Vai al contenuto
Home » 13 Reasons Why

Bisognerebbe stare attenti a criticare 13 Reasons Why

Hannah Baker
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Ormai non si parla d’altro: 13 Reasons Why – nuova Serie Tv targata Netflix – nelle ultime settimane è diventata un vero e proprio caso mondiale e per un buon motivo: narra infatti le ragioni che hanno spinto al suicidio una ragazza di soli 17 anni. Già da qui si intuisce che è una serie complessa, perché affronta una tematica delicata e, purtroppo – bisogna ammetterlo – non sempre lo fa al meglio.

Tuttavia, bisogna tenere conto sempre e comunque che 13 Reasons Why è appunto solo una Serie Tv e non una sorta di manuale di sopravvivenza al bullismo e allo stupro.

13 Reasons Why vuole infatti raccontare una storia, la storia di Hannah e della sua lotta contro la depressione e il bullismo psicologico – perché sì, il bullismo non è solo fisico, non è solo venire presi a botte dal compagno più grande, non è solo rimanere senza la merendina, non è solo essere spinti con la testa nella tazza del water.

C’è tutto un altro mondo, tutto un altro tipo di bullismo, che è spesso taciuto e soprattutto sottovalutato, che è il bullismo verbale, che negli ultimi anni si è evoluto nella forma del cyberbullismo.

Dico che è sottovalutato, nel senso che spesso le ‘prese in giro’ vengono considerate normali e in parte lo sono. Tutti – chi prima e chi poi – sono stati presi in giro, ma è il modo in cui si viene ‘presi in giro’, la violenza della ‘presa in giro’, la quantità di volte in cui si viene ‘presi in giro’ a essere diversi e a determinare la differenza tra la presa in giro sana e il bullismo. Oltre, naturalmente, alla sensibilità della persona. Cosa di cui non ci si dovrebbe mai dimenticare. Perché non tutti reagiamo allo stesso modo, non tutti abbiamo la stessa forza, e questo è un qualcosa che non dobbiamo mai dimenticare.

E se serve una Serie Tv a ricordarcelo, ben venga.

Mettendo da parte questo preambolo – per me necessario – quello che voglio analizzare in questo articolo, sono alcune delle critiche che a 13 Reasons Why sono state mosse. Perché sì, oltre a essere stato esaltata, questa Serie ha ricevuto anche tante, tantissime critiche, alcune assolutamente valide, altre forse – almeno a mio modesto parere – un po’ meno. Ma più che altro perché alcune ‘mancanze’ o ‘perplessità’ possono comunque trovare una spiegazione. Poi che questa spiegazione sia ‘moralmente’ giusta o sbagliata è un’altra questione.

IRREALTÀ

13 Reasons Why

C’è chi sia è lamentato di un’irrealtà di fondo di 13 Reasons Why. Per essere più precisi, molti degli spettatori qui in Italia non si sono riconosciuti e immedesimati fino in fondo nella realtà che emerge nella serie. E io credo che in parte dipenda dal fatto che comunque quella riportata è una realtà scolastica – e in senso più lato di vita quotidiana – molto diversa da quella italiana. Noi abbiamo, infatti, un sistema scolastico diverso e una concezione della famiglia e anche della privacy diversa.

Sempre in questa ‘categoria’ può rientrare chi si è lamentato del fatto che le foto e i messaggi arrivassero quasi contemporaneamente a tutta la scuola, un po’ come succedeva in Gossip Girl. Tuttavia, devo dire che qui la soluzione è semplice: i gruppi Whatsapp.

Ora, dubito che ci fosse un unico gruppo per ottocento o più studenti, ma in fondo basta condividere una foto o un messaggio in 3-4 gruppi e già la riceve mezza scuola quasi contemporaneamente.

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13