Uscita il 18 marzo 2022 Drôle – Comici a Parigi, la nuova serie francese prodotta e distribuita da Netflix, è ideata e scritta da Fanny Herrero, già conosciuta per Chiami il mio agente!.
La Herrero ha costruito una serie che racconta la vita, problematica, di quattro aspiranti comici costretti a combattere ciascuno con i propri drammi cercando di farsi largo nel sottobosco della stand-up comedy. Per farlo si è affidata a un gruppo di attori, nel ruolo dei protagonisti, quasi tutti semi sconosciuti riuscendo a ottenere un prodotto davvero eccellente.
Drôle – Comici a Parigi è una di quelle serie che non ti aspetteresti proprio. Brillante, scorrevole, senza intoppi particolari, capace di divertire e far riflettere al tempo stesso. In sei episodi la Herrero è stata in grado di presentarci il dietro le quinte di un mondo complesso com’è quello del far ridere, con le sue tante frustrazione ma anche le, purtroppo poche ma comunque compensatrici, soddisfazioni che ne derivano.
E dietro le quinte di questa serie vogliamo portavi anche noi facendovi scoprire 7 curiosità che hanno reso Drôle – Comici a Parigi la serie di cui non sapevate di avere bisogno.
Mariama Gueye
Ovvero Aïssatou, la giovane stand-upper di origine senegalese che, di fatto, è poi quella che riesce a sfondare e dal piccolo Comedy Club si ritrova a calpestare le assi dell’Olympia di Parigi.
Mariama Gueye, nata nel 1989, è l’unica protagonista di Drôle a essere un’attrice professionista avendo alle spalle, pur giovanissima, una carriera di tutto rispetto. Dopo aver seguito diversi importanti corsi di recitazione ha esordito nel pilot di una serie prodotta da Canal+. Sfortunatamente l’episodio pilota non ha avuto seguito ma Mariama è piaciuta così tanto che da quel momento ha iniziato a recitare in diverse altre importanti serie televisive d’oltralpe. Nel 2011 viene scelta dal regista Rachid Dhibou per la commedia poliziesca Halal police d’État. Il film non fu un granché ma lei risultò perfetta tanto che le si spalancarono le porte della cinematografia francese.
Per il suo ruolo in Drôle Mariama è stata convocata direttamente dall’ideatrice e sceneggiatrice Fanny Herrero. Mariama ha confessato, in una intervista, di essersi emozionata moltissimo quando al telefono la sua agente l’ha chiamata dicendole di aver ricevuto una proposta per un ruolo da protagonista niente meno che nella nuova serie della Herrero. Mariama, senza nemmeno sapere di che si trattasse ha accettato subito confessando che, pur di lavorare con la Herrero avrebbe accettato qualsiasi ruolo.
Younes Boucif
L’attore che interpreta Nezir, rider di giorno e stand-upper di notte, a differenza di Mariama non ha praticamente alcun passato televisivo né cinematografico. Tanto meno è rappresentato da un agente: nessuno, infatti, lo ha chiamato per un posto nella serie della Herrero. Si è presentato da solo negli uffici della produzione parigina in concorrenza con altre centinaia di persone con la speranza di ottenere un ruolo.
Tra Younes, classe 1995, e la Herrero è stato un colpo di fulmine. La showrunner (come pretende di esser chiamata) in una intervista ha affermato di non aver avuto dubbi nell’assegnare al giovane il ruolo di Nezir. A sorprenderla è stato l’atteggiamento dolce e umile che il ragazzo ha sfoderato durante il provino.
Per gli altri due protagonisti, Apolline e Bling, la faccenda è stata un po’ più complicata. Per ciascun ruolo, infatti, la produzione ha provinato circa una sessantina di attori. Alla momento di tirare le somme, però, la Herrero non era molto convinta di Jean Siuen (Bling) il quale è riuscito a ottenere la parte grazie alle sue capacità improvvisazione, una caratteristica tipica del suo personaggio e, più in generale, degli stand-upper.
L’improvvisazione
A proposito: sapevate che una delle caratteristiche della stand-up comedy è proprio quella dell’improvvisazione sul palco? Lo stand-upper prende spunto da un argomento che gli viene suggerito dal pubblico (o dal luogo dove si trova, per esempio) e comincia a fare battute coinvolgendo il più possibile gli spettatori in un continuo botta e risposta.
Bene, questo aspetto nella serie Drôle viene del tutto accantonato. La Herrero, infatti, ha preferito scrivere tutti i testi evitando di lasciare libertà ai suoi attori. La showrunner ha ammesso, in una intervista, di non essere in grado di permettere l’improvvisazione nei suoi show. Si è letteralmente autodefinita maniaca del controllo.
Poiché la naturalità sul palco dello stand-upper è fondamentale per la riuscita del suo spettacolo i testi della serie, una volta scritti, sono stati interiorizzati dagli attori i quali hanno affermato di averli lungamente lavorati per conto proprio. Inoltre, poiché nessuno di loro aveva dimestichezza con la stand-up comedy se non per gli spettacoli visti su internet i quattro protagonisti hanno ricevuto un addestramento intensivo di due mesi e mezzo con stand-upper professionisti i quali hanno insegnato loro ogni trucco.
Sul palco del Drôle
L’attore è un lavoro come un altro, alla fine. Quando sei un professionista difficilmente lasci spazio alle emozioni e ti concentri affinché la scena che devi girare venga al meglio. Eppure per Mariama Gueye (Aïssatou), Elsa Guedj (Apolline) e Jean Siuen (Bling) le emozioni nel girare le sei puntate di Drôle sono state fortissime.
I tre attori, infatti, hanno ammesso in una intervista di aver provato grandissima paura soprattutto nel girare le scene che li vedevano protagonisti sul palco del Comedy Club. La Gueye ha confessato di aver avuto il cuore in gola ogni volta che doveva recitare la sua parte da stand-upper. Ansia da palcoscenico, chi l’avrebbe detto mai.
E Younes? Per lui, invece, quelle scene non hanno dato particolari emozioni. L’attore ha riconosciuto di essersi sentito perfettamente a suo agio sul palco ritenendo di esser stato aiutato molto, in questo, dal suo passato di rapper che lo ha portato a esibirsi in diversi club della capitale francese.
Ok, boomer
Qualche riga sopra abbiamo scritto che la Herrero si è definita maniaca del controllo tanto da annotare tutto nel copione. Bene, per scrivere la sceneggiatura delle sei puntate di Drôle la showrunner si è circondata di un gruppo di sceneggiatori piuttosto giovani, alcuni dei quali avevano già lavorato con lei per Chiami il mio agente.
La Herrero, ridendo, ha confessato di essersi spesso trovata in difficoltà nella stesura della sceneggiatura soprattutto in quei punti dove i giovani protagonisti parlavano tra loro. I suoi collaboratori, infatti, l’hanno presa bonariamente in giro perché i suoi dialoghi non erano credibili per via del suo gergo troppo da boomer.
Al di là delle battute la Herrero ha voluto sottolineare due cose. La prima inerente il francese, una lingua che tra i giovani ha subito una evoluzione dovuta alla commistione dei tanti immigrati, soprattutto residenti nelle banlieue (il francese che Apolline parla con sua madre è ben differente da quello che parla con i suoi coetanei e con Nezir, per esempio). La seconda è che lei, a conti fatti, non è una boomer essendo nata nel 1974.
Dammi tre parole
Tranquilli, il tormentone di Valeria Rossi non c’entra. Tre però sono gli aggettivi richiesti ai quattro protagonisti di Drôle, nel corso di una intervista, per descrivere il loro personaggio.
Jean Siuen definisce Bling come eccentrico, eccessivo e sensibile. Younes Boucif trova che Nezir sia integro, rigido e tenero. Elsa Guedj descrive Apolline come determinata, strana e tenera mentre Mariama Gueye fotografa Aïssatou come solare, ambiziosa e frizzante. Sono davvero così i quattro personaggi? Gli spettatori hanno la stessa impressione degli attori?
In linea di massima potremmo dire di sì. Aïssatou, in effetti, è molto ambiziosa ed è capace, grazie a una certa intraprendenza, di rapportarsi non soltanto con il pubblico ma anche con chi le sta intorno. Solare ci potrebbe stare visto che molto spesso la vediamo sorridente. Apolline è certamente determinata perché vuole fare la stand-upper e, a costo di rovinare il rapporto con la madre, fa di tutto per riuscirci. La sua goffaggine provoca tenerezza e certi suoi atteggiamenti sono sicuramente strani, forse persino un po’ inquietanti.
Nezir è integro, sì, perché pone rimedio ai propri errori anche rovinandosi una carriera molto promettente. Tenero? Certamente, non è un caso che trovi in Apolline la sua controparte. Rigido? In realtà diremmo l’opposto dal momento che, pur coi suoi tempi, è piuttosto flessibile e capace di adattarsi alle situazioni, pur con qualche difficoltà.
E Bling? Eccentrico ed eccessivo, ovviamente sì. Ma sensibile? Non diremmo dato che in diverse situazioni è prevaricatore e menefreghista e non si preoccupa di rovinare la vita agli altri.
I palcoscenici
Sono tre i luoghi significativi dove i quattro stand-upper si esibiscono: il Drôle – Comedy Club, una lavanderia e l’Olympia.
L’Olympia, al 9 di boulevard des Capucines nel IX arrondissement, è uno dei teatri parigini più famosi. La sua costruzione data del 1888 e sulle assi del suo palcoscenico hanno cantato tutti i più grandi personaggi dello spettacolo francese (Brassens, Dalida, Piaf, Brel), internazionale (Beatles, Rolling Stone, Bob Dylan, Joan Baez) e italiano (Modugno, Conte, Zucchero). Comprensibile dunque l’emozione di Aïssatou quando le viene proposto di fare il suo spettacolo su quel palco.
La lavanderia a gettoni dove si esibisce Apolline rappresenta una realtà comune nella capitale francese. Vera è l’usanza che in questi locali si esibiscano attori e musicisti alle prime armi. Pur vantando un grandissimo numero di sale Parigi ha un altissimo numero di artisti bisognosi di mettersi in mostra. Locali come la lavanderia a gettoni offrono proprio questo genere di opportunità. Esistono vere e proprie stagioni con tanto di calendario e pubblico affezionato che partecipa pagando con un’offerta l’esibizione dell’artista in erba.
Il Drôle – Comedy Club invece è un locale totalmente inventato secondo le esigenze della sceneggiatura e della regia. La facciata, abbondantemente ristrutturata, è quella di un famoso ristorante vietnamita, il Paris-Hanoi in rue de Mont-Louis (le recensioni su Google gli danno 4.1). Gli interni sono stati ricostruiti in studio con un’attenzione al dettaglio maniacale. È proprio Emmanuelle Duplay, architetto e location manager della serie, a raccontare in una intervista quanto sia stata complessa l’ideazione e costruzione degli interni che dovevano dare allo spettatore l’idea di un luogo che fosse l’incrocio tra il vecchio, rappresentato dall’idea del ristorante a conduzione famigliare, e il moderno, rappresentato dalla presenza dei giovani e degli stand-upper.