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La nuova sfida di Netflix si chiama Altro che caffè: la serie tv sul commercio di cannabis

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Tra il glorioso ritorno di Dark e l’inizio di uno dei mesi di punta della sua programmazione, Netflix trova una finestra per lasciar spazio anche alle nuove sfide. Quella che verrà lanciata venerdì 28 Giugno si chiama “Altro che caffè”, e non parla delle nostalgie di un expat italiano. Bensì di un argomento tanto attuale quanto controverso: il commercio legale di cannabis. E no, non si tratta di un altro scherzo di quei burloni di Los Angeles, che di campagne social media ne sanno a pacchi (ne avevamo parlato qui). Altro che Caffè è reale, e nasce dalle mente del parigino Igor Gotesman, conosciuto per aver scritto e diretto “Five” nel 2016 e aver collaborato nello stesso anno alla sceneggiatura di “Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse”.

Netflix punta stavolta su un titolo francese da aggiungere al catalogo seriale dell’estate.

Di seguito potete trovare il trailer italiano.

La prima stagione di Altro che Caffè sarà composta da sei episodi. Un numero sufficiente a capire se la serie tv potrà avere un seguito o meno. Al centro della trama c’è Joseph, un aspirante imprenditore pieno di idee ma privo di quel quid in più per spiccare il volo. Quando in Francia viene legalizzata la cannabis il giovane decide di convertire la macelleria di famiglia in un coffee shop. Ovviamente a gestione familiare quanto il vecchio business. Da kosher a pusher insomma (scusate!). Come potrete ben immaginare le cose non andranno sempre per il verso giusto. Le vecchie credenze sono dure a morire e i familiari di Joseph avranno bisogno del loro tempo per digerire la questione. Altro che caffè si presenta come una comedy leggera che ironizza sul commercio della cannabis e sulle “difficoltà” delle persone ad adattarsi a certi cambiamenti sociali.

Quello della cannabis infatti è un tema tanto moderno quanto controverso.

Netflix

C’è chi la considera una droga come tutte le altre. Chi la inserisce in quella lunga lista di vizi da demonizzare quali che siano leciti o meno. C’è chi la prende con leggerezza, chi la tollera, chi ne fa abuso e chi ne fa uso in modo oculato senza prendersi troppo in giro. Qualsiasi sia l’approccio che si abbia con essa la legalizzazione o meno della cannabis è un tema molto attuale. In un mondo come quello odierno in cui molti stati l’hanno legalizzata, o si apprestano a farlo, in quelli in cui ancora imperversa il divieto la cannabis non può essere altro che un argomento di discussione controverso.

Questo perchè a differenza di droghe pesanti come la cocaina o l’eroina il pubblico non è unito nel condannarne l’utilizzo. Pareri discrepanti, quando si parla di cannabis, sono comunissimi. Ci saranno sempre sostenitori pro-liberalizzazione e detrattori pronti a parlare di “sdoganamento facile” di qualcosa di pericoloso. Per tanto è certo che non mancheranno critiche di carattere morale anche a questa serie.

Netflix, tuttavia, ha già dimostrato più di una volta di non temere affatto questo tipo di critiche.

disjointed

Non è infatti la prima volta che la piattaforma dà spazio a serie tv in cui la marijuana fa da protagonista. È già accaduto con Weeds, dark comedy disponibile sulla piattaforma dal 2016. Nel 2017 è stata la volta di Disjointed, con la grandissima Kathy Bates come protagonista. Quello che è singolare per il caso di “Altro che caffè” tuttavia è l‘ambientazione. Le due serie tv prima citate, e si potrebbe dire tutte quelle che parlano di cannabis sdoganandone l’utilizzo, sono ambientate negli Stati Uniti. Per la precisione quasi tutte in California, dove il commercio di cannabis è perfettamente legale. Mentre la serie di Gotesman è ambientata in Francia, paese in cui la cannabis è ancora proibita per legge. Come ancora in quasi tutta Europa.

Potremmo definirlo un piccolo-grande evento per il panorama televisivo del Vecchio Continente. E chissà, magari grazie a Netflix oltre a un sempre attuale rilancio di idee radicali ci sarà anche un piccolo rilancio dei prodotti francesi.

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