Netflix vanta un catalogo ricco e fornito di contenuti vari che comprende serie tv e film di diverse produzioni e Paesi. La qualità non è un attributo scontato dei prodotti cinematografici, anzi, poche volte possiamo ritenerci davvero soddisfatti al termine della visione. Alcuni film nascono per assecondare momenti di puro intrattenimento animati dalla voglia di svago mentre altri hanno il merito di essere parte della storia più alta del cinema, destinati a essere ricordati negli anni. Netflix ha deciso di costruire la sua offerta puntando anche su film d’autore, ossia film realizzati da grandi registi che in molte occasioni non hanno raccolto grande interesse di pubblico ma di cui non si può negare l’inestimabile valore. Dunque, perché non approfittarne per guardare un film d’autore Netflix? Abbiamo stilato una lista di 10 grandi capolavori cinematografici presenti in catalogo a cui dovreste dare una possibilità. Lasciatevi stupire e affascinare, spegnete le luci e date inizio allo spettacolo!
Ecco 10 imperdibili film d’autore Netflix che meritano la nostra attenzione:
1) Il pianista
Tra i film d’autore Netflix troviamo il vincitore della Palma d’Oro a Cannes e di tre premi Oscar, Il pianista, diretto da Roman Polánski, con una toccante interpretazione di Adrien Brody. Si tratta di un racconto che si colloca fra le innumerevoli storie di persone, uomini e donne comuni, la cui esistenza venne sconvolta dall’avvento del nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto dal protagonista di questa drammatica storia vera, Władysław Szpilman. Nato a Varsavia nel 1911, egli crebbe in una famiglia da sempre legata alla musica e, sin da piccolo, dimostrò un grande talento per il pianoforte. Quest’opera riesce bene a manifestare lo stato di inquietudine continua in cui il protagonista e tutti i membri della comunità ebraica hanno vissuto, in quegli anni, sulla loro pelle.
La storia personale del musicista si intreccia con una vicenda più grande e imponente, quella del genocidio di un popolo odiato e avversato. La presenza della regia non è evidente, anzi, decide di non essere invadente, di restare nell’ombra perché a parlare sono le immagini brutali di questa tragedia. Szpilman compie una metaforica Odissea, vaga per le strade dove i cumuli di macerie riempiono a malapena il vuoto pervaso dalla distruzione. La musica sembra essere l’unica via d’uscita, uno spiraglio di normalità attraverso cui quest’uomo sente di avere ancora un motivo per andare avanti anche quando tutto intorno non è altro che morte e dolore atroci.
2) Il primo re
Il primo re di Matteo Rovere è stato una grande sorpresa per il pubblico italiano e internazionale, premiato con un meritatissimo David di Donatello per il migliore autore della fotografia. Il film è un tentativo coraggioso di ricostruire i fatti del 753 d.C, anno della fondazione di Roma, e di mettere in scena il mito di Romolo e Remo, interpretati rispettivamente da Alessio Lapice e da uno strabiliante Alessandro Borghi. Rovere si serve della Storia per infondere verità e credibilità ai personaggi e al mondo arcaico e selvaggio che decide di mettere in scena. L’uso del proto-latino o di elementi scenografici adeguati non sono da intendersi come vezzo superfluo ma come dettagli fondamentali per una messinscena che punta sulla completa immersione dello spettatore in questo mondo.
Non siamo sicuramente davanti a un film storico con intenti didascalici ma una rivisitazione del passato che, attraverso temi archetipici, si adatta perfettamente ai caratteri del cinema contemporaneo. Il lungo cammino dei due fratelli, animati dall’ambizione, è costellato da innumerevoli ostacoli la cui forza non riesce a piegare le loro alte aspirazioni. Da umili pastori a padroni della Città Eterna, Romolo e Remo rappresentano l’intera umanità e la sua costante marcia verso un futuro fatto di gloria e potenza.
3) Zodiac
Diretto da David Fincher, Zodiac è un film thriller che racconta la storia del “killer dello Zodiaco”, uno spietato serial killer realmente esistito, tra gli anni ’60 e ’70, che sconvolse la California del Nord con i suoi efferati omicidi. Il primo assassinio avviene la sera del 4 luglio del 1969 con un agguato ad una coppia di fidanzati e di qui, ha inizio la lunga catena di crimini che seguono scrupolosamente ogni volta lo stesso iter: la vittima viene lasciata in fin di vita mentre sulle donne, il killer sfoga la sua ferocia. Intanto, dopo ogni delitto, la polizia riceve alcuni indizi e dettagli sul delitto commesso che potrebbero essere utili per costruire una pista che però sembra non portare ad alcuna radicale svolta.
Le lettere con cui il killer minaccia di commettere altri delitti presentano sempre un messaggio in codice difficile da decifrare poiché costituito da segni che indicano simboli dello zodiaco (da qui il suo nome). Conducono le indagini gli ispettori David Toschi (Mark Ruffalo) e William Armstrong (Anthony Edwards) e al tempo stesso, due giornalisti del San Francisco Chronicle, l’eccentrico Paul Avery (Robert Downey Jr.) e il fumettista esperto in enigmistica, Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal). Inizia una vera caccia all’uomo fatta di suspense, identikit e perizie calligrafiche che cattura attimo dopo attimo lo spettatore e gli fornisce costantemente piste inconcludenti in grado di far crollare ogni intuizione, dando vita a un corto circuito senza fine.
4) Million Dollar Baby
Vincitore di ben quattro premi Oscar, Million dollar baby è uno dei capolavori intramontabili che hanno visto alla regia Clint Eastwood. Il film è ispirato ai racconti di F.X. Toole che, purtroppo, morì un mese dopo aver scoperto che il noto attore di americano, avesse chiesto i diritti per trasformare i suoi scritti in una pellicola cinematografica. Il protagonista è Frankie Dunn (Clint Eastwood), uno scorbutico e anziano manager di boxe, amico dell’ex pugile afroamericano Eddie ‘Scrap-Iron’ Dupris (Morgan Freeman). Amareggiato dall’abbandono del loro miglior pugile, Frankie rifugge da ogni rapporto. La delusione lascia spazio all’incredulità quando una modesta cameriera, Maggie Fitzgerald (Hilary Swank), decide di voler intraprendere la carriera pugilistica e chiede aiuto allo scontroso allenatore. Frankie, giorno dopo giorno, prende coscienza del talento naturale della giovane ragazza e decide di investire su di lei, servendosi dell’esperienza maturata durante la sua lunga carriera di maestro.
Million Dollar Baby, tra i più emozionanti film d’autore Netflix, affronta il tema della disfatta dell’essere umano senza scivolare nel patetismo ma, semplicemente, mettendo in scena quel vortice di illusione che, a volte, è capace di stringere in una morsa letale. Eastwood riesce a collocare nella sua storia una riflessione sul tema dell’eutanasia, oggetto di controverse discussioni e opinioni contrastanti. Riesce nel suo intento con una delicatezza struggente, un silenzio sordo che Inoltre, il film è ispirato a una storia vera, ossia il di F.X. Toole, che è diventato punto di partenza per la sceneggiatura di Paul Haggis. Il giornalista Rick Lyman riuscì finalmente a trovare la “vera” Maggie, una giovane ragazza di nome Katie Dallam, il cui destino dimostrava numerose similitudini con quello che il regista aveva raccontato sul grande schermo.
5) La grande bellezza
Vincitore del Premio Oscar come Miglior film straniero, La grande bellezza è un film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. Il protagonista della vicenda è Jep Gambardella (Toni Servillo), noto giornalista e critico teatrale che trascorre la sua esistenza negli ambienti più mondani di Roma. Nonostante venga acclamato da tutti, l’uomo trascorre i suoi giorni nascondendo l’insofferenza nei confronti degli ambienti volgari e viziosi che frequenta e che lo distolgono dalla sua perpetua ricerca della bellezza. Il suo percorso si trasforma in un viaggio costellato di malinconie, mal di vivere e maschere fittizie. La monotonia della sua esistenza viene interrotta e sconvolta dal marito del suo primo amore, Elisa, il quale alla morte della donna, ha trovato un diario attraverso cui h appreso di essere stato per lei solo un compagno, mentre il suo cuore è sempre stato di Jep.
Profondamente turbato dall’incontro con l’uomo, Jep fa un drammatico bilancio della sua vita, cercando di scovare in fondo a se stesso per cercare il motivo del suo blocco creativo, in quanto non riesce più a dedicarsi alla sua attività di scrittore. Devastato da una spirale di eventi dolorosi, Jep si rende conto di cercare la grande bellezza e di non sapere assolutamente dove poterla trovare, di essere ormai intrappolato in un’affannata corsa contro il tempo che scorre inesorabilmente senza poterlo assaporare momento dopo momento. La grande bellezza ci delizia con una Roma incantata che attinge a piene mani dalla memoria di Fellini e, proprio per questo, riesce ad ammaliarci come fosse un film senza tempo, contemporaneo e vecchio al tempo stesso.
6) Il gladiatore
Il Gladiatore, diretto da Ridley Scott, rientra a pieno titolo tra gli intramontabili film d’autore Netflix. Non importa quanti anni passino e neanche quanti altri film di questo genere verranno sfornati, questa storia riesce a catturare chiunque, di generazione in generazione. Un indomito Russel Crowe interpreta l’ex generale Massimo Decimo Meridio, divenuto poi schiavo e gladiatore. In quanto condottiero valoroso, dopo la sua ennesima vittoria, l’imperatore Marco Aurelio gli propone di succedergli quando egli passerà a miglior vita. Massimo rifiuta rispettosamente dimostrando di non essere interessato al potere assoluto di tale carica. Intanto, il mattino successivo, giunge la notizia della morte dell’imperatore, ucciso all’insaputa di tutti dal figlio primogenito Commodo (Joaquin Phoenix) che può dunque succedergli. Intanto Massimo, fuggito dalle minacce di Commodo che tenta di incolparlo dell’assassinio, diventa uno dei più acclamati uomini degli spettacoli sanguinari di Roma.
Il Gladiatore racconta una storia che non smette mai di emozionare: la lotta di un uomo per la sua libertà e la speranza di un futuro migliore, libero da catene e comandi. Inoltre, la musica di Zimmer garantisce sempre un’esperienza immersiva, capace di amplificare i nostri sentimenti davanti alle immagini del racconto. Nonostante questa pellicola sia stata criticata per via di alcuni anacronismi ed errori, ci troviamo comunque davanti ad un capolavoro evocativo, capace di trascinarci nella atmosfere di Roma antica, dove il sangue e la violenza non erano certo eventi eccezionali ma una drammatica quotidianità.
7) Dracula di Bram Stocker
Dracula di Bram Stoker è un film del 1992 prodotto e diretto da Francis Ford Coppola, tratto dal romanzo del 1897, Dracula, dello scrittore irlandese Bram Stoker. É il 1462 e la Chiesa è minacciata dagli attacchi sempre più frequenti dei turchi. Il cavaliere del Sacro Ordine del Dragone, Vlad Draculia III di Valacchia (Gary Oldman), si schiera contro gli infedeli. Intanto, sua moglie Elisabetta, dopo una ingannevole lettera che le annunciava la morte del suo amato, si è tolta la vita e, al suo ritorno, Vlad non riesce a sopportare il dolore di questa atroce perdita. Per questo motivo, dopo aver rinnegato la sua fede, viene colpito da una maledizione che lo trasforma in un vampiro. Quattro secoli dopo, Jonathan Karker (Keanu Reeves), un avvocato di Londra, si reca in Transilvania al fine di gestire gli investimenti di uno strano cliente, il conte Dracula. Vlad, dopo aver visto una foto della promessa sposa del giovane, Mina Murray (Winona Ryder), decide di recarsi a Londra, convinto che la donna sia la reincarnazione della sua amata defunta.
Coppola riesce a trasformare una storia solitamente ricondotta al genere horror in qualcosa di più, una mescolanza di registri più complicata che svelano la sua cifra autoriale. I dettagli sapientemente scelti nascondono sempre un significato più profondo di quello apparente e la caratterizzazione dei personaggi riesce a comunicare lo spettro di emozioni vissuto da ciascuno di loro. Dracula di Bram Stoker, tra i migliori film d’autore Netflix, ci insegna a guardare al di là del male e a domandarci quali siano le sue origini, perché soltanto attraverso questo viaggio la complessità dell’esperienza umana potrà emergere in tutta la sua potenza.
9) Bastardi senza gloria
Quentin Tarantino, con Bastardi senza gloria, marchia in modo indelebile anche il genere del film di guerra e, soprattutto, ci lavora dall’interno per decostruirlo e farne qualcosa di diverso. Attraverso il filtro della sua regia, è un linguaggio malleabile e ibrido. La storia di questo lungometraggio si può dividere in due capitoli. Il primo accade nella Francia occupata dai nazisti, dove la giovane ebrea Shoshanna Dreyfus (Diane KrugerI) assiste al massacro della propria famiglia per mano del colonnello tedesco Hans Landa (Christoph Waltz), soprannominato “cacciatore di ebrei” per la sua abilità nel fiutare i loro nascondigli. Intanto, la ragazza riesce a sfuggire alla morte e si rifugia a Parigi. Il secondo fronte è quello della squadra speciale di otto soldati ebrei soprannominati i “Bastardi”, appartenenti a diverse unità delle forze armate americane, guidati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt).
Tarantino decide di riscrivere la grande Storia attraverso il suo cinema, ma questo non per dimenticare gli orrori compiuti in passato, anzi, per attuare un’utopica vendetta attraverso il proprio mezzo di comunicazione prediletto, ossia la macchina da presa. Ad esempio, si serve di Hans Landa per farne il capro espiatorio di una più numerosa generazione nazista, trasformandolo nell’emblema della crudeltà umana, risultato della somma di tutte le atrocità compiute in nome di ideali sbagliati. I dialoghi sono estremamente misurati e i due filoni narrativi ci parlano di punti di vista differenti su una medesima vicenda storica. Tarantino crea un cult destinato a sopravvivere negli anni e a diventare emblematico della tragedia che la seconda guerra mondiale è stata.
10) Interstellar
In questa lista di film d’autore Netflix non poteva mancare uno dei capolavori di Christopher Nolan, in questo caso parliamo di Interstellar, pellicola del 2014. Questa storia pone come premessa l’estinzione della specie umana e l’inabitabilità della Terra ma non si tratta di un comune film apocalittico, come i tanti che si sono succeduti dall’inizio del Millennio. Ambizioso, complesso e sentimentale, Interstellar è un grandioso Viaggio che trascende tempo e spazio aprendo il varco a sensazionali scoperte. Un ex pilota convertito all’agricoltura, Cooper, (Matthew McConaughey) viene scelto insieme alla scienziata Amelia (Anne Hathaway) e ad altri due esperti per intraprendere una missione spaziale dal quale potrebbe non fare più ritorno. La sua partenza sconvolge la vita dei suoi figli Murph e Tom, costretti ad accettare il suo allontanamento. Dopo un disperato saluto tra Cooper e Murph, la squadra parte alla volta dell’universo sfruttando un wormhole, che li condurrà in un’altra galassia per cercare una nuova Casa per la razza umana.
“L’amore è l’unica cosa che trascende il tempo e lo spazio“, questo è ciò dice Nolan, senza scadere nel patetismo, anzi, combina il sentimento più alto che gli umani possono sperimentare con le leggi della scienza che tentano di travalicare ogni possibile confine. A rendere ancora più intensi gli scenari straordinari ricreati da Nolan concorrono le musiche enfatiche di Hans Zimmer, che ci immerge nelle inesplorate galassie, tra mistero e trepidazione. In questo racconto, l’uomo è al centro di ogni cosa con tutto ciò che ne consegue: crea, esplora, tenta di sopravvivere con ogni mezzo ma è stato anche capace di distruggere il proprio pianeta, soffre e si scontra con entità più grandi il cui controllo non è alla sua portata.