Masashi Kishimoto dopo tanti anni ha svelato un segreto insospettabile sul manga di Naruto.
Naruto resta, senza dubbio, uno degli shonen manga più popolari dell’ultimo ventennio, avendo raggiunto una fama di un certo livello in tutto il mondo. È difficile conoscere qualcuno che non abbia almeno una volta visto l’anime o letto il manga.
Dopo tanti anni dalla sua pubblicazione, però, siamo venuti a conoscenza di una notizia alquanto particolare. E attenzione fan di Naruto, questa notizia potrebbe seriamente sconvolgervi!
Inizialmente i piani del mangaka Masashi Kishimoto erano ben diversi dal risultato finale. Infatti l’autore ha recentemente dichiarato che aveva concepito Naruto non come una serie di combattimenti, ma come fumetto culinario! Sì, avete letto bene.
Il mangaka, durante l’intervista, ha voluto raccontare le origini del manga e spiegare anche le motivazioni del cambiamento dello stesso. Ha poi rivelato anche che i ramen sono una sua grande passione e, non al caso, questi avrebbero dovuto essere l’elemento principale di tutta la sua opera:
«Naruto non avrebbe dovuto essere incentrato sui ninja, doveva parlare di un adolescente di nome Naruto che cucinava ramen. Ma il mio editor dell’epoca mi disse che un’idea simile non avrebbe mai funzionato e che avrei dovuto trovare un’alternativa, così ho proposto questa storia sui ninja (…) Da giovane amavo tantissimo i ramen. Di fronte al mio college c’era questo posto chiamato Ichiraku dove li mangiavo spesso»
Una storia questa che sa dell’incredibile. Diciamo che adesso molte cose ci sono più chiare, alcuni riferimenti culinari non sono per nulla casuali. Ma riuscite ad immaginare Naruto come un Fumetto gastronomico? Senza più combattimenti, ma solo cibo, cibo e cibo? Sicuramente avrebbe ottenuto un risultato alquanto diverso. La cosa davvero stupefacente è come Kishimoto sia riuscito, pur partendo da una soluzione di ripiego, a creare un’opera entrata nell’immaginario collettivo. Con nemici iconici rappresentati degnamente sia nel manga che nell’anima. Per questo, a quanto pare, dobbiamo ringraziare il sesto senso dell’editor!