Per non perderti tutte le novità del momento, tra aggiunte al catalogo e nuove produzioni, qui trovi anche la lista sempre aggiornata delle migliori serie tv da vedere su Netflix
Netflix resta sempre il gigante dello streaming. Anche se spesso si è resa oggetto di critiche con delle cancellazioni assurde e immeritate, o con rinnovi che hanno finito per rovinare l’essenza di alcune Serie Tv. Insomma, non sempre siamo stati soddisfatti. E lo sappiamo. Lo accettiamo. Nell’ultimo periodo, però, la piattaforma è riuscita ad alzare l’asticella con produzioni di altissimo livello che sono state capaci di ridarle una nuovo volto. Come nel caso di Ripley che ci fa vedere una Netflix insolita, diversa dal solito. Le Serie Tv da vedere su Netflix sono davvero tante. Alcune hanno avuto grandissima fortuna, altre si sono fatte conoscere per i propri errori, e altre – invece – rimangono nascoste nel catalogo.
Sulla piattaforma streaming Netflix infatti si nascondono Serie tv sfortunate, ma meritevoli della nostra attenzione. Ognuna di queste meriterebbe un plauso, un riconoscimento. Ma niente da fare: restano silenziose, lì dove le abbiamo lasciate. Eppure, basterebbero pochi minuti per capire quanto queste siano meritevoli di ascolto. Curiosi di sapere di quali stiamo parlando? Andiamo a scoprirlo insieme!
Da Glitch a Special: ecco 8 Serie Tv da vedere su Netflix che si nascondono fin troppo bene nel catalogo
1) Ratched
Il Ryan Murphy di Netflix non si limita a essere soltanto Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story o The Watcher. Il Ryan Muprhy di Netflix è anche Ratched, una Serie Tv distribuita nel 2020 che di certo – avendo apprezzato le produzioni prima citate – potrebbe catturare la vostra attenzione. Soprattutto se la vostra esperienza con il regista comincia grazie ad American Horror Story, la Serie Tv horror antologica con Sarah Paulson. Una delle grandi star della produzione ritorna infatti anche in Ratched nel ruolo principale della serie, un motivo di certo ragionevole per pensare di recuperare questa piccola perla smarrita all’interno del catalogo Netflix.
La copertina che anticipa Ratched non è una roba da poco. La Serie Tv di Muphy è infatti basata su Mildred Ratched, l’infermiera che ritroviamo nel capolavoro del cinema Qualcuno volò sul nido del cuculo. Con una premessa del genere, si fa presto a pensare che Ratched possa non essere all’altezza della situazione, e capiamo perfettamente una paura del genere. Per tale ragione, il modo migliore per vivere questa follia dal punto di vista di Murphy è appunto ricordarci di Murphy. Lasciamo stare il capolavoro del cinema, prendiamo soltanto come un pretesto per ricordarci di chi stiamo parlando. Fatto questo, proseguiamo con le nostre gambe.
Al centro della narrazione troviamo, come detto, Mildred Ratched. Un’infermiera determinata a ottenere un posto nella Clinica Statale Lucia, un ospedale psichiatrico. Attratta dai metodi innovativi di un dottore che crede davvero nella guarigione di quelli considerati pazzi, Ratched si interessa a questo nuovo approccio medico, nonostante il suo comportamento non lasci trasparire alcuna speranza, ma soltanto oscurità . In contemporanea al suo arrivo, infatti, l’ospedale accoglie il serial killer Edmund Tolleson. Fin da subito capiamo che i due si conoscano e che nessuno sia lì per caso. Da questo momento, la trama entra ufficialmente nel vivo.
Attraverso questi espedienti, Ratched ci porta all’interno di una narrazione feroce che fa dell’horror uno spunto di riflessione. La follia è certamente il filo che lega ogni personaggio, ma sarà naturale chiedersi – durante la narrazione – chi sia davvero il pazzo: se chi sta curando, o chi viene curato. Ratched inoltre utilizza il suo palco per parlare anche dell’omosessualità , ai tempi considerata come la schizofrenia. La copertina horror diventerà così un mezzo per scavare negli abissi umani, da quelli più difficili a quelli più disturbanti. Scopriremo come i traumi, gli abbandoni e la violenza abbiano plasmato i protagonisti, rendendoli ciò che vedrete.
Insomma, davvero una Serie Tv del genere deve rimanere così nascosta all’interno del catalogo?