Ci sono voluti quasi sessant’anni perché il sistema di classificazione per la tutela dei minori, in ambito cinematografico, subisse una modifica sostanziale. La nuova legge del 2017 (e successive modifiche la cui ultima risale alla fine del 2023), le cui radici affondano nel regio decreto del 1931, poi nella legge 161 del 1962 e successive modifiche, stabilisce che non sia più semplicemente lo stato italiano a decidere cosa sia vietato e come lo sia.
Un ruolo di vigilanza resta comunque allo Stato ma viene introdotto un principio di autoregolamentazione delle società di produzione e distribuzione delle opere. Un po’ come già accadeva con le reti televisivi e i famosi pallini rossi, gialli e verdi. Perciò, sostanzialmente, è Netflix ha decidere quale sia il divieto ai minori per i film e le serie televisive che pubblica sulla sua piattaforma. Soprattutto se sono produzioni proprie.
Contemporaneamente viene responsabilizzata molto di più la famiglia che dovrebbe essere maggiormente informata di quello che viene distribuito online, ma non solo.
Un’altra importante novità prevista dalla nuova legge è la totale abolizione della censura. Oggi, infatti, non esiste più la possibilità che a una produzione venga negata la possibilità di venir distribuita al pubblico o che l’uscita sia condizionata da modifiche o addirittura tagli.
Un’opera, in Italia, ha quattro livelli di divieto: vietato ai minori di anni 18 (oppure 16 anni se accompagnati da un adulto o un tutore maggiorenne); vietato ai minori di anni 14 (oppure 12 se accompagnati da un adulto o un tutore maggiorenne); non adatte ai minori di anni 6; opere per tutti.
In realtà paese che vai divieti che trovi. In Francia, per esempio, esiste un divieto per anni 12, anni 16, anni 18 e X (film pornografici). Nei Paesi Bassi, invece, sono molto più costrittivi ed è previsto un divieto per anni 6, 9, 12 (accompagnati da un adulto), 14, 16 e 18.
In Nuova Zelanda è ancora più complicato. Ci sono infatti i film per tutti, quelli per i bambini accompagnati da un adulto, quelli dai 16 anni su, quelli vietati ai minori di 13, 16 e 18 anni non accompagnati, quelli vietati ai minori di anni 13, 15, 16, 18 anni e quelli riservati per un determinato pubblico (ma non chiedeteci quale perché non l’abbiamo capito).
E negli Stati Uniti? Intanto la censura viene applicata solo su base volontaria per cui se un film decide di non presentarsi viene classificato come Not Rated. Altrimenti la Motion Picture Association, dal 1968, applica questi divieti: G, film per tutti; PG, visione consigliata con la presenza di un adulto; PG-13, visione da parte dei minori di 13 anni consigliata con la presenza di un adulto; R vietato ai minori di anni 17 non accompagnati; NC-17 vietato ai minori di anni 18.
Una volta si pensava che il divieto fosse legato principalmente alle rappresentazione della sessualità. Oggi non è più così. Si considera piuttosto l’argomento e la maniera in cui viene trattato. Per fare un esempio pratico: Schindler’s List, il capolavoro di Steven Spielberg, è vietato in diversi paesi nel mondo principalmente per l’argomento trattato. Così come Salvate il soldato Ryan, considerato troppo forte per la scena dello sbarco (effettivamente ci furono parecchi veterani che stettero male nel vedere quelle scene).
Di seguito abbiamo scelto sette film vietati ai minori presenti nel catalogo di Netflix. In realtà come detto precedentemente, per le opere prodotte dalla piattaforma online non c’è un vero e proprio divieto quanto un consiglio: la visione infatti è raccomandata a un pubblico di 16+ o 18+.
1) Blonde
Uscito su Netflix nel settembre del 2022 dopo esser stato presentato alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (al temine della programmazione il film ha ottenuto una standing ovation di quasi un quarto d’ora oltre alla nomination per il Leone d’Oro) Blonde è un biopic romanzato sceneggiato e diretto da Andrew Dominik (conosciuto per Chopper e L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford) e basato sull’omonimo romanzo scritto da Joyce Carol Oates.
Si tratta di un film sulla vita di Norma Jeane Mortenson, meglio conosciuta come Marilyn Monroe, nota per aver interpretato il ruolo stereotipato della blonde bombshell nelle commedie cinematografiche americane tra negli anni Cinquanta e Sessanta.
Mentre l’interpretazione di Ana de Armas nei panni dell’icona pop del cinema mondiale ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico (l’attrice cubano-ispanica ha ricevuto per questo ruolo la nomination agli Oscar, ai Golden Globe e ai BAFTA) il film, invece, è stato ampiamente criticato. L’autore, infatti, è stato addirittura accusato di aver sfruttato in maniera poco etica e professionale l’immagine di Marilyn Monroe inventandosi addirittura eventi mai accaduti, o comunque dubbi.
Blonde è un film vietato ai minori di 18 anni (negli Stati Uniti ha ricevuto la classificazione NC-17, ossia film per adulti). Nella pellicola ci sono scene di sesso, di abusi e violenza sessuale, una scena di una interruzione volontaria della gravidanza e quella di un aborto spontaneo. Ovviamente questa restrizione ha indispettito non poco Andrew Dominik che ha rivolto parole dure nei confronti della Motion Picture Association, l’ente americano preposto alla valutazione dei film che vengono rilasciati al cinema o sulle piattaforme streaming “Ci sono scene in Euphoria molto più esplicite. Non voglio pensare che questa censura sia una mossa politica“, ha detto il regista. Seppur in maniera più diplomatica anche Ana de Armas si è detto stupita di questa scelta: “posso elencare decine di programmi televisivi molto più espliciti. Non capisco il motivo di questa scelta. Abbiamo voluto rappresentare la vita di una delle più grandi attrici. Se vuoi raccontare la sua storia, lo devi fare in maniera completa, altrimenti si tratta di una favola“.
Al di là dell’evidente frustrazione di autore e attrice protagonista il film su Netflix non ha comunque convinto la critica (e pubblico) che si è dimostrata piuttosto fredda e distaccata additando la pellicola come “complicata e altamente controversa“.
2) Non c’è due senza…
Film a episodi, Donde caben dos è scritto e diretto da Paco Caballero e ha come protagonisti alcuni tra i più interessanti attori e attrici del panorama iberico, come Ernesto Alterio, Anna Castillo, Maria Morales e Raúl Arévalo.
Il film affronta con taglio da commedia leggera i dilemmi e le preoccupazioni sentimentali di un gruppo di amici ormai quarantenni. Una serie di personaggi ben caratterizzati, infatti, insoddisfatti dell’amore e dalle relazioni, nel corso di una notte si ritrovano a sperimentare situazioni pazzesche che non avrebbero mai immaginato vivere e che li porterà a incontrarsi e confrontarsi nuovamente al mattino, più consapevoli e al tempo stesso più confusi di prima.
Il film, rilasciato nel 2021 su Netflix, avrebbe voluto essere un inno alla libertà sessuale ma in realtà si dimostra piuttosto confuso e ordinario, ben lontano da quello che avrebbe potuto essere se affidato a Pedro Almodovar. Il cast è davvero spettacolare e sostiene alla grande una sceneggiatura che in certi momenti, obbligata a seguire cinque storie, sembra perdere la bussola e arrancare per trovare la quadra.
Non c’è due senza… è stato classificato vietato ai minori di 16 anni per le tematiche legate alla sessualità più che per le scene esplicite. Il divieto non va inteso come censura quanto piuttosto perché occorre una certa maturità per comprendere l’importanza di un’educazione sentimentale e sessuale.
3) Illusioni mortali
Scritto e diretto da Anna Elizabeth James, Illusioni mortali è un erotic thriller piuttosto blando che racconta la storia di un triangolo amoroso, vero o soltanto immaginario, tra una scrittrice di romanzi (Kristin Davis, conosciuta per aver interpretato Charlotte York in Sex and the City), suo marito (Dermot Mulroney, Sean Pierce in Shameless) e la nuova babysitter (Greer Grammer, già conosciuta per il ruolo di Lissa in Diario di una nerd superstar).
Non c’è nulla di nuovo in questa pellicola uscita su Netflix nella primavera del 2021. Regia e sceneggiatura non sembrano mai prendere il coraggio di affondare un colpo che scateni una reazione nello spettatore il quale resta in attesa che succeda qualcosa che giustifichi il divieto di visione ai minori di 16 anni.
Il film, ancora disponibile su Netflix, è ricco di cliché a partire dai protagonisti del triangolo amoroso. Nelle grazie della babysitter però, sembra cadere la moglie anziché il marito ed è questa forse l’unica, vera trovata che ravviva un po’ quello che altrimenti ricorda molto i thriller pruriginosi degli anni Novanta che veniva trasmessi sulle reti generaliste, nelle calde notti d’estate. Ma non c’è niente altro che giustifichi la visione vietata ai minori di 16 anni che ormai sono abituati a vedere ben altro.
4) Addicted
Desiderio irresistibile è il titolo in italiano di questa pellicola diretta da Bille Woodruff (conosciuto soprattutto per i suoi videoclip musicali), scritta da Christina Welsh e tratta dal romanzo omonimo di Zane, pseudonimo di Kristina Laferne Roberts, autrice di romanzi erotici.
La protagonista di questo film è Zoe, interpretata da Sharon Leal (Boston Public), donna affascinante, CEO della propria azienda, sposata felicemente e con tre bambini. Apparentemente sembra non mancarle niente ma dopo aver visto una mostra d’arte di un giovane artista instaura con lui una relazione clandestina che la fa sentire in colpa.
Zoe sfoga i suoi sensi di colpa durante le sedute di psicoterapia e la sua analista le diagnostica una dipendenza da sesso sottolineando come questo problema sia certamente causato da un terribile trauma del quale Zoe è a conoscenza ma che non vuole rivelare a nessuno.
L’intreccio amoroso si complica finché non si risolve con il classico finale in cui la traditrice viene scoperta e abbandonata dal marito. C’è ovviamente un lieto fine dopo che Zoe avrà finalmente trovato il coraggio di raccontare cosa le accadde all’età di dieci anni.
Il film è uscito nel 2014 ed è attualmente reperibile nel catalogo di Netflix. La piattaforma streaming segnala che per guardare Addicted occorre avere più di 16 anni. Il film viene effettivamente classificato come erotic thriller anche se le scene più osé non risultano mai esplicite.
La pellicola affronta la dipendenza sessuale della protagonista in maniera piuttosto superficiale. E la rivelazione del trauma di Zoe, alla fine, sembra semplicemente messa lì per dare un senso a qualcosa che altrimenti non l’avrebbe.
5) Chloe
Uscito nel 2009, Chloe è il remake di Nathalie, film francese del 2003 diretto da Anne Fontaine, non presente sul catalogo Netflix. Il rifacimento americano è diretto da Atom Egoyan, candidato all’Oscar per Il dolce domani mentre la sceneggiatura è affidata a Erin Cressida Wilson, conosciuta anche per La ragazza del treno, con Emily Blunt.
Chloe (Amanda Seyfried) è una squillo di lusso ingaggiata da Catherine (Julianne Moore) che sospetta che David, il marito, (Liam Neeson) la tradisca. Il compito di Chloe è quello di sedurre David e portare a Catherine le prove del tradimento.
Ma le cose non vanno secondo i piani del personaggio interpretato da Julianne Moore e tutto il castello di finzioni costruito per scoprire un inganno rischierà di crollare malamente distruggendo una realtà ben più solida e concreta.
La critica l’ha bocciato ma il pubblico, invece, sembra aver gradito dato l’ottimo successo al botteghino.
Il fil, vietato ai minori di 16 anni, mette in scena l’ennesima versione del classico triangolo amoroso nel quale sono protagoniste, questa volta, le due donne. Una fantasia erotica piuttosto gettonata che risulta comunque mai esagerata nella messa in scena di Atom Egoyan.
Se Julianne Moore è meravigliosa e rifulge di luce propria Amanda Seyfried non riesce a starle al passo e Liam Neeson, invece, è letteralmente sacrificato per lasciar spazio alle due protagoniste femminili.
6) Cinquanta sfumature di grigio
Non poteva mancare in questo elenco il primo capitolo della famosissima trilogia tratta dai libri di E. L. James, scrittrice britannica da milioni di copie. Cinquanta sfumature di grigio è considerato come una pietra miliare del genere erotic drama.
Di Cinquanta sfumature di grigio s’è detto davvero di tutto. Nel bene e nel male questo film è stato in grado di far parlare di sé milioni di persone. Ovviamente, come quasi sempre accade, il pubblico si è diviso tra chi ha gridato al capolavoro e chi, invece, all’obbrobrio.
Il film, attualmente presente sul catalogo Netflix, risulta vietato ai minori di 16 anni. Inizialmente regista (Samantha Taylor-Johnson) e sceneggiatrice (Kelly Marcel) erano convinte che il film avrebbe avuto, negli Stati Uniti, la restrizione massima, NC-17, per via dei forti contenuti sessuali tra cui dialoghi, alcuni comportamenti insoliti, nudità e linguaggio. Alla fine, invece, la Motion Picture Association optò per il livello inferiore: R – Restricted, ossia “contiene materiale per adulti. I genitori sono invitati a informarsi di più sul film prima di portare con sé i propri figli” e “per i minori di 17 anni è necessario l’accompagnamento di un genitori o di un tutore maggiorenne“.
7) L’amante di Lady Chatterley
Se Cinquanta sfumature di grigio è diventata una pietra miliare L’amante di Lady Chatterley è ormai un’icona della cinematografia mondiale. Dell’adattamente del romanzo omonimo di D. H. Lawrence ne esistono, tra serie e film, una decina precedenti quest’ultima proposta sul catalogo Netflix con protagonisti Emma Corrin e Jack O’Connell, rispettivamente nei panni di Lady Chatterley e il guardiacaccia Oliver.
Una delle storie d’amore (e di sesso) più interessanti e tormentate del XX secolo nella nuova versione per la piattaforma streaming diretta da Laure de Clermont-Tonnerre assume tinte da capolavoro pittorico del neoclassicismo. E taglia via molte parti inutili alla narrazione per trasformare quello che può esser considerato un romanzo di formazione in un manifesto dell’emancipazione femminile.
Sulla piattaforma Netflix questa versione de L’amante di Lady Chatterley è vietata ai minori di 18 anni. Il divieto nasce dall’esplicitazione di certe scene che rimandano molto alla versione letteraria. Ciononostante la sessualità evidente non è mai volgare né tanto meno fine a se stessa. Rientra in un quadro elegante che contornato da una preziosa cornice è in grado di fornire una nuova versione cinematografica, forse tra le migliori mai viste finora.