5) Omniscient
Continuiamo adesso con una produzione che, in termini di ambizione, sembra volerci ricondurre verso la stessa strada di Clickbait. Seppur in modo diverso, infatti, Omniscient sembra seguire la stessa direzione, riportando in vita alcuni ingredienti tipici del cult Black Mirror. Anche in questo caso ci troviamo infatti di fronte a una produzione che utilizza la tecnologia per descrivere il mondo attuale con tutto il suo degrado. Ci spostiamo dalla Gran Bretagna per dirigerci infatti in Brasile, il luogo in cui tutto ha inizio. Ci ritroviamo infatti in un futuro distopico in cui non esiste alcun tipo di privacy. Ogni essere umano viene controllato da telecamere, droni o qualsiasi tipo di strumenti di controllo. Questa procedura inizia fin dalla nascita e prosegue per tutta la vita.
La vita di ognuno di loro viene dunque costantemente controllata e osservata, e nessuna delle loro esperienze rimane segreta. Per lo stesso motivo, la criminalità è scomparsa e la sicurezza è diventata oramai una condizione certa. Eppure, tutto questo viene messo in dubbio quando Nina trova il corpo senza vita di suo padre. Come è possibile che tutto questo sia accaduto, nonostante la rigidità del sistema? Come mai nessuno ha visto commettere questo omicidio? E perché non c’è traccia di tutto questo nel sistema?
Nina, che non a caso lavora proprio dentro Omiscient, cercherà di capire cosa sia successo. Più i pezzi si intersecano tra di loro, meno si potrà credere a tutto quel che si nasconde dietro al sistema di monitorazione. Attraverso questo espediente, Omiscient affronta così l’argomento dell’ossessione della tecnologia e dell’assenza di privacy. Ogni giorno, in qualche modo, rinunciamo a quest’ultima per ragioni che crediamo ne valgano la pena. Lo facciamo sempre. Anche quando questa convinzione non corrisponde alla verità. Composta da una stagione, Omniscient è un prodotto valido dalla narrazione convincente, perfetto per chiunque sia alla ricerca di un thriller con sfumature che rimandano alla realtà.