4. Baby Reindeer
Baby Reindeer è stato un grande cazzotto nello stomaco. Arrivato senza preavviso, in maniera inaspettata. È una storia pesante, tossica. Scritta benissimo e interpretata anche meglio. Richard Gadd (che ha scritto anche un noto episodio di Sex Education) ha sviluppato un tema delicato con una sensibilità straordinaria. Baby Reindeer è una serie che fa riflettere, tanto. È contorta, angosciante, in ampi tratti divertente, dinamica, ma comunque impegnativa. Si è guadagnata da sola la Top10 della piattaforma ed è diventata una delle serie TV più popolari del momento. Forse neppure l’autore (e protagonista straordinario) si aspettava un successo tale. Richard Gadd ha scelto di portare sullo schermo un’agghiacciante esperienza realmente vissuta. La veridicità del racconto ha riso efficace lo sviluppo della storia. Baby Reindeer parla delle vicende personali di un barista trentenne aspirante comico che ha dovuto fare i conti con una stalker più grande di lui.
Al di là della delicatezza dei temi trattati nella serie (traumi psicologici, abusi sessuali, bisessualità, integrazione e così via) è la scelta comunicativa dell’autore che risulta estremamente efficace.
La serie britannica sceglie di trattare un argomento spinoso con un tono che oscilla tra lo dark humour tipico di molti autori britannici e il dramma vero e proprio, che in alcuni casi tocca punte altissime. La visione dei sette episodi è piacevole e l’interpretazione dei due personaggi principali (con una menzione speciale a Jessica Gunning, che probabilmente finirà nella lista delle candidate all’Emmy) ha reso Baby Reindeer una delle migliori serie tv su Netflix da molto tempo a questa parte. Lo show si è trascinato dietro anche polemiche e discussioni, come sempre quando si affrontano argomenti spinosi. Il passaparola e la grande attenzione mediatica di questi giorni continuano a far balzare il titolo nei gradini più alti della Top10 delle serie tv più viste, non solo in patria ma un po’ in tutto il mondo.