9) Taxi Driver
La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, dappertutto. Non c’è scampo: sono nato per essere solo.
Taxi Driver
Il premio non fa un film (come visto anche qui). E questo lo dimostra bene Taxi Driver, il capolavoro per eccellenza di Martin Scorsese. Che il regista non goda dell’approvazione perenne dell’Academy si sapeva già da tempo, ma guardare un film di questo livello a mani vuote fa sempre male. Ma non fatevi condizionare, non fatelo mai. Liberate la mente da qualsiasi tipo di pregiudizio per il mancato riconoscimento e datevi l’opportunità di guardare un capolavoro come questo. Interpretato straordinariamente da Robert De Niro, Travis Bickle è il punto fermo di Taxi Driver. Il protagonista nonché simbolo del cinema degli ultimi cinquant’anni. Un individuo ai margini della società che si distacca e che si allontana dal mondo da cui si sente rifiutato, e che ricambia con la stessa moneta.
Un viaggio nella psiche umana, quella più tormentata e disillusa. Una di quelle che dalla vita non si aspettano mai niente, e che cercano un ruolo in questo mondo, qualsiasi questo sia. Taxi Driver non manca in niente. Né in termini di interpretazioni che di ambientazioni. Perfino New York, infatti, ha un ruolo in questa storia. Un ruolo che toglie alla città più felice del mondo il suo primato, lasciandola da sola con la sua parte più oscura. Con una colonna sonora che restituisce ancor di più il senso di alienazione della pellicola, Taxi Driver si impone come una delle migliori pellicole di sempre. Una voce a chi voce pensa di non averne, e cerca di vivacchiare in attesa che qualcosa cambi. Ma sempre senza sperarci troppo.