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Nero a Metà 3 – La Recensione della terza e la quarta puntata, tra gag e obitori

Nero a metà
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Dopo la chiusura con il clamoroso colpo di scena della seconda stagione, Nero a metà è tornata lunedì 4 aprile con il primo doppio appuntamento (episodi 03×01 e 03×02) della nuova stagione. Le precedenti due stagioni sono state un successo, affermandosi con una media del 20-25% di share e sfiorando, in alcune occasioni, addirittura il 27%. Non abbiamo fatto in tempo a fare dei pronostici che il ritorno di Carlo e Malik è partito alla grande, con ben 4,6 milioni, 21% di share. La fiction di Rai 1 con Miguel Gobbo Diaz (Zero) e Claudio Amendola – il quale in questo capitolo veste sia i panni di attore che di regista – non ha disatteso le aspettative e ha accontentato un pubblico ormai solido e appassionato. Le uniche note dolenti, al momento, sembrano essere la mancanza di Marta (Nicole Grimaudo) e il congedo di Mario Muzo (Fortunato Cerlino), il quale ha deciso di prendersi una pausa dopo la perdita della moglie. Ma le novità, come abbiamo visto nelle prime due puntate, sono tante. Oltre alle new entry, sia alla regia che nel cast, come Caterina Guzzanti, è sempre più evidente l’interesse per il percorso di crescita dei personaggi, per la comicità e per le trame sentimentali. Il crime è un genere amatissimo nei nostri palinsesti televisivi. Le variazioni sul tema sono infinite, ma Nero a metà si contraddistingue senza dubbio per la compresenza di generi differenti, dall’azione tipica dei polizieschi europei fino all’umorismo bonario della comicità all’italiana. Un elemento, quest’ultimo, che nella terza stagione, sceneggiata anche da Donatella Diamanti, raddoppia la dose. Come ha dichiarato Amendola:

Per me era importante che in questa stagione ci fosse tanta commedia, ci è servito a bilanciare i forti elementi crime, come al solito ispirati dalla cronaca

Claudio Amendola

Solo un passo (03×03)

carlo e malik

Il terzo episodio di Nero a metà non perde tempo e riparte con le indagini sulla madre di Alba, Clara Soldani (Margherita Laterza), la quale è svanita nel nulla nel giorno della sua scarcerazione. Muzo è il grande assente, ma il suo vuoto è stato già colmato dalla strana coppia formata da Lorenzo Bragadin (Gianluca Gobbi), che abbiamo già imparato a conoscere, e Elisa Cori, interpretata da Caterina Guzzanti, la quale fa il suo esordio in questa puntata. La scomparsa di Clara angoscia i Guerrieri, ma i risvolti, sempre più oscuri, non tarderanno ad arrivare, e con essi il corpo di una giovane donna. Nell’episodio seguiamo quindi tre casi: la scomparsa di Clara, la morte improvvisa di un prete e quello della giovane donna. La ragazza è Nika, una trentenne bielorussa che scompare proprio lo stesso giorno della scomparsa di Clara. Tra le due però c’è senza dubbio una connessione. Qualcuno ha voluto far sembrare la morte della ragazza come un caso di suicidio, forse di una tossicodipendente caduta da un cavalcavia. Ma i segni sul suo cadavere raccontano un’altra storia, che Giovanna Di Castro (Angela Finocchiaro) e Alba (Rosa Diletta Rossi) non tarderanno a scoprire.

Sul corpo martoriato della ragazza si nascondono, infatti, delle tracce di pittura mentre le sue ottime condizioni di salute lasciando pensare che Nika sia una ballerina. Infatti ben presto le indagini chiariranno la sua identità e il suo collegamento con la madre di Alba. La sera prima dell’assassinio, Niki si era prestata a un’esibizione di body painting ad opera dell’artista Ludovichi. Un indizio che apre una pista improvvisa e che conduce Carlo e Malik a un locale altolocato romano: il Night Hole, gestito da Alfio Pugliani. Un luogo dove circola la pregiata coca rosa. Le date delle esibizioni, a quanto pare, sono la chiave tra Clara e la ragazza. Carlo ha bisogno di infiltrare qualcuno al locale, per far luce sull’intera faccenda. La sovrintendente Cinzia Repola (Margherita Vicario) vorrebbe prestarsi come agente sotto copertura, ma Guerrieri non vuole certo mandare una donna al quarto mese di gravidanza in un’operazione tanto pericolosa. Così, approfittando dell’informazione, sarà proprio il suo compagno, Marco Cantabella (Alessandro Sperduti), a infiltrarsi, all’insaputa di tutti, per dimostrare le sue abilità. Il terzo caso della puntata è invece quello del prete ucciso con un colpo di pistola, don Fabio. La vittima non era ben vista nel quartiere, a causa del suo operato con la comunità per ex detenuti. Un “prete alternativo”, con un carattere terribile che al momento della morte aveva con sé un abito da sposa. Ovviamente nessuno ha visto e ha sentito nulla, tranne Orazio Mannini il quale ha rinvenuto il corpo. L’abilità di Elisa Cori, che sostituisce Benzi, non tarderà però a palesarsi: il proiettile, infatti, non era per don Fabio, ma per un altro uomo. La risoluzione del caso coinvolge così un elemento curioso e davvero insolito: la misofonia, un disturbo consistente in una ridotta tolleranza a determinati suoni specifici.

Comunque bella (03×04)

Nero a metà

La quarta puntata di Nero a metà prosegue il suo flusso senza interruzioni. Continuiamo ad andare a fondo alla sparizione di Clara, sempre più connessa al caso della coca rosa e di Pugliani. Guerrieri continua a ricostruire alcuni spostamenti della sua ex e giunge, insieme a Malik, in un casale abbandonato. Esattamente quello che abbiamo visto nel finale della 03×02, dove Guerrieri rinviene delle tracce di sangue e la busta che Clara aveva con sé all’uscita da Rebibbia. La trama, come ci era stato preannunciato, si muove in direzione sempre più orizzontale. Intanto l’indagine sotto copertura di Marco viene scoperta da Guerrieri. L’operazione non è stata un insuccesso, ma la sua audacia non può restare impunita. Guerrieri, a malincuore, decide così di sospendere Cantabella. Il ruolo di direttore del commissariato del Rione Monti gli si addice, ma il legame con i suoi colleghi è troppo forte e da capo autoritario finisce per trasformarsi troppo spesso in padre amorevole o in amico.

Mentre le indagini sulla sparizione di Clara continuano in sottofondo, in questo quarto episodio ci concentriamo sull’assassinio di Giusy Mastroni, il cui cadavere viene rinvenuto in un parco sulla Cassia. La ragazza è disoccupata, ha problemi alimentari e aspira a diventare una promoter per la Baby Fit, una società per il benessere che ha organizzato l’evento in villa a cui Giusy ha partecipato. L’ex ragazzo, Giacomo, è il sospettato principale. Ma le cose sono complesse e la Baby Fit è più colpevole di quanto sembrasse all’inizio della vicenda. Alla fine Cantabella ottiene la tanto agognata fiducia di Guerrieri. Monica crede che Malik sia ancora innamorato di Alba e fatica a fidarsi, proprio quando l’affido di Alex è quasi concluso. Alba e Malik, invece, si avvicinano sempre di più mentre Alice riparte per la Svizzera, con la vespa della mamma. L’episodio si conclude con un piccolo barlume di speranza: Clara potrebbe essere ancora viva.

Troppa comicità?

Caterina Guzzanti

Le soluzioni dei casi di omicidio sono originali e impegnative, ma manca l’azione, una componente che aveva appassionato milioni di spettatori. Solo alla fine del 4° episodio, quando Guerrieri scopre i ladri uscire dal balcone della figlia, assistiamo a un momento di frenesia tra inseguimenti e spari. Poi il cliffhanger con la frase di uno degli uomini incappucciati: sto cercando mia figlia. Eppure al centro del doppio appuntamento di Nero a metà spiccano i rapporti interpersonali. Come quello tra le sorelle, Alice e Alba. Benzi è stato sostituito da una sbadatissima Elisa Cori (Caterina Guzzanti), nonché ex di Lorenzo Bragadin (Gianluca Gobbi). La nuova coppia, infatti, inaugura in un colpo solo una nuova sottotrama sia sentimentale, sia comica. Tra il misterioso “appuntamento fisso delle 17:30”, finché lui non cambierà idea; l’atteggiamento evasivo di Lorenzo, il carattere sui generis del nuovo commissario della scientifica, i livelli di umorismo, e di dark humor, salgono vertiginosamente.

Come sappiamo, Nero a metà ha conquistato il pubblico per la commistione tra crime e commedia. Ma nella terza stagione la quantità di momenti comici sembra superare quella dei momenti investigativi, alleggerendo i toni. Avranno intrapreso la giusta strada? Chissà. Passare da un obitorio, all’uccisione a sangue freddo di un prete fino alle gag scanzonate di Caterina Guzzanti, per quanto divertenti, sdrammatizza troppo la vicenda, e il rischio di sfociare nella farsa ci allarma un po’. Se poi aggiungiamo anche Santillo, un Agatino Catarella in versione giovane, il rischio aumenta.

Insomma, la terza stagione non delude, ma in alcuni momenti il secondo appuntamento ci ha lasciato perplessi. Non ci resta che aspettare per vedere se la “formula comicità rincarata” può funzionare, soprattutto ora che Muzo ha preso una pausa dagli omicidi. Il terzo appuntamento con la quinta e sesta puntata di Nero a metà 3 ci aspetta lunedì 18 aprile alle 21.25 in prima serata su Rai 1 e in streaming su RaiPlay.

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