Netflix non è solo serie tv, questo ormai lo abbiamo capito tutti. Il catalogo della piattaforma offre sempre più grandi titoli anche sul fronte film. Sta infatti investendo sulla produzione di pellicole di alto livello, come dimostrano le collaborazioni di Martin Scorsese, dei fratelli Coen e di giovani registi emergenti che hanno affidato al colosso dello streaming la produzione e distribuzione di importanti film di denuncia. I migliori film Netflix ricevono sempre più riconoscimenti anche di altissimo livello e arrivano prima al pubblico attraverso canali diversi dalle sale cinematografiche.
Comunque la si pensi sulla questione cinema/piattaforme di streaming, non c’è dubbio che Netflix stia proponendo titoli di grande qualità. In questa classifica ve ne proponiamo dieci, ma il catalogo è davvero vasto e comprende nomi importanti del panorama cinematografico internazionale. È soprattutto con i drammi che Netflix ha saputo conquistare il pubblico, ma ci sono ottime produzioni anche nel campo dei film d’animazione. In classifica troviamo anche un titolo italiano, uno dei film più apprezzati del 2018 nel nostro Paese, a ulteriore conferma di come Netflix si stia imponendo sempre di più anche in questo campo.
10) La ballata di Buster Scruggs
Decimo posto della classifica per i fratelli Coen, due fanatici del cinema che hanno realizzato una pellicola per una piattaforma di streaming. Il film è stato trasmesso anche sul grande schermo in alcune città degli Stati Uniti, ma il grande pubblico ha potuto apprezzarlo su Netflix. E chissà, magari anche guardandolo dallo smartphone, urtando probabilmente la sensibilità dei due Coen. La ballata di Buster Scruggs è un western diviso in sei episodi. “Avevamo storielle e racconti brevi raccolti nell’arco di venticinque anni”, hanno raccontato i Coen alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il film è stato premiato per la sceneggiatura.
Tutte quelle storie di cui “non sapevamo che farne” le hanno messe insieme in una pellicola vintage dal formato moderno. C’è il pistolero che fischietta, il fuorilegge che rischia la forca assaltando le banche, ci sono i ladri di bestiame, la corsa all’oro, gli Indiani, le scene da saloon. Insomma, tutto il campionario del genere western racchiuso in un unico film un po’ grottesco e perfettamente in linea con lo stile dei Coen.
9) Il buco
Tra i nuovi Originali Netflix c’è anche Il buco, film del regista esordiente Galder Gaztelu-Urrutia. È girato all’interno di una specie di prigione, un edificio che si sviluppa in verticale, con piani disposti l’uno sopra l’altro e un buco quadrato al centro. Il protagonista è intrappolato in questo groviglio stratificato, una sorta di esperimento sociologico di cui pian piano lo spettatore intuisce le finalità.
Il buco è tra i migliori film Netflix presenti nel catalogo.
Ha fatto discutere per la trama così insolita e originale. Ma questo film è anche e soprattutto una grande metafora sociale. L’attore spagnolo Iván Massagué veste i panni del protagonista. Ogni giorno, insieme ai suoi compagni di cella, vede passare una piattaforma piena di cibo che dal piano più alto arriva giù, in basso, dove gli ultimi non ricevono nulla perché il cibo l’hanno già pappato gli altri. È la società, come è sempre stata dall’inizio dei tempi: chi sta in cima può arraffare quello che vuole, chi sta in basso muore di fame. Il regista si è spinto in questa allegoria allucinata per mostrare cos’è la stratificazione della società.
8) Il processo ai Chicago 7
Aaron Sorkin ha realizzato per Netflix un film che ci riporta negli Stati Uniti del Sessantotto, gli anni convulsi delle proteste pacifiste. E lo fa attraverso una storia realmente accaduta, molto veritiera e aderente alla realtà. Sacha Baron Cohen, Jeremy Strong, Yahya Abdul-Mateen II, John Carroll Lynch, Eddie Redmayne, Alex Sharp, Noah Robbins e Daniel Flaherty interpretano i ragazzi che si recarono alla Convention del Partito Democratico a Chicago per protestare contro la guerra in Vietnam. Qualche mese dopo le proteste, vennero tutti processati.
Il film porta in scena proprio quel processo, che colpì molto l’opinione pubblica per la connotazione fortemente politica che lo investì. I dialoghi sono presi da estratti del dibattimento e molto di quello che vediamo sullo schermo corrisponde a realtà. Il genere del thriller giudiziario è molto amato, ma i riferimenti storici contribuiscono a rendere questo film uno dei più amati del catalogo Netflix.
7) I due Papi
Jonathan Pryce e Anthony Hopkins si cimentano in un’interpretazione davvero eccezionale. Non solo per i personaggi a cui danno il volto, due Papi ancora in vita, ma anche per la profondità che la storia sa trasmettere. I due Papi racconta di un incontro tra Benedetto XVI, allora in carica, e papa Francesco, a quei tempi ancora cardinale.
La pellicola è diventata in breve uno dei migliori film Netflix.
Apprezzatissimo da un certo pubblico per la profondità dei dialoghi e delle riflessioni che suggerisce, I due Papi mette a confronto due visioni diverse della Chiesa, in alcuni punti diametralmente opposte. È un film che fa riflettere, lento ma che non annoia, pieno di parole ma mai banale. Un’esperienza da vivere per immergersi in un mondo che spesso avvertiamo come distante.
6) Diamanti grezzi
Tra i migliori dieci film dell’anno per il National Board of Review, il film dei fratelli Safdie ha tra i suoi protagonisti Adam Sandler nei panni dell’avido Howard Ratner. Proprietario di un negozio di diamanti e accanito giocatore d’azzardo, Howard tenta di dare una svolta alla sua vita. E crede che il modo giusto per farlo sia giocarsi tutto con un opale nero dell’Etiopia.
Tra i migliori film Netflix dall’anno, Diamanti grezzi ha goduto di grande popolarità anche perché è finito in catalogo nel periodo del primo lockdown.
È stato uno dei più cliccati e anche uno dei più amati dagli amanti del basket americano, che hanno potuto vedere alcune star dell’NBA – uno su tutti Kevin Garnett – comparire in vari frangenti del film. Diamanti grezzi vuole essere una storia di riscatto per un uomo che sembra fare sempre la scelta sbagliata. Adam Sandler è riuscito a dar vita a un personaggio drammatico – lui che è abituato ai ruoli comici – in maniera impeccabile.
5) Storia di un matrimonio
Ancora più che in The Meyerowitz Stories, Noah Baumbach ha tirato fuori il meglio con Storia di un matrimonio, uno dei migliori film del 2019, che ha ottenuto diverse nomination agli Oscar e la statuetta per Laura Dern nei panni dell’avvocato Nora Fanshaw. La storia è all’apparenza molto semplice e banale, come il suo titolo: c’è una coppia di New York che sta per separarsi e, come tutte le coppie che attraversano un momento del genere, non sa quale sia il modo gusto per farlo. In mezzo ci sono anche un figlio – interpretato alla grande dal giovanissimo Azhy Robertson – e Los Angeles, la città natale di Nicole (Scarlett Johansson), la protagonista donna della storia.
E sono proprio i due attori, Johansson e Adam Driver, a dare respiro al film. Storia di un matrimonio sa come toccare le corde più tese dell’animo. È un’esplosione di sensazioni contrastanti che si consumano dentro una separazione in cerca di soluzione attraverso avvocati, battaglie legali, effetti collaterali. Ma anche nostalgia, rimpianti, errori, delicatezza. È il capolavoro di Noah Baumbach, che sa come travolgerci con una valanga di emozioni tutte diverse.
4) Sulla mia pelle
Presentato alla 75ª Mostra di Venezia, vincitore di tre Ciak d’oro e di quattro David di Donatello, Sulla mia pelle è il miglior film italiano tra gli Originali Netflix. Diretto dal regista esordiente Alessio Cremonini, il film parla essenzialmente di una ferita che ci portiamo dentro. La morte di Stefano Cucchi ha rappresentato una pagina sporca della cronaca di questo Paese. Un caso giunto subito alla ribalta nazionale, che ha coinvolto emotivamente milioni di italiani e sul quale è andata aventi una battaglia giudiziaria che ha investito Polizia, opinione pubblica e Stato, chiamando ciascuno alle proprie responsabilità.
Sulla mia pelle è un film di denuncia. Ed è tra i migliori film Netflix perché la denuncia qui arriva dritta sullo stomaco, senza tamponamenti.
Alessandro Borghi fa una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Attraverso il suo corpo viviamo la violenza di quegli ultimi giorni di vita di Stefano, la brutalità che gli si è scagliata addosso. È un film che non si riesce a guardare con leggerezza. Al contrario, fa così male che ci sembra di perdere dei pezzettini per strada, di disintegrarci a poco a poco mentre le immagini scorrono e la storia ci viene raccontata.
3) Mank
Sul podio della classifica dei migliori film Netflix sale a pieno diritto Mank, il film biografico di David Fincher sullo sceneggiatore americano Herman J. Mankiewicz, interpretato qui da Gary Oldman. La storia racconta i retroscena dietro la sceneggiatura di Quarto potere, pellicola famosa del 1941, attribuita a Orson Welles, ma – questa è la teoria del film – scritta interamente da Mank dal letto di un ranch di Victorville, in California. La trama si divide tutta tra la stesura di Quarto potere e gli anni Trenta, quando lo sceneggiatore lavora per la Paramount e vive la maggior parte delle vicende che poi confluiscono in Quarto potere.
L’idea di Mank è sempre ronzata nella testa di Fincher, già dagli anni Novanta, ma non è mai riuscito a realizzarla. È diventato famoso con Fight Club, Il curioso caso di Benjamin Button, The Social Network, Mindhunter e House of Cards, e alla fine è riuscito a convincere Netflix a produrre e distribuire Mank. Che è una storia che parla anche di politica, di come il magnate dell’editoria William Hearst abbia influenzato le elezioni della California e di come i tratti negativi di questo personaggio – insieme ad altre vicende lette tra le righe – siano confluiti poi in Quarto potere. Un film da vedere, che si è già imposto sulla scena internazionale.
2) The Irishman
Si è parlato tanto di The Irishman, il primo film che Martin Scorsese ha realizzato per Netflix. Lo stile è il suo, che per l’occasione ha richiamato Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino, il gotha del cinema americano e del genere gangstar. Quasi tre ore e mezza di visione per un film che tocca le corde della nostalgia. Nostalgia soprattutto per un modo di fare cinema che ha incantato gli spettatori dagli anni Settanta in poi, segnando le tappe più importanti del cinema americano. Scorsese ne sa qualcosa. De Niro, Al Pacino e Joe Pesci ne sanno qualcosa.
Tra i migliori film Netflix, The Irishman merita una delle posizioni più alte.
Per la pregevole caratura degli interpreti, per lo stile sempre tendente al capolavoro di Scorsese e per una storia che costringe a fermarci e a guardarla prendendoci il giusto tempo. È il cinema e paradossalmente proprio Netflix ci aiuta a riscoprirlo. Nel 2020 ha ottenuto ben dieci candidature agli Oscar, senza però aggiudicarsene nemmeno uno. È stato un film chiacchierato e anche criticato. Ma è pur sempre Martin Scorsese, che mette in scena un trio straordinario di interpreti del genere gangster.
1) Roma
Il primo posto lo abbiamo lasciato ad Alfonso Cuarón e al suo Roma. Un film particolare, che non piace a tutti ma che è indubbiamente un capolavoro. Cuarón è un regista molto apprezzato, che prima di girare questa pellicola aveva fatto il pieno di premi e nomination con Gravity, il thriller nello spazio con Sandra Bullock e George Clooney. Con Roma si è invece aggiudicato l’Oscar per la regia e per il miglior film straniero, oltre che la statuetta per la fotografia. Che, per inciso, è spettacolare.
Il film è ambientato a Città del Messico negli anni Settanta, in un quartiere che è chiamato Colonia Roma. La storia è filtrata dallo sguardo di Cleo, la domestica e tata di famiglia, che ci porta a vivere uno spaccato di quotidianità del Messico di quegli anni. Da molti definito un film neorealista, Roma è girato in lingua originale e in bianco e nero. Un bianco e nero “contemporaneo”, lo definisce il regista, che non lo faccia sembrare un film degli anni Cinquanta e Sessanta. E in effetti, l’immagine che arriva allo spettatore è quella di una pellicola luminosa, curata nei minimi dettagli. Cuarón ci ha lavorato a trecentosessanta gradi, occupandosi anche del post-produzione.
La maggior parte degli attori non sono professionisti: l’idea era quella di lasciare che le emozioni scorressero naturalmente davanti la camera senza curare troppo i dialoghi e gli intrecci. La trama è addirittura secondaria. Quello che conta, in Roma, è la fotografia che ne viene fuori. Uno spaccato di Messico degli anni Settanta con chiari riferimenti autobiografici. Un capolavoro neorealista nell’era del digitale.