4) Il ragazzo che catturò il vento
Parliamo adesso di un film troppo poco visto e che invece meriterebbe tutta la nostra attenzione: Il ragazzo che catturò il vento.
Scritto e interpretato da Chiwetel Ejiofor, il lungometraggio è basato sull’omonimo libro di memorie scritto da William Kamkwamba, edito in Italia nel 2010 da Rizzoli. Il protagonista è un giovane ragazzo che vive in un piccolo villaggio del Malawi, in Africa. Dopo aver frequentato per pochissimo tempo la scuola del posto, è costretto ad abbandonare gli studi per le ristrettezze economiche della sua famiglia, ma un patto col suo insegnante di scienze gli consente di continuare ad accedere alla biblioteca della scuola, dove apprende l’ingegneria elettronica e la produzione di energia. Le condizioni di vita all’interno del villaggio si fanno sempre più insostenibili, i mancati raccolti e la carestia ne minano la sopravvivenza. William però è intenzionato col suo coraggio e la sua perspicacia a ricercare una soluzione per poter risollevare la situazione e salvare la produzione agricola. Con le sue conoscenze infatti, nonostante i numerosi pregiudizi del suo stesso padre, il giovane ragazzo riuscirà a dare vita a un ingegnoso meccanismo che possa convertire in energia le risorse naturali del luogo.
Il film di Chiwetel Ejiofor è un coinvolgente dramma familiare oltre che sociale e umano dove emerge la lotta che molti, in varie parti del mondo, sono costretti a compiere pur di sopravvivere. William è la scintilla del cambiamento, non si arrende, non cede alla logica nichilista che tra il tentativo di innescare il cambiamento e la passività sceglie la seconda. È un importante invito a riconoscere la centralità di valori quali l’istruzione e la democrazia oltre che un esempio di forza femminile come quella incarnata dalla madre del giovane interpretata da Aïssa Maïga.