“Per un sacco di gente la vita è solo un lungo calcio tirato nell’uretra. E a volte quando torni a casa dopo una giornata di calci nell’uretra ti va solo di guardare uno show su gente amabile dove si vogliono tutti bene. E dove qualunque cosa succeda alla fine di quella mezz’ora, beh, è tornato tutto a posto. No, sai, perché nella vita vera… ho già detto quella cosa lì dell’uretra?”. Quante volte ci siamo sentiti esattamente come BoJack Horseman dopo una giornata sfibrante? Ci sono dei momenti in cui una serie tv sa come tirarti su il morale. Altri in cui ti affossa solo più giù. E basta farsi un giro sul catalogo Netflix per accorgersene.
Talvolta ci imbattiamo in serie tv, su Netflix come altrove, che sono molto più di un doloroso calcio nell’uretra.
Serie strazianti che ci fanno piangere. Che ci inchiodano alla sedia ed esplorano il fondo delle nostre angosce, della nostra tristezza. Show malinconici e cupi, di quelli che ci lasciano un piccolo foro sul cuore da cui prende ossigeno il nostro dolore. La tristezza ha in sé qualcosa di profondamente poetico. Sarà per questo che ci sentiamo così legati alle serie tv che sanno farci commuovere, ma commuovere veramente.
Chi non ha mai pianto guardando un episodio di This Is Us? O assistendo a una delle tante morti di Grey’s Anatomy? Ci sono show veramente tristi in giro, di quelli che dopo averli guardati dobbiamo prenderci una pausa. Una boccata d’ossigeno.
Ecco la classifica dei 10 titoli più tristi che possiamo trovare su Netflix.
5) Unbelievable
La miniserie di Susannah Grant è approdata sulla piattaforma a settembre 2019. La storia è quella di Marie, una ragazza accusata di mentire su uno stupro subito ad opera di uno sconosciuto. Malgrado il racconto della protagonista, nessuno sembra crederle. Le sue parole non trovano riscontri significativi, le prove schiaccianti per aprire il caso non ci sono. La vicenda sembra concludersi con un nulla di fatto, con l’ammissione della ragazza che confessa di non aver subito violenze.
Poi la svolta. Due detective di due diversi distretti iniziano a indagare su casi di abusi sessuali che hanno forti analogie tra di loro. E sviscerando in quei fatti di violenza, arrivano a scoprire collegamenti interessanti con la vicenda di Marie. Inutile dire che l’argomento trattato è già di per sé piuttosto angosciante. Casi di violenza e stupro difficilmente suscitano sentimenti diversi dalla tristezza più cupa. Ma la consapevolezza di essere di fronte a una storia tratta da fatti realmente accaduti, alimenta in noi quel senso di inquietudine e di disagio che si vive per tutti gli otto episodi della serie.