Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su The Windsors
Lettrici e lettori, diamoci la verità: viviamo in un mondo in cui si viaggia su Marte, si lotta per l’approvazione di leggi fondamentali per vivere in un mondo un po’ più civile, si lavora in smart working ma siamo pur sempre un paese di romantici, di figli della Disney e di amanti del gossip. E ci sono alcune istituzioni tradizionali di cui subiamo -più o meno consapevolmente- il fascino. Tra queste c’è senza dubbio la monarchia inglese. La Regina Elisabetta è quasi una eroina Marvel col dono dell’immortalità, Diana è una Cenerentola moderna, William il principe azzurro e potremmo andare avanti per ore.
Tante sono le produzioni che ci hanno raccontato la storia di una delle più longeve monarchie al mondo: interviste, documentari e serie tv di cui, sicuramente, la più nota è “The Crown”. La suddetta serie tv è un capolavoro quasi inattaccabile che racconta la storia della regina Elisabetta II, dall’ascesa al trono fino ai giorni nostri.
La serie ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui 12 candidature e 7 vittorie ai Golden Globe.
Tutto bellissimo: il cast, la sceneggiatura, la fotografia, la storicità. Però, signori miei, di comico ha ben poco al di là del sapiente utilizzo dell’ironia, e meno male. Netflix lo sa, o quantomeno il mio algoritmo, ed ecco che in periodo di lockdown, dopo aver concluso la quarta stagione di “The Crown” mi suggerisce la sua nemesi: “The Windsors”. Una serie tv che rivisita in chiave comica i drammi e i tormenti della famiglia reale inglese e che racconta i pregi pubblici e i difetti privati di tutti i suoi più noti componenti, a eccezione di quelli della Regina Elisabetta e del compianto Principe Filippo, dei quali non viene fatta la parodia.
In Italia siamo in pochi ad averlo visto, ma io mi sento veramente di consigliarvelo: se amate le vicende della Famiglia Reale e siete anche dei simpatici burloni potrebbe essere la serie che fa al caso vostro.
Sebbene le storie siano completamente inventate, sono ispirate da eventi reali; dimenticate la solennità di The Crown e abbracciate l’ironia tagliente di The Windsors.
I protagonisti della serie sono caricature esilaranti dei membri della famiglia reale: lo sono nell’aspetto, nella gestualità e anche nel modo di parlare; prendendo spunto da pettegolezzi e caricature dei tabloid, Camilla diventa una cattiva dei cartoni animati- una Crudelia De Mon determinata a diventare regina- che fa di tutto per riscattarsi agli occhi di un pubblico che crede di esserle ostile per aver usurpato la tanto amata Diana, Principessa del Galles.
Il principe Carlo è impegnato in futili iniziative e nelle sue passioni eco-friendly; Kate è una sorta di Madre Teresa di Calcutta gipsy, redenta dal suo passato di reginetta del Party, sua sorella, Pippa Middleton è una arrampicatrice sociale, esilarante, che odia la sua consanguinea che è riuscita nella più grande impresa possibile: sposare un milionario, per giunta coronato, e che cerca di emularla provando a conquistare il cuore di Harry, dipinto come uno scapestrato amante della birra che, però, non appena incontra Meghan Markle cambia, persino nell’aspetto, grazie ad un lifestyle più healthy.
William è rappresentato come un bonaccione e il principe Eduardo (il meno “famoso” della famiglia) è impegnato in mille lavori alla Kirk di Gilmore Girls.
Personalmente la famiglia che mi fa più simpatia è quella di Andrea di York, bannato da corte per gli scandali sessuali e gode ancora dell’amore di Sara Ferguson, la cui unica fonte di reddito sembra essere la sua biografia e le cui due figlie Beatrice ed Eugenia sono impegnate a ritagliarsi un ruolo nella società e nella famiglia reale, tra mille peripezie.
Ogni avventura è surreale e ai limiti del grottesco: non ridere è impossibile.
La serie è evidentemente una parodia e tende a mettere in evidenza gli aspetti più bizzarri della nobiltà moderna. In un modo affatto benevolo. Ed è questa la sua forza. The Windsors è un prodotto più vicino alla sit-com che a una serie tv a tema reale; non vuole né celebrare né criticare il casato; vuole dipingere con ironia e sagacia e con ritratti bizzarri e sui generis una famiglia in cui ogni membro sembra star cercando il proprio posto nel mondo ma di fatto rimangono tutti ben saldi alla vita di Corte e ai privilegi che ne derivano.
Nella narrazione dei personaggi possiamo leggere un concetto molto italiano: “tutto cambia purché nulla cambi”.
Sebbene raccontata così la serie possa sembrare criticare e quindi danneggiare l’immagine dei Windsors in realtà quest’ultima arriva dove i Reali stessi spesso non arrivano: mette in atto una vera e propria operazione simpatia.
Nonostante i difetti di ognuno e i colpi bassi che si tirano l’un l’altro, i protagonisti sono tutti innocui. Anche Camilla De Mon che, anzi, risulta essere simpaticissima nel suo vessare Carlo e nel cercare di mettere fuori gioco la coppia di futuri re e regina preferita dal popolo.
Ogni loro azione sortisce un sorriso benevolo.
Potremmo dire quindi che nonostante la rappresentazione grottesca della Royal Family, quest’ultima ci guadagna in umanità; la sit-com avvicina i sovrani ai loro sudditi: e lo fa facendoci vedere che in fondo in ogni famiglia ci sono le lotte ereditarie, i figli preferiti, l’invidia repressa per i successi o i privilegi altrui; nemmeno chi nasce con la corona è libero da queste beghe familiari.