spesso della violenza che non cerca nemmeno di mascherare. Carrillo ha un conto in sospeso con i narcos e le ragioni che lo spingono a essere così determinato sono anche personali. Lui vede l’operato di Escobar come un danno alla sua amata nazione ormai piegata al volere di un uomo spregevole e sconsiderato. La sua rabbia nei confronti delle persone corrotte è spesso cieca e lo porta anche a commettere diversi omicidi per lasciare un messaggio (qui un approfondimento sulla figura di Carrillo). Pablo si sente con il fiato sul collo e teme davvero Carrillo al punto che spesso fa incubi in cui il Colonnello trova la sua famiglia e si fa giustizia. Questa è la prima volta in cui vediamo Pablo Escobar che si sente minacciato da un rivale e che per questo sa di doverlo eliminare.

Carrillo e los incorruptibles si recano sul luogo in cui la talpa ha individuato Escobar e i suoi uomini. Una bomba però esplode e la strada viene loro sbarrata dalle macchine dei narcos. Questa scena è una vera e propria carneficina, non c’è modo per gli uomini di Carrillo di salvarsi dalla pioggia di colpi. Fa il suo ingresso Pablo Escobar in persona che si avvicina al Colonnello già ferito e stremato. Gli mostra il proiettile che Carrillo aveva dato ad uno dei ragazzini di strada dicendogli che era indirizzato a Pablo, poi lo inserisce nel caricatore e gli dice “Riprenditelo”. Carrillo muore sotto la scarica di colpi e con lui la speranza per la Colombia di liberarsi di Pablo Escobar in una scena davvero epica che ci piacerebbe rivivere.

4) La famiglia è tutto

Canzoni narcos

La disfatta di Pablo Escobar è sempre più vicina e ai suoi nemici nella DEA è rimasta una sola cosa a cui aggrapparsi: la sua famiglia. Pablo è sempre stato molto devoto ai membri della sua famiglia e in particolare ai suoi figli. Nonostante i suoi comportamenti criminali, ha sempre cercato di mantenere un’unità familiare di stampo cristiano e non ha mai fatto mancare loro niente. Quando nel confronto con la polizia, Pablo inizia a essere in svantaggio e intravede delle possibile conseguenze come l’estradizione, la sua famiglia diventa un mezzo per contrattare agli occhi della polizia.

Da poco la Germania ha ampliato i termini per l’immigrazione ed è molto semplice in questo periodo storico essere accettati nel Paese e diventare cittadini tedeschi. Pablo infatti decide di mandare lì la sua famiglia per metterla al sicuro. Murphy li segue fino all’aeroporto di Francoforte dove trova un espediente per fermare la moglie di Escobar e non farle attraversare la frontiera. In parallelo, in Colombia, Pablo apprende la notizia e va su tutte le furie come mai prima. Per la prima volta non ha nessuno che lo aiuti, nessuno disposto a dargli una mano. In questo momento è solo un uomo pericoloso, ma non potente. Questa scena non solo mostra la vulnerabilità di Pablo, ma segna anche la sua fine. Non essendo riuscito a far scappare la sua famiglia, vede la sua famiglia finire nelle mani del governo. La sua rabbia si sfoga sull’intera città ed è ciò che gli farà piazzare la bomba che lo consacrerà per sempre a nemico del popolo.

5) La fine di Pablo Escobar

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Prima o poi doveva succedere, Pablo Escobar è stato rintracciato e ha i minuti contati. Ormai stremato Pablo sta esaurendo le forze per combattere. Si è nascosto in un appartamento con Limón e ormai è chiaro che non ha più nessun asso nella manica da giocare per salvarsi. L’uomo che per due intere stagioni ci è sembrato invincibile e pieno di risorse, inizia a tremare. Mentre la polizia sta cercando di intercettare la chiamata tra lui e la moglie Tata, Escobar dice parole irrazionali: “Vinceremo. Lotteremo e vinceremo”. Impossessato da una sorta di deliro di onnipotenza nemmeno di fronte all’inevitabile riesce ad ammettere la propria sconfitta.

È proprio questa chiamata con la moglie a incastrarlo e permettere alla polizia di localizzare la sua posizione. Mentre lascia che la moglie trascriva le sue parole (Sono forte e pronto a lottare) la polizia fa irruzione nel suo appartamento e inizia a scrivere la parola fine di questa storia. Scappano sul tetto, ma gli agenti sono ovunque e Pablo viene ferito. Nessun lungo inseguimento, nessun amico in arrivo all’ultimo, nessun altro posto in cui scappare. Pablo Escobar viene colpito da diversi proiettili e giace sulle tegole. Una scena emozionante e piena di tensione che culmina con una foto di gruppo e con i festeggiamenti per le strade della città.

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