8) Il potere del cane è un’accusa ferocemente tenue alla mascolinità tossica
Tra i migliori film Netflix, basato sul romanzo omonimo di Thomas Savage, è stato diretto da Jane Campion nel 2021. Ambientato nel Montana degli anni ’20, il film segue la vita di due fratelli, Phil (Benedict Cumberbatch) e George Burbank (Jesse Plemons), che gestiscono un ranch. Phil è un cowboy rude e maschilista, mentre George è più gentile e sensibile. La loro vita viene sconvolta quando George sposa Rose (Kirsten Dunst), una vedova con un figlio adolescente, Peter. Difatti Phil, che disprezza Rose e suo figlio, inizia a tormentare la famiglia, facendo evolvere la situazione in modi inaspettati. Per l’appunto la pellicola esplora così le dinamiche familiari attraverso il filtro delle tensioni maschili, oltre a quello della vulnerabilità e dell’identità.
Il geniale titolo dello show di Netflix, poi, ha origine dal profilo del cane con la mascella aperta nel grande massiccio che funge da fondale al palcoscenico del ranch. I suoi attori principali invece hanno il compito di esprimere, con la prossemica prima ancora delle parole, la psicologia travagliata di tre soggetti vittime di uno specifico ruolo, del periodo storico e del genere a cui appartengono. Il film per l’appunto indaga il concetto di mascolinità tossica e la fragilità celata degli uomini proprio attraverso il personaggio di Phil. Ma soprattutto esamina le complessità delle relazioni fraterne e le lotte di potere all’interno della famiglia. Per poi accogliere le svariate forme dell’amore e il desiderio di connessione in un contesto di conflitto e rifiuto.
La regia di Jane Campion è caratterizzata da una narrazione lenta e contemplativa
Qui le immagini evocative del paesaggio montano riflettono le emozioni dei personaggi. La fotografia è straordinaria, contribuendo a creare un’atmosfera di tensione e bellezza. Non per niente Il potere del cane (la simbologia del film) ha ricevuto ampi consensi dalla critica, ottenendo diverse nomination agli Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia per Jane Campion e Miglior Attore per Benedict Cumberbatch. In conclusione si tratta di un prodotto di gran lunga emozionante con arterie tragiche e disarmanti. La regista ha voluto infondere inoltre il suo piglio neozelandese, facendo del western un laboratorio su teoria e pratica del genere americano per eccellenza.
Nel calpestare il territorio elettivo del maschio, Campion ne smonta la mitologia rivelando linee d’ombra, segreti malcelati dalla natura e l’ambiguità sessuale degli anni ’20 del 900. Molti sono i momenti vibranti, seppur pare non manchino quelli considerati compiacenti per poter appartenere ai più delicati film su Netflix contemporanei. Pertanto, è uno spettacolo di contrasti tra psicologia e feroce azione, calma e furia, testa e cuore. Tuttavia, guardarlo farà solo del bene a chiunque abbia voglia di farsi un esame di coscienza e migliorare ogni giorno di più.