Trash: quali sono le serie tv che possiamo etichettare in questo modo? In principio, l’aggettivo inglese era utilizzato in senso totalmente dispregiativo, visto il suo significato di spazzatura. Nel linguaggio odierno relativo al mondo della serialità, tuttavia, questa parola ha preso sfumature diverse e spesso soggettive: c’è ancora chi utilizza trash per riferirsi a quelle serie tv che sarebbero da buttar via, proprio come la spazzatura. In alcuni casi, però, la parola trash viene usata quasi con simpatia, per indicare delle produzioni sì piene di elementi grotteschi o addirittura ridicoli, scene che trascendono la credibilità e momenti cringe, ma comunque godibili: degli esempi possono essere Pretty Little Liars, per molto tempo ritenuta la serie regina del trash, che ha poi perso lo scettro dopo l’arrivo di Riverdale, una serie tv dove tutto è possibile (e non necessariamente in senso positivo). Nel mondo di Netflix l’etichetta è stata subito affissa a uno degli ultimi prodotti originali della piattaforma: Emily in Paris, la serie tv con Lily Collins che non è granché ma non riesci a non guardarla. Eppure, pensate che esistono degli originali Netflix ancor più trash, per svariati motivi.
Ripercorriamo dunque l’ampio spettro di significati della parola trash e scopriamo quali sono le 5 serie tv di Netflix che più si abbinano a questo aggettivo.
1) La Casa di Carta
La prima tappa del nostro viaggio alla scoperta del trash di Netflix è quella dell’ormai famosissima serie spagnola che dal 2017 ha iniziato la sua scalata per entrare a far parte delle serie tv più viste di sempre. Non per questo è considerata da tutti un capolavoro, La Casa di Carta piace e non piace, ma spesso anche chi la critica si ritrova poi a fare binge watching, perché del trash talvolta non si riesce farne a meno. Quello che colpisce della serie spagnola è l’aumento costante di trash di stagione in stagione, per arrivare al suo apice nella quarta. Alcuni esempi? Pensate al Professore che dal nulla si mette a cantare brani di Tozzi e Battiato con tanto di frati che fanno il coro, tanto per dirne una. E che dire di Alicia Serra, che per molto tempo sembra il personaggio più credibile dell’intera serie e poi… si mette a parlare col suo gatto chiamandolo “commissario”. Tutto a posto? Ma non finisce qui, cosa ci aspetterà nella quinta stagione in uscita prossimamente? Il treno del trash giungerà gagliardo nella sua ultima stazione?
2) Tredici
E qui ci arrabbiamo, perché Tredici sarebbe dovuta essere tutto tranne che trash, secondi i piani della prima stagione. Una produzione Netflix nata col nobile scopo di far riflettere i giovani sulla delicata tematica del suicidio, portando il pubblico a ragionare su come e quanto il comportamento di ognuno può influire sulla vita del prossimo. Premesse di un certo livello stravolte e distrutte dalla seconda stagione in poi, che sono sfociate in un trash che, a differenza di quello de La Casa di Carta o altre serie tv, non fa per niente ridere. In questo caso si tratta di un trash fuori luogo, grottesco, che ha trasformato una serie tv con un senso nel più grande nonsense: e così dalla seconda stagione vediamo formarsi amicizie altamente improbabili e tossiche, amori incomprensibili e sottotrame (ma anche trame stesse) che non portano da nessuna parte. Un brutto capitombolo per una serie da cui ci saremmo aspettati molto di più.
3) Summertime
Non poteva di certo mancare un prodotto Netflix nostrano nel magico mondo del trash. E quale serie avrebbe potuto occupare un posto di questa lista se non il remake di “Tre Metri Sopra il Cielo”?
Se pensavamo di esserci liberati delle trasposizioni dei libri di Moccia, ci siamo sbagliati di grosso. Qualcuno ha ben pensato che sarebbe stato utile rispolverare l’opera che apparve sul grande schermo nel 2004 e trasformarla in Summertime. Qui di certo il nostro trashometro pende vertiginosamente dal lato dell’accezione negativa del termine: i personaggi, si può dire, sono un trash con le gambe, stereotipi e cliché fatti persona, sia per quanto riguarda i protagonisti, sia nel caso dei personaggi secondari. Prendendo come esempio la protagonista Summer, che al contrario del nome che porta odia l’estate, troviamo una ragazza che reagisce a tutto in modo esagerato e da vera (insopportabile) drama queen che sbuffa, mette il broncio o corre via, senza affrontare davvero le situazioni in cui si ritrova. Insomma, è un tripudio di nonsense che lascia basiti e sì, fa ridere, ma è quel ridere che si fa per non piangere.
4) Tiny Pretty Things
Meno conosciuta rispetto agli originali Netflix menzionati fin qui, forse, ma di certo un piccolo scrigno di trash. Tiny Pretty Things è ambientata in un’accademia di danza dove gli alunni sono capaci di qualsiasi cosa (davvero qualsiasi) per diventare i numeri uno della danza. Ecco perché la serie si apre con Cassie, la prima ballerina, che cade dal tetto dell’accademia. Chi l’ha spinta? Per quale motivo? Queste sembrerebbero le premesse di un buon thriller con protagonisti adolescenziali, in stile Élite: un po’ trash, ma comunque coinvolgente. E sulla seconda parte ci siamo, peccato che di trash non ce ne sia solo un po’. I personaggi sono immaturi e tremendamente volubili: migliori amici a colazione, per pranzo già si odiano e a cena diventano nemici mortali, salvo poi tornare best friends la mattina successiva (ma dopo aver seminato altrettanta zizzania tra altre persone nel corso della notte). Gli amori sbocciano in mezzo secondo, si suggellano relazioni che dovrebbero durare una vita intera e invece due minuti e trenta millisecondi dopo c’è un tradimento. A salvare da situazioni ridicole e grottesche sono le scene di danza, ben gestite e affascinanti. Ma, in ogni caso, Tiny Pretty Things non è da buttare via: può essere annoverata tra i cosiddetti gulity pleasure, la guardiamo per rilassarci, consapevoli del trash.
5) Bridgerton
Come poteva mancare l’ultima fatica di Shonda Rhimes che fa leva proprio sul trash per avere successo? Uscita a Natale, in giorni in cui il pubblico aveva solo voglia di rilassarsi, Bridgerton ha fatto proprio del trash il suo punto di forza. Un esempio è dato già dall’ambientazione, come spesso si è detto, sembra che Orgoglio e Pregiudizio si sia fuso con Gossip Girl: se non è trash questo! Aggiungiamo poi inesattezze storiche che fanno sorridere, personaggi un po’ melodrammatici un po’ ridicoli, la metà delle scene che vedono protagonista il Duca di Hastings e Eloise che segue piste assurde per scoprire l’identità di Lady Whistledown senza capire che è una delle persone a lei più care. Il trash di Bridgerton è un trash frizzante e divertente che ci fa accettare le imperfezioni della serie perché ci permette di allontanarci per un po’ dai problemi della vita quotidiana, facendoci tuffare in questo mondo di balli e abiti svolazzanti.