3) Emily in Paris
Leggero e vivace, Emily in Paris vi immergerà in appena 5 ore soltanto in un nuovo mondo patinato al punto giusto da renderlo interessante.
Di tutte le critiche che sono state mosse a una delle nuove serie Netflix più chiacchierata di questi ultimi mesi molte sono fondatissime, e i francesi ne sanno qualcosa.
Altamente stereotipata, trash e per alcuni versi anche anacronistica, Emily in Paris unisce tutti i luoghi comuni possibili e immaginabili mai correlati al popolo francese e li mette in scena per il divertito pubblico americano. Sigarette a pranzo e una promiscuità fuori dal comune sono i tratti distintivi del capoluogo parigino secondo gli occhi della protagonista che, infastidita e scioccata, cerca di portare un po’ di spirito americano in terra francese senza che nessuno glielo abbia chiesto.
Un impianto alla Sex and the City, con la quale non a caso la serie condivide lo stesso creatore, è sicuramente il punto più strategicamente accattivante dell’intero show. Peccato che oltre allo stile anche la lettura della nostra società sia rimasta la stessa di Sex and the City, che se nei primi anni duemila faceva scalpore, oggi appare addirittura fuori tempo massimo.
Vestiti alla moda, party esclusivi a un passo dalla Tour Eiffel e fiumi di vino a pranzo, sono invece le carte che Emily in Paris decide di sfoderare per assicurarsi il pubblico affezionato ai racconti rosa, più avvezzo a farsi trascinare dalla realtà finzionale che a concentrarsi sulle molteplici incongruenze della trama.