A volte quello che dà magia a un film – qualunque esso sia – è la consapevolezza della verità che si cela dietro ogni scena o frammento. Ogni fatto realmente accaduto, non appena tramutato in film, sembra essere più vicino risultando quasi tangibile per il telespettatore che riesce – in questa maniera – a comprendere meglio le diverse sfumature. Il genere biografico riesce a riportare a galla pezzi di storia o di vita che a volte dimentichiamo: la nostra memoria, così piena di informazioni, tende a scardinarle mettendole in cartelle diverse che a volte tendiamo a non aprire, come abbiamo potuto appurare con il film Netflix L’incredibile storia dell‘Isola delle Rose promotore di una vicenda che in molti avevano dimenticato del tutto.
Altre volte, invece, non siamo a conoscenza di un fattore storico e anche in questo caso il genere biografico si fa promotore della cultura, mettendo in scena un film che possa spiegarci quello che non sappiamo: stiamo parlando di qualcosa che a tutti gli effetti potremmo definire come professore di storia virtuale.
La piattaforma Netflix ha particolarmente a cuore questo genere di film. Nel suo catalogo troviamo dei lungometraggi biografici che ci raccontano di storie lontane e vicine a noi con estrema verità. Vediamo quali sono i migliori da guardare, e fateci sapere cosa aggiungereste alla nostra lista!
1) La teoria del tutto
La teoria del tutto mette in scena un racconto che ci fa scoprire come la scienza riesca a essere anche poesia.
Il film racconta la vita di Stephen Hawking partendo dal 1963, quando egli era ancora un laureando in fisica presso l’università di Cambridge. Il suo futuro sarà pieno di scoperte scientifiche, diventerà a tutti gli effetti un fisico, cosmologo e un astrofisico. Ma la vita gli ha riservato una battaglia imponente e lunga: un disturbo neurologico lo porterà a non essere più autosufficiente, confinandolo su una sedia a rotelle. La teoria del tutto è un lungo viaggio all’interno dell’emotività dello scienziato che mette al centro la sua relazione con la moglie Jane e con se stesso. La vulnerabilità è la base di questo racconto e ci dà la possibilità di accedere a una parte che tendiamo sempre a dimenticare quando si tratta di scienza.
Al timone di questo racconto troviamo Eddie Redmayne che si cimenta nel ruolo di Hawking magistralmente. Riesce a narrare il decadimento fisico dello scienziato non rendendolo l’indiscusso protagonista ma un accessorio con cui ha dovuto fare i conti, senza perdersi dentro di lui. Lo sguardo pieno di ironia, vulnerabilità e umanità che Redmayne ha sfoggiato in questo ruolo è stato il degno rivale della malattia di Hawking ed è questo il punto fondamentale del film.
La poesia, viene dimostrato, è ovunque. Anche nella scienza.