La storia è vera ed è una di quelle che fanno letteralmente accapponare la pelle. Rapita alla luce del sole è un film del 2017 diretto da Skye Borgman e racconta, tramite la voce dei protagonisti, la surreale vicenda vissuta dalla famiglia Broberg nei primi anni Settanta. Il fulcro del racconto è l’ossessione sviluppata dal vicino e amico di famiglia Robert Berchtold per Jan, la dodicenne figlia maggiore dei Broberg. Ossessione che l’ha portato a rapirla per ben due volte.
Sulla base di questa breve sinossi potrebbe sembrare una storia drammaticamente familiare e simile a tanti terribili racconti di cronaca. La realtà però è ben diversa. Il docufilm da poco approdato su Netflix è il racconto di una vicenda torbida e dai contorni oscuri che ha avuto luogo in una cittadina da tutti considerata sicura.
Rapita alla luce del sole è il racconto di una famiglia felice che viene completamente distrutta dalla vicinanza di un uomo folle, carismatico e soprattutto manipolatore.
Robert Berchtold era un uomo d’affari e uno stimato padre di famiglia. Con i suoi modi ammaliatori e carismatici ha conquistato in poco tempo la fiducia dei coniugi Bob e Mary Ann Broberg e delle loro tre figlie. Ma le attenzioni insane del “Signor B” (come lo avevano soprannominato) erano tutte per Jan. Col passare del tempo l’uomo ha creato insanabili fratture tra i membri della famiglia con lo scopo di avvicinarsi alla ragazzina, descritta da tutti come vivace e solare. Il tempo è un elemento fondamentale del documentario, il quale comprime in 91 minuti un susseguirsi di vicende incredibili.
Proprio sulla base di questa riflessione, ci chiediamo se Rapita alla luce del sole avrebbe riscosso più successo come docuserie. Una scelta in tal senso avrebbe consentito un’analisi più approfondita degli avvenimenti descritti e del modus operandi di Berchtold. Il sistema subdolo e meschino mediante il quale l’uomo si è insinuato nelle dinamiche familiari dei Broberg merita forse un’attenzione particolare. Robert Berchtold infatti si è mosso su due fronti: da un lato dissimulava le sue mire nei riguardi della piccola Jan immedesimandosi nella figura di un secondo padre per lei e le sue sorelle, dall’altro spargeva il seme della discordia seducendo entrambi i coniugi Broberg.
Per Berchtold, una volta manipolati a suo piacimento Mary Ann e Bob e dopo aver conquistato la possibilità di rimanere da solo con Jan, compiere questo deplorevole gesto è stato un gioco da ragazzi. Ma la follia dell’uomo non si limitava alle sue spregevoli mire nei riguardi della maggiore delle figlie dei Broberg. Dopo il rapimento ha impostato un’abile messa in scena per confondere la giovane mente di Jan e farle il lavaggio del cervello. Costringendo così la ragazza a eseguire ogni azione lui desiderasse e soprattutto facendole credere di stare scegliendo liberamente.
Il modus operandi di Robert Berchtold ha gettato nello scompiglio più totale tutta la famiglia Broberg, che ha sicuramente peccato di ingenuità in alcune fasi della drammatica vicenda che stava vivendo.
Il docufilm Rapita alla luce del sole accenna a una lunga serie di questioni senza un adeguato approfondimento. Il che pregiudica da un lato la comprensione delle dinamiche alla base dei due rapimenti ai danni di Jan. Dall’altro rischia di portare a un’interpretazione troppo semplicistica del ruolo di Bob e Mary Ann. Ruolo che invece richiede una trattazione delicata e chirurgica. Al contrario il rischio è quello di banalizzare e fraintendere la posizione dei coniugi che potrebbe essere considerata passiva e connivente piuttosto che frutto di irretimento e di un’abile opera di manipolazione.
Una narrazione in più parti avrebbe riscosso maggiori consensi perché sarebbe stata obbligatoriamente più meticolosa. Avrebbe cioè consentito allo spettatore una più ampia comprensione del profilo criminale di Berchtold, della sua personalità e dell’ascendente che esercitava sui Broberg. Ciò che è mancato al docufilm, comunque godibile e d’impatto grazie anche al racconto in prima persona dei protagonisti, è un’adeguata opera di contestualizzazione.
L’analisi del periodo storico e della comunità in cui hanno avuto luogo i fatti è stata accennata e poi messa da parte.
Ma tramite un racconto a episodi sarebbe stato possibile chiarire alcuni aspetti lasciati al caso. Come ad esempio l’incapacità dei Broberg di comprendere tempestivamente la pericolosità di Berchtold e denunciarlo subito dopo il primo rapimento, anche a costo di far venire a galla il loro coinvolgimento fisico con lui. Incapacità che da un lato si traduce con ingenuità, mentre dall’altro è frutto del timore dei pettegolezzi e del condizionamento operato dalla figura del pazzoide vicino. Ad ogni modo Rapita alla luce del sole merita sicuramente una possibilità, poiché il racconto risulta comunque incalzante e la viva voce dei protagonisti lo rende toccante e d’impatto.