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Dovete assolutamente guardare The Empress, la Serie Tv che racconta i primi tormenti dell’Imperatrice d’Austria

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«Elisabetta non era presente a Vienna a nessuno dei festeggiamenti per i 50 anni di governo di Francesco Giuseppe. Si ritenne di dover dare una spiegazione al pubblico: la sessantenne Imperatrice soffriva di anemia, di nevrite, di insonnia e di cardiodilatazione; non c’erano motivi di serie preoccupazioni, ma solo la necessità di cure all’estero. Francesco Giuseppe sapeva come stavano in realtà le cose. La moglie che invecchiava era malata più psichicamente che fisicamente, non era in pace né con se stessa, né col marito, né con il mondo.» Con queste parole, lo storico Franz Herre descriveva l’Imperatrice d’Austria Elisabetta di Baviera, conosciuta anche con il soprannome di Sissi. Una delle figure storiche più tormentate mai conosciute. Una donna infelice, vittima e carnefice di ossessioni create con il solo intento di sopravvivere a un contesto che le chiedeva qualcosa che lei non sapeva e non voleva restituire.

Da sempre d’interesse per il mondo del cinema, Elisabetta di Baviera è ritornata sui nostri schermi nel 2022 grazie alla recente Serie Tv NetflixThe Empress. Di produzione tedesca, ha ottenuto ascolti record durante le sue prime due settimane, diventando una delle produzioni più viste a livello globale. Dopo il successo della prima stagione, The Empress è pronta per tornare con una seconda stagione, consacrandosi quasi del tutto come una delle produzioni storiche più amate della piattaforma.

The Empress racconta i primi tormenti di un’Imperatrice condannata a non conoscere la pace, ma solo l’inquietudine di una vita passata tra l’ossessione e la disperazione

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The Empress

Una Serie Tv che comincia dal principio, raccontando il carattere ribelle di una non ancora Imperatrice. Di una ragazzina come tante, alla ricerca di qualcosa di più grande. Per lei nessun matrimonio combinato all’orizzonte. Nessuna intenzione di chinarsi alle volontà altrui, né per convenienza né per favorire la posizione sociale. Quel che importa a Elisabetta è soltanto la sua libertà, un desiderio per cui lotterà per una vita intera. Un sogno forse irragiungibile per chi, come lei, ha fatto la scelta di diventare ciò che è diventata. Sposando Franz, con cui scatta immediatamente qualcosa, Elisabetta smette di essere tale per diventare solo l’Imperatrice. O almeno, questo è ciò che le viene richiesto. Dalla madre di Franz, dall’intero palazzo e da Franz stesso che, con il passare del tempo, chiederà a Elisabetta di trovare una dimensione all’interno del contesto di cui ha deciso di far parte.

Ma la dimensione trovata da Elisabetta fa a botte con le intenzioni del palazzo. Con le richieste da parte del mondo esterno nei confronti di un’Imperatrice. Una gabbia dorata, in cui Elisabetta si perde lentamente senza più trovare la strada. The Empress, con la sua prima stagione, accenna i primi tormenti di una vita infelice, focalizzandosi soprattutto sul rapporto complesso che si instaura tra Elisabetta e il palazzo. E’ chiaro: se si cerca un racconto con grande accuratezza storica, The Empress non corrisponderà a questa necessità. La Serie Tv, infatti, pur riprendendo eventi realmente accaduti, si prende la libertà di romanzare interazioni ed espedienti, ma senza mai forzare troppo la mano. La Serie Tv Netflix si mostra infatti come l’ibrido perfetto tra realtà e finzione, tormenti e gradualità del dolore.

The Empress infatti decide di raccontare la storia dell’Imperatrice d’Austria con estrema calma, senza mai bruciare le tappe e arrivare immediatamente in quelli che conosciamo come gli anni più difficili. Elisabetta, seppur tormentata anche in questo primo capitolo, non è ancora sprofondata in quell’abisso che la attenderà in futuro. Ha ancora qualcosa che la tiene in vita, come l’ideale di Imperatrice che porta avanti episodio dopo episodio. La tristezza qui si insinua in modo sottile, dando soltanto inizio a una storia di cui, purtroppo, già conosciamo il lato più oscuro o drammatico. Una figura, la sua, che è sempre stata accostata a quella di Lady Diana. La Principessa Di Galles ha infatti dovuto affrontare un percorso simile a quello dell’Imperatrice, confrontandosi con una realtà e un contesto che l’ha poco a poco svilita, facendola entrare in un tunnel da cui tirarsi fuori sembrava impossibile.

Probabilmente sono proprio le produzioni come queste a consegnare al telespettatore la realtà dietro al mito. La sofferenza dietro a delle foto sbiadite o a dei ritratti che nascondono un’inquietudine incatturabile a occhio nudo. Attraverso queste storie, ricordiamo che dietro a tutto questo si nasconde la sofferenza, e non solo una storia di cui mettere insieme i pezzi. Non soltanto un mito o una leggenda. Ma l’anima, spesso troppo tormentata, di figure storiche che hanno lasciato al mondo intero l’eredità della loro disperazione. Un percorso a volte necessario, dovuto all’urgenza di umanizzare quel che appare immortale, e che invece si è spento senza che noi lo realizzissimo davvero.

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The Empress

Una Serie Tv storica abile nella fotografia tanto quanto nelle interpretazioni, capace di non lasciare nulla al caso e dare una voce a ogni personaggio. Perfino i secondari, qui, ottengono un ruolo rilevante, estremamente attento a non raccontare soltanto la drammatica storia di Elisabetta, ma anche delle rivolte cittadine e di una situazione politica sempre più al limite. Plauso doveroso anche al personaggio di Sofia di Baviera, qui raccontata con luci e ombre, devozione per il potere e distacco emotivo per sopravvivenza.

Una produzione, questa, studiata nei minimi particolari che non si risparmia neanche nelle ambientazioni, qui quasi sempre fedeli alla realtà. Non era probabilmente pensata per diventare un capolavoro – e non lo è stata – ma di certo è riuscita a dimostrare più di quanto ci si potesse aspettare. E lo ha fatto senza mai aver la pretesa di diventare un documentario su Elisabetta o la sua cronologia delle sue condanne. Lo ha fatto con garbo, rispetto, eleganza e fascino, senza mai improvvisarsi la nuova The Crown o qualsiasi produzione storica (qui alcune delle più importanti) del genere. Lo ha fatto portando avanti la sua identità e conferendo, a una delle figure storiche più controverse, uno sguardo intimo e forse ancora impreparato a tutto quello che l’attende.

La figura di Sissi viene dunque qui riassunta in un momento di transizione. Tra il prima e il durante. Il principio e l’inizio della condanna. Prima ancora che sviluppi quell’ossessione verso se stessa e la cura della sua bellezza. Nel tentativo di preservare, almeno, il potere del suo eterno fascino. Nei suoi lunghi capelli che curava per tre ore al giorno, forse per smettere per almeno un secondo di pensare. Per distrarsi da quella gabbia in cui era finita e che ogni giorno l’allontanava da quella libertà sconfinata che aveva sempre desiderato. Per dare a se stessa e agli altri l’illusione di essere, ancora, padrona di se stessa (Xavier Dolan docet).

Un desiderio che moriva negli occhi cupi di una donna che forse non è mai stata compresa, perché per prima incomprensibile anche per se stessa. Di Sissi sappiamo tutto e non sappiamo niente. Quel che conosciamo, è il mito. Una profonda tristezza su cui tutti hanno disquisito, avanzando teorie o cercando di incrociare tutti i dati a disposizione. A prescindere da quel che interpretiamo, una cosa resterà oggi e per sempre: le parole della stessa Elisabetta d’Austria che, con una sua poesia, ci ha lasciato l’eredità della sua disperazione. Un’eredità pesante, colma di sofferenza. Dei dolori che, ancora oggi, non hanno mai smesso di renderla alla ricerca di qualcosa che, purtroppo, non ha mai davvero trovato.

Ma ora sotto la siepe, nascosta nel cuore delle foglie, forse arriverò finalmente a trovare la pace e l’oblio.

Elisabetta d’Austria