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Netflix è nato grazie ad una videocassetta restituita in ritardo

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Sharad Sagar, uno di che di successo se ne intende, sostiene che ogni individuo intenzionato a raggiungerlo deve avere tre qualità fondamentali: “la pazienza di un monaco, il coraggio di un guerriero e l’immaginazione di un bambino”. Una verità inappuntabile, anche se manca l’anello che chiude il cerchio. Le nostre nonne, infatti, affermano che la fortuna aiuta gli audaci. Tante persone di successo lo sanno molto bene, e oggi vogliamo raccontarvi la storia di un uomo che ha cambiato le vostre vite. Uno che ha avuto tanta pazienza, un coraggio che ha rasentato la follia, l’immaginazione di un vero visionario e, più di tutto, una buona dose di fortuna. Stiamo parlando di Reed Hastings, CEO e cofondatore di Netflix.

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I miti fondativi rappresentano una costante delle grandi storie imprenditoriali, e l’aneddoto riportato più volte dallo statunitense non è da meno. Hastings, infatti, ha raccontato di aver avuto l’idea di creare Netflix (inizialmente chiamato Kibble) dopo esser stato costretto a pagare una penale di quaranta dollari per la mancata restituzione in orario di una videocassetta presa a noleggio. Il film in questione era Apollo 13 (uno dei preferiti di Hastings), ma non è questo quel che conta. L’aspetto più importante è la riflessione che maturò a seguito della piccola disavventura: l’imprenditore allora 35enne, infatti, aveva appena ceduto per una cifra milionaria la sua software company e aprì gli occhi sul mercato dei dvd, allora poco sondato.

Era il 1997 e Blockbuster sembrava essere un colosso invincibile. Un dominatore assoluto, senza rivali. Pensare di poter creare un competitor credibile era un sogno da folli, ma l’immaginazione dei visionari sa andare coraggiosamente oltre ogni ostacolo e Hastings, affiancato da Marc Randolph, inaugurò il 14 aprile del 1998 il portale netflix.com, destinato al noleggio di film in formato dvd da spedire per posta (arrivavano entro tre giorni lavorativi). Il servizio, testato personalmente da Hastings, rappresentava il cuore pulsante di un progetto che ha contribuito più di ogni altro al declino di Blockbuster, fallito definitivamente nel 2013. Ma in una grande storia di successo l’intuizione giusta al momento giusto non è sufficiente. Serve anche tanta pazienza. La virtù dei forti.

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Netflix, infatti, ha rischiato più volte di dover chiudere i battenti. L’idea di Hastings, foriera di un successo iniziale dirompente, fu presto ripresa da vari competitor. Si creò una concorrenza spietata nel mercato del noleggio via posta (Walmart) e alcuni implementarono l’offerta (Apple e Amazon, i primi a investire sui servizi di download per contenuti on demand). Netflix si trovò con le spalle al muro e il fallimento sembrava essere incombente, ma nel gennaio del 2007 arrivò la svolta decisiva. Essere uno dei tanti non è certo la chiave giusta per concretizzare un grande sogno. Bisogna essere unici. Fu così che Netflix decise di offrire un nuovo servizio, rivoluzionario. Lo streaming.

Inizialmente si trattò solo di sei ore di contenuti in bassa qualità, ma come è andata a finire lo sapete tutti. Oggi Netflix è un colosso mondiale che sembra invincibile. È presente in 190 Stati, ha 117 milioni di abbonati, 6000 dipendenti ed un valore di mercato che si aggira intorno ai 135 miliardi di dollari. Netflix ha cambiato il nostro modo di concepire la televisione e il mondo intero guarda i suoi prodotti. Un esercito sterminato, che ogni giorno salta da un film all’altro e rimbalza tra un’infinità di episodi. Una storia straordinaria, nata grazie ad una videocassetta consegnata in ritardo. Marc Randolph ha detto che l’aneddoto di Hastings non è vero e non saremo noi a smentirlo, ma è bello pensarlo a prescindere. Perché sembra l’inizio di una grande serie tv. Una di quelle prodotte da Netflix.

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