Netflix ha fatto della eterogeneità dei suoi contenuti uno dei suoi punti di forza. Oltre alle serie più popolari, ai documentari di ogni tipo e alle serie animate, ha realizzato dei validi film. Anche in questo caso, ha preferito spaziare tra generi diversi, non ricadendo semplicemente in quelli più noti o comunemente apprezzati. Infatti nel 2020 data la chiusura dei cinema, molti film sono stati trasmessi su piattaforme streaming come Netflix per godersi lo spettacolo comodamente da casa nell’attesa di tornare sulle nostre amate poltrone in sala. Il rifiuto di mettere in piedi narrazioni monotone ha ampiamente premiato la produzione di Netflix dal momento che alcuni di questi film hanno girato il mondo, raccogliendo consensi e impressioni positive fra gli spettatori anche in Italia. Eccoci qui perciò a stilare una lista dei migliori film Netflix Original che non potete continuare a ignorare.
Ecco la classifica dei 10 migliori film Netflix Original presenti nel catalogo:
10) Beasts of No Nation
Diretto da Cary Fukunaga, basato sul romanzo Bestie senza una patria dello scrittore statunitense di origine nigeriana Uzodinma Iweala, Beasts of No Nation è un film di Netflix che racconta la storia di Agu, interpretato del promettente Abraham Attah, costretto a diventare un bambino soldato sotto la guida del Comandante del NDF (Native Defense Force).
Questo incontro segnerà l’avvio di una spirale di orrori e violenze che trasformeranno l’ingenuo bambino in un uomo che disprezza se stesso e le sue azioni e vorrebbe tornare ad essere libero di vivere la propria vita senza uccidere o commettere simili brutalità. La storia si trasforma in un viaggio attraverso la psicologia di Agu che si muove tra accettazione passiva e metabolizzazione del costante trauma a cui è sottoposto.
Girato in Ghana, ma privo di coordinate geografiche localizzabili e volutamente svuotato di punti di riferimento specifici, le ambientazioni ben delineate tradiscono il tentativo di trasformare questo racconto in una storia universale di infanzia e innocenza rubata. Apu tuttavia è l’incarnazione di un dramma vissuto ogni giorno da molti bambini che, nelle loro terre d’origine, vengono costretti ad abbandonare giochi, spensieratezza e ingenuità e a trasformarsi in un animali da combattimento senza che ci sia spazio per l’etica o esitazioni.
9) Il processo ai Chicago 7
Scritto e diretto da un importante sceneggiatore premio Oscar come Aaron Sorkin, Il processo ai Chicago 7, il film narra del processo ai cosiddetti Chicago Seven, un gruppo di attivisti contro la guerra del Vietnam coinvolti in uno scontro tra manifestanti e Guardia Nazionale nel 1968.
Qualche mese dopo il loro arresto, con un processo farsa con scopi chiaramente politici, il nuovo governo del presidente Richard Nixon prova a far fuori con un colpo solo molti dei leader della controcultura di sinistra ed eliminare così una parte della fervente opposizione, accusandoli di cospirazione e incitamento alla sommossa. Le dinamiche di questo evento politico sarebbero divenute presto celebri per la scorrettezza del giudice Julius Hoffman e l’atteggiamento rivoltoso e spregiudicato degli imputati.
Risulta difficile oggi, dopo grandi capolavori come The Westwing e The Social Network, sorprendersi delle brillanti doti di Sorkin per la costruzione di dialoghi sagaci e densi di molteplici significati. Possiamo perciò considerare riuscitissimo il tentativo dell’autore di sottolineare il valore simbolico di un simile evento di cui è possibile riconoscere peculiarità e strascichi anche in molti avvenimenti del mondo contemporaneo.
8) Okja
Fra i migliori film Netflix troviamo Okja, un film diretto e scritto dal regista premiato agli Oscar, Bong Joon-ho. La storia ha iniziato nel 2007 quando Lucy Mirando (Tilda Swinton) diventa la nuova amministratrice della multinazionale Mirando Corporation e annuncia pubblicamente di avere scoperto una nuova razza di maiale del quale sono stati invitati sedici esemplari in diverse parti del mondo.
Entro dieci anni di allevamento verrà selezionato l’animale migliore e destinato a diventare il prescelto per la macellazione e il conseguente sfruttamento. Nel 2017, terminato il periodo, il supermaiale meglio riuscito si rivela essere Okja, cresciuta nella campagna della Corea del Sud da una ragazzina di nome Mija e suo nonno.
La piccola protagonista capisce però che la vita del suo animale è in pericolo e decide di lottare affinché la crudele organizzazione che l’ha creato abbandoni l’idea di appropriarsene per lasciarlo vivere libero. É evidente la critica che il regista intende rivolgere alle realtà degli allevamenti intensivi spesso protagonisti di carneficine autorizzate contro cui la legge non oppone alcuna tutela o divieto.
Il legame tra Okja e Mija va oltre ogni barriera. Non ci troviamo di fronte ad un “tradizionale” animale da compagnia in grado di suscitare quindi una naturale empatia ma siamo davanti una creatura ibrida, dai tratti deforme che difficilmente immagineremmo capace di suscitare un simile attaccamento. Okja è perciò un inno alla salvaguardia della natura e di tutte le creature viventi, di qualunque specie, razza o origine abbiamo.
7) Annientamento
Scritto e diretto da Alex Garland, Annientamento è il film adattamento cinematografico, realizzato da Netflix, dell’omonimo romanzo scritto da Jeff VanderMeer, primo capitolo della trilogia dell’Area X.
Dopo essere stato impegnato per molto tempo in una missione segreta, il soldato Kane (Oscar Isaac) torna da sua moglie Lena (Natalie Portman), affermata biologa ed ex soldato. L’uomo però mostra di avere alcune gravi lesioni che insospettiscono la donna che indagando scoprirà dell’esistenza della cosiddetta Area X, una zona in continua espansione di origine misteriosa da cui solo suo marito ha fatto ritorno.
Avrà iniziò, in questo modo, la spedizione che vedrà coinvolta Lena con altre quattro donne, per cercare di conoscere di più riguardo questa inquietante esistenza. Scegliendo come protagonista una squadra declinata tutta al femminile, Annientamento racconta di un viaggio sensazionale che si estende oltre i limiti spaziotemporali e perciò al di là della comprensione umana.
Gli elementi del cinema di fantascienza sono disseminati in tutto il racconto ma di certo non siamo di fronte a una pellicola facilmente etichettabile poiché ricca di diverse sfumature e capace di virare verso il dramma e la riflessione filosofica riguardo questioni di estrema rilevanza e originalità, le quali per giunta non trovano una vera e propria risposta neanche col finale della storia.
6) La ballata di Buster Scruggs
Scritto e diretto da Joel ed Ethan Coe accanto a un cast valido ed eterogeneo, La ballata di Buster Scruggs è un film ad episodi che racconta sei diverse storie che corrispondono a sei capitoli di un vecchio libro sul lontano West di cui sfogliamo le pagine.
Si tratta di un una messa in scena pervasa di elementi dell’immaginario del genere western: cowboy, indigeni, duelli, rapinatori di banche, distese deserte e opprimenti spazi della diligenza. Tuttavia, l’obiettivo dei suoi creatori non è quello di riportare in auge le glorie di queste leggendarie e mitiche atmosfere ma di metterne in scena una rappresentazione ironica, sfuggevole, frammentata, quindi simulacrale e non autentica.
A fare da trait d’union è la morte che percorre tutti gli episodi in maniera solenne e che aleggia costantemente in quanto controparte della vita di ciascuno dei personaggi. A sorprendere è soprattutto il suo imprevedibile quanto spiazzante arrivo che colpisce tutti indistintamente, lasciando in vita soltanto le storie che sono state costruite nel tempo. Sono le leggende a vivere per sempre, al contrario delle persone che sono invece accomunate da un unico e ineluttabile destino.
5) Fino all’osso
Film di Netflix di debutto alla regia cinematografica per Marti Noxon, To the Bone (Fino all’osso) è il racconto della storia di Ellen (Lily Collins), una ragazza ventenne che vive una complicata situazione familiare. La giovane soffre di un grave disturbo del comportamento alimentare, l’anoressia, che la sta pian piano divorando ma il cui avanzamento non la rende ancora abbastanza cosciente di doverla necessariamente affrontare per non rischiare la sua stessa vita.
Dopo aver rifiutato cure e fallito in numerose terapie cliniche, decide di tentare un nuovo approccio, presso una casa famiglia gestita dal Dr. William Beckham (Keanu Reeves). Durante questo periodo della sua vita, Ellen non verrà indotta a una guarigione forzata ma sarà proprio la sua crescita interiore e il miglioramento delle sue relazioni interpersonali a mostrarle una possibile via d’uscita.
Fino all’osso riesce a dar voce e forma in maniera fedele alle manifestazioni clinica di questa logorante malattia, oltre che alle sue devastanti ripercussioni psicologiche. Spesso troppo sottovalutata o trattata come un irragionevole comportamento, l’anoressia e la sua sconfitta si trasformano in una presa di consapevolezza dell’imperfezione dell’esistenza e della sua necessaria accettazione contro ogni forma di illusoria percezione.
Perciò Ellen guarirà solo se, a prescindere da chi le sta accanto o da come evolveranno le situazioni che la circondano, lo deciderà per se stessa, avendo compreso quale sia il valore della sua esistenza.
4) Storia di un matrimonio
Scritto e diretto da Noah Baumbach e candidato agli , Storia di un matrimonio è senza ombra di dubbio, uno fra i migliori film Netflix. Racconta con una inaudita naturalezza e tangibilità la storia di un grande amore, intenso e impetuoso, e, allo stesso modo, sua devastante fine.
A muoversi su quello che sembra costruito per essere un palcoscenico teatrale, sono i due talentuosi interpreti dell’eccezionale cast, ossia Adam Driver e Scarlett Johansson che riescono a calarsi alla perfezione nei loro ruoli riuscendo a farci sentire coinvolti nei costanti cambiamenti di sfumature dei sentimenti che li animano.
Charlie è un famoso regista teatrale sposato con l’attrice Nicole. I due stanno affrontando un crisi e per questo fanno terapia di coppia. Tuttavia, le cose precipitano nel momento in cui la donna decide di intraprendere le pratiche per il divorzio e coinvolgere i legali, contravvenendo al loro precedente accordo. Ad esserne profondamente coinvolto è anche loro figlio Henry, ferito e inerme davanti ai capricci incomprensibili dei suoi genitori.
Storia di un matrimonio è un film viscerale, in ogni senso. Non si accontenta di scivolare sulla patina degli eventi ma lascia affiorare la sua forza emotiva scandagliando l’anima e restituendone anche i lati più nascosti, reconditi e assopiti. Non è necessario tutto il resto (che pur riesce ad essere eccellente) per questo film per definirsi un capolavoro se non i suoi attori, davanti alla macchina da presa, lasciati liberi di impersonare con brutalità i chimerici desideri falliti di un “matrimonio da sogno” a cui cede il posto la vita vera, quella che non ammette illusioni, anzi, segna in maniera indelebile.
3) Roma
Vincitore di tre Premi Oscar e due Golden Globes, Roma, scritto e diretto da Alfonso Cuarón è una pellicola in bianco a nero capace di far vibrare intensamente le corde dei nostri animi.
La pellicola presenta una trama semplice e al tempo stesso complessa e composita. Al centro ci sono le vicende di una famiglia messicana a Città del Messico negli anni Settanta, precisamente stanziata a Colonia Roma, da cui il titolo. Cleo, la protagonista, è la domestica di una famiglia dell’alta borghesia. Un giorno, il padre di famiglia abbandona la sua casa non facendo più ritorno e allora sua moglie Sofia, madre di quattro bambini, e Cleo si fanno forza vicendevolmente, in un rapporto di solidarietà e supporto che travalica le loro differenze di classe.
É evidente la scelta di Cuarón di creare una pellicola personale ed intima cogliendo l’occasione celebrare la forza del matriarcato e, inoltre, riuscire ad offrire un ritratto dei conflitti interni e della gerarchia sociale al tempo dei disordini politici di quegli anni.
Durante tutta la sua durata, siamo trasportati e coinvolti fra le strade di questo centro cittadino attraverso una serie di fotogrammi dal sapore neorealista che ne restituiscono la poeticità ma allo stesso tempo la concretezza del reale e la forza con cui la Storia irrompe nella vita quotidiana di qualunque persona.
2) Sulla mia pelle
Fra i migliori film Netflix sarebbe impensabile evitare di menzionare Sulla mia pelle, diretto da Alessio Cremonini. A dare rilevanza a questa toccante film Netflix è stata la sua presentazione per l’apertura della sezione “Orizzonti” alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e la magistrale interpretazione del suo cast ma soprattutto, nelle vesti di protagonista, di Alessandro Borghi il quale ha studiato a lungo, oltre a perdere molti chili, per restituirne un’immagine il più possibile veritiera e aderente alla realtà.
Il film narra gli avvenimenti dell’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi. In una sera dell’ottobre 2009, il giovane romano mentre è si trova in compagnia di un compagno, viene perquisito e trovato in possesso di sostanza stupefacenti. Per questo viene arrestato e condotto alla stazione di polizia dove si consumerà il suo tragico destino, tra violenze, confessioni omesse, ingiustizie e bugie.
Sulla mia pelle è un racconto intenso, intriso di angoscia e al tempo stesso capace di scatenare un’irrefrenabile rabbia in chi lo guarda, specie per la sua impotenza davanti ai fatti. Complice anche la freddezza con cui una simile dramma viene rappresentato, dalla scelta delle atmosfere fredde a un’illuminazione caravaggesca, ispirata a forti contrasti e che per questo riesce a mettere visivamente in scena la solitudine di Stefano Cucchi di fronte a un sistema incapace di rispettare i suoi fondamentali diritti e che abusa del suo potere per attuare illegali e brutali prevaricazioni.
1) The Irishman
Uno dei migliori film Netflix immancabile in questa classifica è la pellicola diretta da Martin Scorsese e interpretata da tre grandi nomi della storia del cinema, un cast spettacolare che vanta nomi quali Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, The Irishman.
Al centro della storia, c’è l’irlandese Frank Sheeran (Robert De Niro) che da reduce della Seconda guerra mondiale in Italia prima e umile lavoratore negli Usa poi, diventa un killer per Russell Bufalino (Joe Pesci) e stringe un rapporto di lavoro e amicizia con il famoso leader del sindacato degli autotrasportatori Jimmy Hoffa (Al Pacino), esponente della illegalità organizzata.
Le vicende dei protagonisti si intrecciano e prendono corpo durante il racconto di un cinquantennio di storia americana, di cui vediamo alcuni fra i più salienti e rappresentativi eventi. The Irishman richiama le pellicole di questo stesso genere già realizzate da Scorsese che, in questa circostanza però, decide di dilatarne i tempi, di prendersela comoda per creare un film-testamento capace di compendiare tutta la sperimentazione compiuta nella sua carriera e consegnare ai posteri il suo personalissimo epilogo.