1) 12 anni schiavo
Ci troviamo davanti a un capolavoro, uno dei film Netflix della categoria “Premiati” di grande prestigio, essendo vincitore del più ambito premio Oscar, quello come Miglior film.
12 anni schiavo, regia di Steve McQueen, nasce a partire dall’omonima autobiografia di Solomon Northup. Siamo nel 1841, prima della guerra di secessione, Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor) è un talentuoso violinista nero che vive libero nella cittadina di Saratoga Springs con sua moglie e i suoi due figli. Ingannato, finisce per essere coinvolto in una compravendita di schiavi, privato della propria libertà e costretto a lavorare nelle piantagioni di cotone dove la schiavitù nera rappresentava il principale motore dell’economia. Numerose sono le ingiustizie a cui l’uomo si trova ad assistere, vissute sulla propria pelle e su quella di coloro che stanno subendo la sua stessa sorte. Slatt, il nome attribuitogli da questa crudele società, viene indotto alla più completa spersonalizzazione, costretto a fingere di non avere cultura, di essere una “bestia da lavoro” e niente più. Fondamentale, inoltre, il ruolo di Lupita Nyong’o che, con la sua toccante performance, riesce a incarnare un valido esempio di condizione schiavista declinata al femminile e perciò sottoposta a un trattamento, per certi versi, più brutale.
Questa pellicola rende giustizia al protagonismo della popolazione nera in America, nei suoi meccanismi socio-economici e delle lotte che ora come allora vengono affrontate al fine di sradicare pregiudizi e razzismo. Tutta le scelte di regia compiute sembrano indirizzare lo sguardo dello spettatore a una profonda presa di coscienza a cui non è possibile sottrarsi, dove tutto accade sotto gli occhi di tutti e per questo non può essere ignorato.