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La bellezza del rapporto tra Naruto e i suoi maestri: Kakashi e Jiraya

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Naruto, il protagonista del manga e dell’anime omonimo, è un bambino orfano di genitori con un passato difficile. Il demone della Volpe a Nove Code, il Kyubi, è stato sigillato dentro il suo corpo quando era un neonato, dopo uno scontro che ha messo a repentaglio la sopravvivenza del Villaggio della Foglia. Per questo motivo, Naruto viene emarginato e ostracizzato dagli abitanti del villaggio. Viene isolato e visto quasi al pari del mostro che contiene, ma nonostante questo ha un carattere solare, sincero e determinato. Desideroso delle attenzioni che non ha mai ricevuto durante l’infanzia, è inoltre dispettoso, imbranato e goffo.

Ma è anche un personaggio che nel corso della sua avventura evolverà, maturerà e diventerà un adulto e un ninja completo. Questa trasformazione avverrà grazie all’amore e alla fiducia di alcune persone, in particolare dei suoi due maestri: Kakashi Hatake e Jiraya.

Le storie del rapporto tra insegnante e allievo che ci hanno appassionato nel mondo del cinema e della televisione sono tantissime. Basti pensare a Johnny e Miguel della serie tv Cobra Kai, o al professor Keating del film L’attimo fuggente. O ancora il Dr. Cox e J.D. di Scrubs. Il Dr. Benton e il Dr. Carter di E.R. Alcune di queste storie ci hanno ricordato quanto sia fondamentale trovare una figura di riferimento che creda in noi e che ci aiuti a crescere come individui, nel tortuoso e spesso faticoso viaggio che è la vita.

Kakashi e Jiraya nell’anime Naruto rappresentano proprio questa figura. Il loro ruolo è insostituibile e la loro simpatia e audacia li hanno resi tra i personaggi più amati del cartone giapponese.

Il primo incontro tra Kakashi e Naruto avviene nel momento in cui quest’ultimo, ancora bambino, viene assegnato al Team 7 del Villaggio della Foglia, composto anche da Sakura e Sasuke. Kakashi è il capitano e il maestro della squadra. É colui che getta le basi delle conoscenze che serviranno a Naruto nel futuro, come il controllo di sé, del proprio corpo e della propria mente, e l’andare oltre i propri limiti. Kakashi inoltre insegna ai suoi allievi l’importanza della cooperazione, del lavoro di squadra e della cura dei compagni, ancor prima del rispetto delle regole e delle leggi.

Sarà lui in prima persona a mettere in pratica le sue parole, proteggendo i suoi apprendisti anche a costo della vita. Quando si trovano davanti a un nemico potente, infatti, Kakashi è sempre lì, pronto a frapporsi tra l’avversario e i suoi ragazzi, a braccia aperte, impavido. Un esempio di altruismo incondizionato. Naruto rimane immediatamente colpito e ammirato dal comportamento del suo sensei e in particolare da due caratteristiche precise: la conoscenza impeccabile delle tecniche ninja e il suo approccio allegro e scanzonato, severo e per certi aspetti rivoluzionario. Per Naruto Kakashi è un mito…oltre che a un ritardatario cronico!

Il protagonista risponde agli insegnamenti del sensei con esuberanza, ma allo stesso tempo è grato al suo maestro per l’affetto e le attenzioni che gli vengono date per la prima volta nella sua vita. Il dono più grande di Kakashi nei confronti del suo allievo è proprio quello di avergli mostrato candidamente la bellezza dell’amare e dell’essere amati. É sempre grazie a lui, infatti, che Naruto scopre il valore dell’amicizia, venendo finalmente considerato e aiutato dai suoi compagni di squadra, in un continuo scambio reciproco.

Ma l’allenamento di Naruto non avrà mai una vera e propria fine, proprio come avviene anche nelle nostre vite, in cui bisogna quotidianamente imparare, affrontare, e poi imparare di nuovo. Queste sono le regole della crescita, l’unico modo per non rimanere imprigionati in una condizione di immobilità e di chiusura verso sé stessi e verso il mondo che ci circonda.

Così Naruto incontra Jiraya, padrino del ragazzo (anche se lui non lo sa), un sennin vagabondo, solitario e libertino, con una lunghissima esperienza alle spalle e un passato in cui è stato protagonista di avvenimenti storici importanti e dolorosi. Jiraya è il maestro della giovinezza di Naruto, colui che lo allenerà duramente per tre anni, con lo scopo di aiutarlo a gestire il potere della Volpe a Nove Code e di rafforzare l’equilibrio del suo chakra.

Nonostante la sua apparente spensieratezza, Jiraya è un personaggio riflessivo e saggio, a tratti malinconico e sofferente. Nei confronti del suo allievo dimostra poca clemenza. Gli insegna nuove tecniche di combattimento sempre più complicate e alza il livello di difficoltà giorno dopo giorno. Noi spettatori per primi avvertiamo la fatica e anche il pericolo che Naruto deve affrontare per essere all’altezza degli obiettivi posti dal maestro. Quando è stanco o scoraggiato, Jiraya gli intima di alzarsi, senza troppi complimenti, spingendolo a volte a compiere azioni al limite della morte.

E lo scopo di tutto questo è ben preciso: permettere a Naruto di confrontarsi con il suo demone, la Volpe a Nove Code. Il ragazzo deve guardarlo negli occhi, parlarci e provare a creare una sorta di relazione con lui. La lezione di Jiraya è dunque una lezione di vita: accettare sé stessi senza paura e scoprire la propria bellezza.

La protezione e la dolcezza di Kakashi, vengono così sostituite dalla durezza e dalla forza di Jiraya. Un giorno i due maestri si incontrano per caso nel loro villaggio e tutto il bene che vogliono a Naruto è racchiuso in questo momento. Jiraya infatti dice a Kakashi di non preoccuparsi di nulla, perché sarà lui a guidare il ragazzo e a prepararlo al suo destino. Il loro comportamento e il rapporto che hanno creato con Naruto, assomigliano molto a quelli di un fratello maggiore e di un padre. E non è un caso che le strade di questi tre personaggi si siano incrociate. Infatti Jiraya è stato maestro del papà di Naruto, e quest’ultimo è stato a sua volta insegnante di Kakashi, che lo è stato di Naruto.

La loro storia coincide con quella del simbolo del loro villaggio, dove le foglie rappresentano le nuove generazioni. Fragili germogli che sbocciano, crescono e maturano e per compiere l’intero processo hanno bisogno di sostegno dalle radici, ossia le vecchie generazioni.  E così via, in un ciclo senza fine.

La sigla italiana di Naruto è un capolavoro di cui non si è mai parlato abbastanza