Nell’articolo che segue si parlerà di Élite, La Casa de Papel, The End of The F***ing World, Black Mirror e The Rain.
Purtroppo per noi, ma per la fortuna delle case cinematografiche, da qualche tempo c’è questa tendenza a gridare subito al ‘capolavoro’ con molta più leggerezza di un tempo. Sono le nostre aspettative ad essersi abbassate insieme all’asticella della qualità?
Netflix poi sforna una serie dopo l’altra e, se è vero che la fretta è cattiva consigliera, l’esempio lampante è sotto i nostri occhi, nella home della stessa piattaforma streaming.
Il problema, se così lo vogliamo chiamare, sopraggiunge quando ad essere prese di mira sono serie largamente apprezzate dal pubblico, ma che subiscono allo stesso modo critiche riguardanti quello stesso apprezzamento, ritenuto da molti eccessivo.
Questo è il caso delle 5 serie tv che seguono, vediamo se vi sentite di concordare o dissentire.
1) Élite
Sull’onda de La Casa de Papel, nasce Élite, la serie televisiva spagnola comprendente tre attori già presenti nel cast della citata serie. Rio (Miguel Herrán) diventa Christian, Denver (Jaime Lorent, di cui vi lasciamo 7 curiosità) diventa Fernando e Alison Parker (Maria Pedraza) diventa Marina, che, spoiler, muore nella prima puntata. L’intera trama gira quindi attorno a chi può essere l’omicida e con che motivazioni ha agito.
Grazie a un discutibile mix tra 13 Reasons Why e How to Get Away with Murder, Élite avrebbe anche potuto essere un buon prodotto teen, come ad esempio lo è Riverdale, ma purtroppo non ci è riuscita.
A spezzare di continuo la trama è la recitazione a tratti deludente e le battute non sempre efficaci. Alcune scene dove si ostenta serietà, in una ricerca di pathos che non riesce a toccarci, purtroppo rischiano addirittura di farci ridere involontariamente dove non dovremmo.
Su Élite penso che si siano riversati tutti gli orfani de La Casa de Papel, convinti dal cast in parte condiviso, quanti di voi possono però ritenersi soddisfatti del confronto?