La straordinaria When They See Us, la rinomatissima Unorthodox, la difficile e necessaria Unbelievable, la recente Ripley, Baby Reindeer e tanto tantissimo altro: quando si tratta di miniserie da vedere su Netflix (qui la classifica), la piattaforma sa sempre come farci felici. Sono infatti diverse le produzioni auto-conclusive che dimorano all’interno del catalogo, ma non tutte – purtroppo – hanno la stessa fortuna. In mezzo ai vari titoli, infatti, si nascondono miniserie che vengono ogni giorno ignorate da tutti. Indifferenza, totale disinteresse: ecco che cosa hanno avuto in cambio fino ad oggi queste produzioni. Anche se non lo meriterebbero.
Certo, non stiamo parlando di capolavori o di miracoli delle Serie Tv, ma stiamo comunque parlando di produzioni valide, capaci di portare avanti la propria narrazione con coerenza. Miniserie che sanno come emozionare, coinvolgerci e tenere anche l’alta la tensione quando richiesto. E che meriterebbero molto di più dell’indifferenza. Ma quali sono quelle più bistrattate dell’intera piattaforma? Proviamo a scoprirlo insieme!
Da C’era una Seconda Volta a Tales of the City: ecco 5 Miniserie da vedere su Netflix colpevolmente ignorate da tutti!
1) Mask Girl, una delle miniserie presenti su Netflix colpevolmente ignorate da tutti
Cominciamo questo viaggio tra le miniserie da vedere su Netflix con una produzione tanto attuale quanto urgente. Mask Girl, infatti, racconta il disfunzionale rapporto tra la società e la bellezza estetica. Distribuita nel 2023, questa miniserie si concentra sul concetto di bellezza, chiarendo il confine che separa l’ammirazione dalla tossicità. Come racconta Mask Girl, infatti, viviamo in un mondo brutale, in cui la cosa che conta di più è l’aspetto esteriore.
Lo sa bene Momi, una ragazza che da piccola veniva acclamata per la sua bellezza e da adulta derisa per il suo viso che, secondo l’opinione altrui, non rispetta i canoni. I canoni di che? Misteri che non afferiamo. Durante la notte questo malessere viene però totalmente annientato da Momi stessa che, tramite il suo canale OnlyFans, decide di mostrare solo il suo corpo, coprendo il volto con una maschera.
Da quel momento quella stessa società che la trattava come se non contasse niente, si inchina al suo cospetto. Di fronte a quella bellezza accettata e ricercata, considerata come l’unica cosa che conti davvero. Ma anche in quel mondo patinato si nascondono le ombre. A un certo punto, infatti, Momi dovrà vedersela con serpi e avvoltoi che non la lasceranno in pace, facendole vivere un incubo. Mask Girl utilizza infatti questi due personaggi per raccontare il terribile declino di una società possessiva, manipolatrice e spaventosamente disumana. Per ogni cosa c’è un prezzo da pagare, in Mask Girl. Qualsiasi sia il verdetto che viene dato, pagheremo comunque un prezzo.
Attraverso dei toni noir, Mask Girls si caratterizza per la sua disamina trasparente e senza pietà della società attuale. Servendosi del genere thriller, infatti, questa miniserie scava all’interno del concetto di bellezza. Del brutto e del bello, intesi però in senso più ampio e tutt’altro che banale. E di come, in ognuna di queste due ipotetiche condizioni, esista comunque un’ombra e un’oscurità. Ingiustizia, rabbia, disillusione, pietà nei confronti per ciò che ci circonda, e la certezza che niente possa cambiare: Mask Girl è una miniserie che sa bene di cosa sta parlando, e non ha paura di alzare sempre di più l’asticella. Di provocare e di spettarci al varco, alla fine delle puntate, per dirci quanta povertà dilaghi. Mask Girl è un’altra scommessa vinta sul fronte delle produzioni orientali, peccato che questo lo sappiano davvero in pochi.