Black Mirror
Ormai arrivata alla sua sesta stagione, Black Mirror deve scegliere una volta per tutte quale strada intraprendere. Arrivata come la novità assoluta del catalogo Netflix, dopo che la piattaforma streaming l’ha rilevata da Channel 4 (produttore originale della serie per le prime due stagioni) la serie ha episodi conclusivi in cui il filo conduttore di ognuno è l’incedere e il progredire delle nuove tecnologie, l’assuefazione a esse e i loro effetti collaterali. Ero attratto tantissimo dall’idea di un prodotto in cui vengono immaginate e ricreate diverse situazioni del mondo moderno o futuro in cui una nuova invenzione tecnologica o un’idea paradossale ma realistica ha, in qualche modo, reso instabili la società e i sentimenti umani. Con il tempo Black Mirror ha perso un po’ il suo fascino ma resta comunque uno dei prodotti più importanti della piattaforma Netflix, e una di quelle serie tv da annotare nel diario della vita.
BoJack Horseman
Ho sorriso e poi pianto. Poi pianto e qualche secondo dopo sorriso come un bambino. Questo cavalcavia di emozioni si generava continuamente guardando BoJack Horseman, la serie a cui sono legato particolarmente tra quelle presenti nel catalogo Netflix. Più che un prodotto televisivo, BoJack mi sembrava vita che scorreva dinnanzi ai miei occhi – racconto esistenziale pieno di sfumature da tatuarsi nell’anima. Attraverso la convivenza di personaggi umani con animali antropomorfi, la serie finisce per essere una parabola discendente nella depressione, nell’abuso di alcool e droga e infine nell’autodistruzione. Probabilmente non ci sarà nessun altro racconto animato capace di rapirci come BoJack Horseman, e nessun altro cartone così spiazzante sul piano narrativo.