11) Painkiller, una Serie Tv da vedere su Netflix che taglia in due
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Considerata come una delle migliori produzioni del 2023, Painkiller è una delle sorprese dell’ultima annata. Una storia dolorosa e purtroppo non troppo distante dalla realtà , che racconta e fa a pezzi l’integrità dei suoi protagonisti. Una Serie Tv forse passata troppo inosservata al grande pubblico, eppure – per darle una chance – basterebbe sapere che dietro la macchina da presa si nascondono gli stessi autori dell’intramontabile cult Narcos. Insomma, già questo ingrediente dovrebbe bastare per farci scattare e fiondare direttamente di fronte allo schermo della nostra Tv. D’altronde, Painkiller è arrivata il 10 agosto 2023, forse si era troppo impegnati a godersi le ferie per darle una possibilità . Ma adesso siamo solo a giugno: possiamo recuperare tutto quello che ci siamo persi e che merita una visione.
E Painkiller merita assolutamente una visione. Grazie alla sua storia così tremendamente umana e fragile, fittizia tanto quanto purtroppo basata su eventi realmente accaduti. Se avete amato la miniserie Dopesick (a proposito, vi consigliamo vivamente di guardarla), Painkiller sarà quel che fa per voi. Una Serie Tv tremenda, basata su eventi che hanno a che fare con qualcosa di grande, di molto più grande di noi. Più grande di Glen, uno dei protagonisti di questa storia. Dopo essere finito in ospedale e aver subito un’operazione, Glen proverà un dolore insopportabile, e non ci sarà nulla capace di placarlo. Niente sollievo. Poi però una luce. O almeno, si fa per dire. Per apparenza. Perché Glen scopre il potere dell’OxyContin, un farmaco capace di far sparire quel dolore e dargli finalmente il sollievo che sperava. Ma questa è soltanto la cornice di una fotografia molto più cupa del previsto. Una fotografia che vede, immortalata, la tossicodipendenza. L’overdose.
Attraverso questo espediente, Painkiller racconta una storia drammatica, basata sulla corruzione e il potere. La scelta e il sacrificio. I personaggi di questa produzione sono infatti pronti a sacrificare ogni cosa, pur di raggiungere il posto più alto consentito. E’ tutto sacrificabile, nella loro ottica. Perfino quel che è più caro, perfino la loro incolumità . In modo realistico, la serie mette in atto una narrazione che si concentra sui compromessi che ogni individuo cerca di mettere in atto pur di ottenere la ricchezza o un fittizio momento di piacere. Ma, prima di ogni cosa, purtroppo Painkiller è la storia della morte di ben trecentomila persone solo negli Stati Uniti. Una cornice romanzata, brillante nei dialoghi, estremamente ancorata a noi. Basata su dati concreti e statistiche che purtroppo non fanno parte della sceneggiatura, ma affondano le loro radici nella realtà .
Painkiller è una montagna russa di dolore, rassegnazione, senso di giustizia e dramma. Non venire travolti da questa storia è praticamente impossibile. Nello stesso modo, sarà impossibile non riflettere sulla tematica protagonista della serie, che ha visto la morte di persone reali, e non di personaggi fittizi. Una storia che, una volta vista, non potrà essere dimenticata. Che si attaccherà alla coscienza di chiunque ci entri a contatto, diventando così una delle produzioni più preziose degli ultimi due anni. E non solo.
12) One Piece
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Quanti pregiudizi aleggiavano su One Piece, al momento della notizia dell’arrivo di un suo live action su Netflix. Sarà perché siamo scottati da tentativi passati, sarà perché in quel momento non avevamo troppa fiducia in Netflix, ma la notizia di One Piece fu presa malissimo. Una notizia terribile, per molti fan dell’opera originale, che non si dicevano pronti a vedere il loro capolavoro rovinato. Insomma, One Piece è stata accolta con estrema freddezza, e poi – di colpo – ha stupito tutti. Ha zittito tutti. Chiunque. Sia i fan dell’opera originale che i telespettatori che non si erano mai avvicinati a questo mondo, ma hanno saputo apprezzarlo. Confermata per una seconda stagione, One Piece ha scritto una delle pagine più sorprendenti del 2023. Una Serie Tv che ha dato di nuovo fiducia ai live action, rammentando che le grandi opere possono essere toccate, se si sa come farlo.
Unendo alla tradizione una nuova prospettiva, One Piece diventa un ibrido tra il passato e il presente. Tra la carta e lo schermo. Accoglie le peculiarità dei suoi protagonisti originali e le unisce a dei volti che li ricordano, ma senza mai farne una copia. Sono gli stessi, certo, ma con una chiave diversa e convincente che conferisce, anche ai fan più affezionati, una prospettiva godibile. Un’opera convincente anche dal punto di vista scenografico, dettaglio su cui Netflix non si è risparmiato, curando ogni cosa nei minimi particolari. Come dimenticare, in questo senso, il grande lavoro fatto anche sui dialoghi brillanti, divertenti quando necessari e profondi all’occorrenza. Ma se c’è una cosa con cui One Piece ci ha davvero stupiti, quella è l’incredibile costruzione del legame dei personaggi, uno degli elementi che sta più a cuore a chiunque conosca l’anima di questa produzione.
One Piece è stata molto più di un grande successo. E’ stata, soprattutto, uno schiaffo in faccia capace di sconvolgerci. Già dopo il trailer qualcosa aveva iniziato a convincere di più. Insomma, non potevamo negare la cura delle ambientazioni e l’ottima scelta del cast. Ma ancora, il pregiudizio, non smettava di albergare dentro di noi. Il 31 agosto ogni dubbio è però stato fatto fuori, stupendoci con una storia che è stata capace di unire la tradizione a una nuova prospettiva seriale, operazione in cui non tutti riescono con questa incredibile dimestichezza. One Piece ha saputo come rispettare la sua opera madre, ha saputo come imporre la propria identità senza mai scavalcare quella originale, e ha saputo come farsi apprezzare a amare. Contro tutto e tutti. Dimostrando che, a volte, bisogna soltanto aspettare prima di dare per vinto un prodotto.