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I 10 migliori film thriller psicologici che puoi trovare su Netflix

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Il thriller è uno dei generi più amati dal pubblico. I colpi di scena incessanti e scioccanti, la tensione costante e tangibile, i ritmi rapidi che non fanno respirare ci tengono incollati allo schermo. Se a questi elementi si aggiunge l’analisi psicologica dei personaggi, tutto viene reso ancora più coinvolgente e, in un certo senso, realistico: sono i thriller psicologici, un sottogenere molto apprezzato, forse più di quello classico. Si concentrano sulle mente umana, sui suoi angoli più oscuri e remoti, sul perché agiamo in un modo invece che in un altro. Le trame sono articolate, complesse e ci spingono a domandarci che succede, mentre il nostro cervello va in tilt e un mix di emozioni diverse vive dentro di noi. C’è un bel catalogo di questo genere di film su Netflix e selezionare i migliori 10 non è stato facile. Ma ci abbiamo provato e quindi andiamo a vederli insieme.  

E se stai cercando la prossima serie da guardare su Netflix proprio nel mese di Dicembre, abbiamo preparato su misura la lista che fa per te. La trovi qui.

1) Gone Girl – L’amore bugiardo

Amy e Nick Dunne sembrano la coppia perfetta. Ma quando lei scompare nel giorno del loro quinto anniversario, il principale sospettato per la polizia diventa proprio Nick. Quella che David Fincher ci propone in Gone Girl è un’immersione nel lato oscuro dell’umanità, dove l’amore è solo un illusione e, piano piano, si trasforma in odio. Il matrimonio poi diventa un deserto privo di sentimenti, di felicità, di vita. Tenuto in piedi solo dal mantenimento di un sogno a cui tutti vogliono credere. “A cosa pensi? Come ti senti? Che cosa ci siamo fatti?”: già l’iniziale voce fuori campo sottolinea l’impossibilità di conoscere davvero il proprio partner e di raggiungere la perfezione.

Gone Girl quindi non è solo un thriller psicologico, ma anche una cruda satira sul matrimonio e una rappresentazione di come i media nella cronaca nera diventano giudice, giuria e boia.

A spiccare nel film è proprio Rosamund Pike nei panni di Amy, una donna quasi irreale, che ci viene presentata tramite il suo alter ego letterario creato dai genitori: la perfetta Amazing Amy. Ma si sa, la perfezione non esiste e Gone Girl non fa che ribadircelo continuamente.

2) Red Dragon

Immancabile nei thriller psicologici un film su Netflix in cui è presente Hannibal Lecter.

Red Dragon è incentrato sul profiler Will Graham che, ritiratosi dopo lo scontro con il dottor Lecter (i suoi due volti sono Hopkins e Mikkelsen), rientra in azione per catturare un killer che tenta di emulare le gesta dello psichiatra.

Dopo la leggendaria interpretazione nel capolavoro il Silenzio degli Innocenti, Anthony Hopkins torna a vestire i panni di uno dei killer più letali e affascinanti del grande e piccolo schermo. Il personaggio di Lecter ormai è cucito sulla pelle di Hopkins, in grado ancora una volta di ammaliare e mettere in soggezione. È sempre lì, sulla scena, senza mai dominarla come faceva nel Silenzio degli Innocenti, ma lasciando il giusto spazio agli altri due attori protagonisti, soprattutto all’eccelsa interpretazione di Ralph Fiennes. Quei discorsi e giochi psicologici che Lecter faceva con Clarice Starling li ritroviamo anche nel suo rapporto con Will (impersonato da Edward Norton).

Tutto sommato, Red Dragon è coinvolgente, con un ritmo serrato e ci fa trattenere il respiro fino alla fine. In più, a differenza di molti film tratti da libri, è fedelissimo al suo romanzo.

3) Shutter Island

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Teddy Daniels, agente dell’FBI, viene chiamato a indagare con il suo partner Chuck sulla scomparsa di Rachel Solando, una paziente di un manicomio criminale ubicato su un’isola. Quell’incarico ben presto si trasforma in un’immersione nella psiche dei personaggi, costretti a confrontarsi con i loro demoni e paure. Più Shutter Island va avanti, più la comprensione dei fatti si fa difficile e più la realtà diventa sfumata.

Martin Scorsese muove la telecamera all’interno del labirinto dell’isola, mescolando passato e presente, ossessioni e paure, psicosi e macchinazioni. I colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro, l’angoscia e l’ambiguità dominano ogni cosa, compresi i personaggi, come l’enigmatico Chuck di Mark Ruffalo, l’impenetrabile dottor Cawley di Ben Kingsley o la misteriosa Michelle Williams. Ma soprattutto Leonardo DiCaprio firma l’ennesima grande prova portando sullo schermo un’intensità drammatica devastante nel suo Teddy. Emerge quell’emotività così coinvolgente che ci conduce, insieme a lui, allo smarrimento finale. E proprio le ultime battute riassumono l’essenza dell’intero film su Netflix.

Shutter Island è uno di quei film di cui ragioniamo anche ore dopo la sua visione perché solo nelle scene finali si capisce la grandezza dell’opera. Ci distrugge la mente, eppure non smetteremmo mai di guardarlo.

4) Il Caso Thomas Crawford

Quando c’è Anthony Hopkins in un thriller psicologico, non si può mai stare tranquilli. In questo film l’attore inglese è Thomas Crawford, un magnate dell’aeronautica, che, dopo aver scoperto il tradimento della moglie, la uccide. Poi si autoaccusa e decide di difendersi da solo al processo. Willy Beachum, giovane procuratore dalla brillante carriera, pensa che questo caso sia un gioco da ragazzi. Non ha però fatto i conti con le diaboliche macchinazioni di Crawford.

Siamo di fronte a un thriller vecchio stile dove la componente psicologica viene però messa in primo piano. Infatti, a sorreggere brillantemente l’intera impalcatura c’è lo scontro tra i due protagonisti: Willy, interpretato da un giovane Ryan Gosling, viene messo costantemente nei guai dai piani machiavellici di Crawford. La sceneggiatura stessa esalta questo aspetto, soprattutto mettendo in bocca a Hopkins delle battute cariche di cinismo e black humor.

Non c’è bisogno di artifizi particolari per appassionare gli spettatori. Il film su Netflix riesce comunque a tenerci con gli occhi incollati allo schermo dall’inizio alla fine con una semplice domanda: riuscirà il buono (lo è davvero poi?) a prendere il cattivo?

5) Zodiac

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Da Seven a Mindhunter, passando per Zodiac, Fincher ha rappresentato ciò che si nasconde nella mente contorta di un serial killer. Ha così plasmato profondamente il genere di riferimento, costruendo assassini complessi e ambigui. E Zodiac non è da meno. Ma è diverso rispetto al classico thriller: l’attenzione infatti si focalizza non tanto sul criminale da catturare quanto sulle persone che cercano di prenderlo. È la loro psicologia, il loro confrontarsi con se stessi, la loro vita e il loro vuoto emotivo a diventare protagonista.

L’ossessione di ritrovare il Killer dello Zodiaco colpisce i personaggi principali: il vignettista Robert Graysmith, il giornalista Paul Avery e il detective Dave Toschi. Pur di risolvere questo rompicapo che di anno in anno si fa sempre più complicato, sacrificano lavoro, famiglia, amicizie e rovinano la loro stessa vita.

È anti-spettacolare, preciso, con alcune scene memorabili e un cast da urlo. Zodiac ci parla di una storia ancora non finita (il killer non è mai stato arrestato) senza però trarre conclusioni.

È, in poche parole, il film su Netflix di Fincher che ha posto le basi per Mindhunter.

6) Limitless

Cosa accadrebbe se potessimo usare il 100% del nostro cervello? A Eddie Morra, scrittore fallito, succede grazie a una droga che lo mantiene perennemente lucido. E per lui, come recita il titolo del film, non ci sono più limiti. In tutti i sensi, persino quelli morali. Allora abbandona il mondo della scrittura per compiere un’inarrestabile scalata a Wall Street in sole due settimane. Trovandosi come nemico un magnate dell’alta finanza, esponente della vecchia scuola (impersonato da De Niro), quella incarnata dal motto machiavellico “il fine giustifica i mezzi”.

In questo thriller entriamo dentro la psiche di Morra, non solo perché è lui stesso che narra gli eventi, ma anche grazie ad alcuni accorgimenti tecnici, come le inquadrature, gli effetti visivi e i loop temporali che riducono le nostre capacità cognitive e ci mostrano quelle rafforzate di Eddie. Così ci identifichiamo quasi totalmente con lui, con la sua voglia di emergere, con le sue insicurezze e il senso di inadeguatezza.

In fondo questo film su Netflix vuole suggerirci che siamo tutti Eddie Morra. Perché, diciamoci la verità, chi non prenderebbe quella droga se ne avesse la possibilità anche solo per un giorno?

7) L’Esercito delle 12 Scimmie

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La popolazione terrestre, decimata da un virus, è costretta a vivere nel sottosuolo perché la Terra non è più abitabile. Un prigioniero, James Cole, viene inviato nel passato per cercare informazioni, soprattutto su questo misterioso esercito delle 12 scimmie che sembra essere il principale responsabile della catastrofe mondiale. Ma non è l’unico enigma: tormentato da visioni, Cole deve scoprirne l’origine.

Tanti sono i temi trattati in questo film su Netflix, a partire dagli stessi viaggi nel tempo.

A differenza di molti show sci-fi, qui non si può cambiare il presente modificando il passato che ormai è concluso, anche se Cole ci prova comunque. Al centro della narrazione troviamo poi i ricordi, la loro soggettività e come questi cambino la percezione della realtà. Infatti molte volte i personaggi hanno ricordi falsi o alterati, come quelli di Cole. Senza dimenticare che ogni cosa nel film passa attraverso l’analisi del declino della civiltà moderna, dei rapporti umani e di quelli tra tecnologia e persone.

È un film tragico, cupo, che piace anche a chi non ama la fantascienza, con un energico Bruce Willis nei panni di Cole e un sensazionale Brad Pitt che incarna lo schizzato Jeffrey Goines, interpretazione che gli valse un Golden Globe.

8) Effetti Collaterali

Ci addentriamo nella mente umana, nelle sue distorsioni e perversioni con questo film su Netflix firmato Steven Soderbergh.

Emily soffre di depressione e tenta il suicidio dopo che il marito è appena uscito di prigione. Al pronto soccorso convince lo psichiatra a prescriverle uno psicofarmaco eccessivamente pubblicizzato dei media per essere miracoloso. Ma gli effetti collaterali non tarderanno ad arrivare e saranno devastanti sia per Emily che per il suo psichiatra.

Il film inizia come un racconto sugli effetti collaterali di un farmaco per poi trasformarsi in un vero e proprio thriller, dove la tensione cresce con l’andare del tempo e l’adrenalina scorre come un fiume in piena. I colpi di scena non sono mai scontati, nemmeno quando sembrano prevedibili, e si resta sempre vicini alla realtà, anche se si rasenta la fantascienza e la fantapolitica. Perché il film prende ispirazione dalla deriva farmacologica della società occidentale, soprattutto nella speculazione delle case farmaceutiche, alimentate dalla voglia di fare soldi e dall’ansia dell’uomo contemporaneo. Il cast poi è di prim’ordine, con un Jude Law che, da un certo punto, si trova a sostenere il film quasi tutto sulle sue spalle, riuscendoci brillantemente.

9) Cube – Il Cubo

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Cube è un piccolo cult, fonte di ispirazione per quei film – come la saga Saw – basati su violenti giochi che i protagonisti devono risolvere se non vogliono morire. Il principio in Cube è lo stesso: sei sconosciuti vengono rapiti senza ragione e rinchiusi in un’immensa e labirintica struttura metallica formata da infinite stanze cubiche. Fuori dal cubo c’è una luce accecante, dentro invece un sistema perverso che non permette errori. Infatti, in cerca dell’uscita, i sei dovranno evitare trappole mortali identificabili attraverso formule matematiche.

Saranno costretti a collaborare e a svelarsi l’uno l’altra se vogliono riuscire a sfuggire a questa prigionia forzata. Pian piano, però, sprofondano nella pazzia, in quegli istinti umani che vengono portati all’esasperazione, in quei conflitti che emergono proprio perché in gioco c’è la sopravvivenza. Tutto per mostrare la trasformazione in quello che ogni protagonista è: un animale in gabbia, che farebbe di tutto per salvarsi.

Non mancano perciò in questo film su Netflix dialoghi duri e pungenti, tipici di una sceneggiatura più teatrale, e la cinepresa amplifica, con i suoi movimenti, le emozioni dei protagonisti. E il finale non è quello che pensiamo.

10) Who I Am

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Prima dell’acclamata Dark (qui la classifica dei suoi colpi di scena più geniali), Baran bo Odar ha diretto questo claustrofobico e angosciante film di Netflix.

Il protagonista di Who I Am è Benjamin, ragazzo dal passato tragico, che si è sempre sentito un signor nessuno a causa della sua timidezza e difficoltà nei rapporti sociali. La sua valvola di sfogo è l’hackeraggio: insieme a Max, conosciuto durante i servizi sociali, fonda un gruppo clandestino che entrerà poi nel mirino dei servizi segreti. E i due si troveranno a subire le conseguenze delle loro azioni.

Attraverso i flashback di Benjamin viene sviluppato il racconto, capace di tenerci sul filo del rasoio per l’intera durata del film. Who I Am si prende dei rischi, mettendo in dubbio le nostre previsioni, ma che aprono le porte a una perfetta parte conclusiva piena di colpi di scena. Questo thriller psicologico ci porta nei meandri più oscuri del dark web, nelle sue derive e nella sua logicità. In un contesto così freddo, ciò che colpisce è l’umanità con cui viene rappresentato il protagonista. È dal suo punto di vista che vediamo e viviamo tutte le vicende del film ed entriamo così in empatia con lui da condividere e vivere le sue stesse emozioni.

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