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Ho appena visto Lovesick (ma avrei dovuto farlo prima)

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Se si dovesse usare un paragone musicale, si potrebbe dire che ci sono Serie Tv che sono concerti sinfonici, capaci come sono di suscitare in noi le emozioni più epiche e profonde, quelle più commoventi e alte. Sono quelle serie che entrano nella nostra memoria come vere e proprie esperienze. Mantenendo lo stesso tipo di paragone, Lovesick può essere considerata alla stregua della musichetta che fischiettiamo sotto la doccia. Potrebbe sembrare una similitudine svilente, ma non è affatto così.

Avete presente quell’indovinello che dice che Jack sta guardando Anna, ma Anna sta guardando George e (non scendo nel dettaglio che altrimenti ve lo spoilero) qualcuno è sposato e qualcuno è single e la domanda è Una persona sposata sta guardando una persona single? Ecco, prima ancora di pensare alla soluzione il mio cervello mi aveva lanciato dei segnali più basati sull’esperienza che sulla logica. L’ assunto di partenza mi pareva ovvio: difficile che tizio e tizia si guardino reciprocamente e contemporaneamente, molto più facile che ognuno guardi qualcuno che guarda qualcun altro. Per quanto riguarda la domanda, invece, animata forse da un filo di cinismo, anche lì sembrava una banalità: di certo un single guarda uno sposato e uno sposato un single. Vi assicuro che questo volo pindarico ha più a che fare con Lovesick di quel che pensate.

Scrotal recall (questo il titolo iniziale), un gioco di parole capace di rendere immediatamente manifesto l’espediente piuttosto divertente che Tom Edge, il creatore della serie, aveva deciso di utilizzare. Di per sé, infatti,  la trama è abbastanza banale: Dylan Witter (un cognome che ricorda qualcosa a chi è cresciuto agli albori degli anni 2000) vaga un po’ alla ricerca dell’amore. Pensa di trovarlo con la frequenza con cui gli altri esseri umani respirano, ma poi c’è sempre qualche cosa che non va. Dylan (Johnny Flynn) non è l’unico ad avere le idee un po’ confuse e a condurre un’esistenza caotica, al suo fianco ci sono i suoi migliori amici: Evie (Antonia Thomas), Luke (Daniel Ings) e Angus (Joshua McGuire). Accanto a questi personaggi, che esprimono il disagio sentimentale-relazionale contemporaneo in tutte le sue forme, transitano fugacemente ragazze, ragazzi, amanti, amici, fidanzati, fidanzate, mogli, quasi-mogli, quasi-mariti e chi più ne ha più ne metta. Fino a qui, nulla di diverso da molte altre comedy. L’escamotage di base da cui la storia prende le mosse è che Dylan scopre di avere la clamidia, motivo per cui decide di contattare tutte le ragazze con cui è stato a letto (e no, non sono poche), permettendo così alla narrazione di procedere su due binari: quello attuale e quello dei ricordi.

Il punto è che Lovesick ci mette di fronte ad alcune grandi e semplici verità delle relazioni. Se il problema del tempismo esiste da sempre, è fuori discussione che mai prima di questo momento storico ci si potesse trovare davanti a una così ampia opportunità di incontrare “la persona giusta” o almeno “quella più giusta di quella prima”. Per questo e altri motivi è più facile trovarsi persi e non riuscire più nemmeno a capire cosa si sta cercando.

Questa Serie Tv  ci racconta, con grande leggerezza, la realtà sentimentale di buona parte di noi quasi-trentenni. L’incapacità di guardarsi dentro per paura di soffrire di nuovo, di cambiare uno status quo confortante, la difficoltà di assumersi la responsabilità di un sentimento, di un rapporto, la fatica di scegliere in un ventaglio di possibilità che si addice più allo shopping compulsivo che all’amore.

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Eppure Lovesick non tratta solo di questo: ci parla anche dell’amicizia, ci parla della paura di amare, della difficoltà di rendersi conto prima, e di accettare poi, i propri sentimenti, ci parla di quel delicato passaggio che è l’ingresso nella vita adulta, ci parla di adulti che non riescono a sentirsi tali: eterni giovani sognatori impenitenti e innamorati – che lo ammettano o meno. E lo fa senza indugiare con lo sguardo pornografico che, oggigiorno, si riserva all’interiorità.

Lovesick è  una Serie Tv delicata, sincera, onesta, divertente, frizzante, ma anche commovente.

La verità è che Lovesick ci somiglia tanto, per questo ci piace.

Quel fischiettio non è forse l’esperienza musicale più intima e spontanea, quella più nostra? Il concerto ce lo ricorderemo per sempre, vero, ma la canzone della doccia siamo noi: è il nostro concerto personale.

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